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I fondi attaccano, ma solo Zuckerberg ha in mano il futuro di Facebook

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Mark Zuckerberg ceo Facebook

I fondi vogliono la testa di Zuckerberg. Basterà per far cambiare rotta a una società la cui governance è già stata sottoposta a dure critiche da parte di numerosi suoi azionisti?
Reuters scrive oggi che diversi fondi di investimento sarebbero intenzionati a chiedere la rimozione di Mark Zuckerberg dalla carica di presidente dell’azienda che ha fondato.
I fondi, capitanati da Trillium Asset Management, attorno alla quale si sarebbero coagulati altri soggetti, vorrebbero un presidente indipendente capace di traghettare il social network fuori dalle paludi degli scandali. E sarebbero pronti – sempre citando la Reuters – a presentare la loro proposta alla prossima assemblea dei soci che si terrà nel maggio del prossimo anno.

Basterà – si diceva – per rimuovere dallo scranno più alto di Facebook l’uomo che in 14 anni di storia ha rappresentato il social network almeno quanto il pollice alzato?
Probabilmente no. E questo per la stessa struttura con cui Facebook si è presentata a Wall Street nel 2012. Il capitale del social network è infatti composto da comuni azioni di classe A e da azioni invece denominate di classe B, che, in maniera simile alle nostre privilegiate, attribuiscono ai possessori diritti ulteriori rispetto alla partecipazione ai dividendi e al voto pro-quota.

In particolare Zuckerberg possiede un numero di azioni B tale da poter esercitare un diritto di voto sulla società ben più ampio rispetto a quello che gli attribuirebbe la quota di capitale ordinario posseduta (un documento sottoposto alle autorità di Borsa loscorso aprile indicava il 60% dei diritti di voto nelle mani del fondatore). Tanto da consentirgli il controllo assoluto del consiglio di amministrazione.

Certo la guerra dei fondi segnala un livello di fiducia che si va ulteriormente affievolendo, non solo per via degli scandali, ma in maniera molto più pragmatica per via delle performance azionarie. Nell’ultimo anno il titolo Facebook ha perso il treno dei rialzi acchiappato invece al volo da tanti titoli della tecnologia. Negli ultimi 12 mesi il titolo ha perso circa il 10%, ma solo nell’ultimo trimestre il ribasso tocca il 23,8%.

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