Sono già passati 15 anni da quando un giovanissimo Mark Zuckerberg, il 4 febbraio del 2004 ha per la prima volta messo online il social per definizione. Da quel giorno Facebook è cresciuto in tutto il pianeta, vantando ad oggi 2,3 miliardi di utenti attivi, 31 milioni solo nel nostro Paese. Secondo Forbes, Mark è ora il 5° uomo più ricco del mondo con ben 63 miliardi di dollari di patrimonio netto stimato.
Ecco come il fondatore Mark Zuckerberg ha ripercorso la storia di Facebook con un post sul suo profilo:
Quindici anni fa, ho lanciato la prima versione del sito Web di Facebook dal dormitorio del college. A quel tempo, mi ha colpito il fatto che ci fossero molti siti Web per trovare quasi tutto – libri, musica, notizie, informazioni, imprese – tranne che per quello che conta davvero di più: le persone. Così, ho creato un semplice sito web dove potevamo entrare in contatto con le persone e condividere quello che per noi era importante.
Questo desiderio di esprimerci, di conoscerci e di connetterci in modi nuovi era più grande di quanto avessi immaginato. Nel giro di un paio di settimane, due terzi degli studenti di Harvard utilizzavano Facebook quasi ogni giorno. Nei due mesi successivi, studenti provenienti da altri atenei hanno chiesto a me e ai miei compagni di stanza di lanciarlo anche nelle loro scuole. Nel giro di un anno, più di un milione di studenti si collegava al sito. Ci sono voluti circa quattro anni per collegare 100 milioni di persone e meno di un decennio per collegare 1 miliardo di persone. Oggi, circa 2,7 miliardi di utenti sono collegati e usufruiscono dei nostri servizi.
All’inizio fu un momento esaltante: molti liquidavano quello che stava accadendo come una moda passeggera o irrilevante, ma per coloro che usavano questi servizi sin dai primi giorni fu chiaro che stava accadendo qualcosa di speciale e importante, che rifletteva una nuova realtà. In passato, gran parte dell’esperienza delle persone era definita dalle grandi istituzioni gerarchiche – governi, mass media, università, organizzazioni religiose – che fornivano stabilità ma erano spesso remote e inaccessibili. Se volevi progredire, ti facevi strada lentamente. Se volevi iniziare qualcosa di nuovo o diffondere una nuova idea, era più difficile senza il benestare di queste istituzioni.
Il nostro secolo è definito da reti di persone che hanno la libertà di interagire con chi vogliono e dalla capacità di condividere facilmente idee ed esperienze. Prima di Internet, se avevi opinioni o interessi diversi da quelli del tuo “vicinato”, era difficile trovare una community che condividesse i tuoi interessi. Se volevi attirare l’attenzione su un problema, di solito dovevi passare attraverso i politici o la stampa (qualcuno con il potere di distribuire il tuo messaggio). Se desideravi raggiungere nuovi clienti per la tua attività, era necessario puntare su pubblicità costose o cartelloni pubblicitari. Non dimenticherò mai come, subito dopo aver lanciato News Feed, abbiamo visto milioni di persone organizzare marce contro la violenza in Colombia. Abbiamo visto le comunità riunirsi per fare raccolte di fondi virali.
Ora puoi connetterti con chiunque e usare la tua voce. Le persone hanno ora un potere molto più grande e questo crea opportunità, ma anche nuove sfide e responsabilità.
Negli ultimi due anni, l’opinione pubblica si è rivolta a nuove questioni sociali ed etiche come l’esigenza di bilanciare la libertà di espressione e sicurezza, i principi per proteggere la privacy in un mondo in cui le persone condividono tante informazioni, migliorare la salute e il benessere quando siamo sempre connessi e assicurare l’integrità delle nostre elezioni e i processi democratici. Questioni critiche che abbiamo la responsabilità di gestire in modo attivo per prevenire danni.
Abbiamo fatto progressi su questi problemi e costruito alcuni dei sistemi più avanzati al mondo per affrontarli, ma c’è ancora molto da fare. Stiamo prendendo iniziative impensabili solo pochi anni fa – ad esempio, quest’anno pensiamo di spendere di più nella sicurezza e nell’intelligenza artificiale.
Inoltre, mentre qualsiasi cambiamento sociale crea incertezza, dall’altro lato rimodella la società per essere più aperta e responsabile. Siamo ancora agli inizi di questa trasformazione e in un certo senso è appena iniziata.
Quando ho lanciato Facebook, credevo che tutti avessimo un profondo desiderio di concentrarci maggiormente sulle persone – non solo di commercio, aziende, app o politica. Lo credo ancora oggi, e sono grato a tutti coloro che nella nostra comunità danno ogni giorno il loro contributo. Brindiamo ai prossimi 15 anni.
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