Non è una novità che arte e musica possono costituire un binomio appetibile per il mercato. Il caso recente della collezione di opere d’arte di David Bowie, messa in vendita da Sotheby’s nel 2016, ha dimostrato come l’unione di una collezione di opere interessanti sotto il profilo collezionistico e l’amore per un artista possano generare il successo di un’asta. Il confine fra il fanatismo feticista per un personaggio celebre e la passione collezionistica è sottile, ed entrambi gli elementi possono innescare quella caccia al capolavoro che si traduce in cifre record al martello d’asta.
Dopo quell’episodio di successo legato ad un’icona del rock inglese, Christie’s prova a mettere segno un colpo con la messa all’incanto della collezione di George Michael, una delle icone del pop inglese fra gli anni Ottanta e Novanta che, con 120 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, ha toccato i vertici di popolarità nella storia della musica. La sua collezione di opere d’arte contemporanea composta di 200 pezzi sarà messa all’asta il prossimo 14 marzo, accompagnata da una travelling exhibition che da Londra porterà la collezione ad essere valutata dai collezionisti a New York e a Los Angeles. L’esposizione itinerante prevede anche una sosta in Cina, nelle sedi flagship di Shanghai e di Hong Kong, secondo una scelta strategica che vede Michael molto amato nel paese del Sol Levante, quando gli Wham! furono la prima band inglese a esibirsi in Oriente.
La collezione di Michael è anche uno strumento di lettura della storia della personalità dell’artista e dell’uomo. Come ha dichiarato il Trust – che amministra l’ingente patrimonio lasciato dal cantante, morto senza eredi diretti – la sua raccolta di opere d’arte racconta della grande vicinanza dell’artista alla scena dell’arte inglese fra gli anni Ottanta e Novanta, segnata dall’amicizia della star con alcuni artisti di punta al gruppo del gruppo degli Young British Artists, tra cui Tracey Emin, Damien Hirst, Marc Quinn, Michael Craig-Martin. La collezione riflette i rapporti personali con gli artisti di cui George ammirava lo spirito innovativo ed iconoclasta, e le cui opere erano acquistate in seguito alle visite agli studi e alle incursioni nelle gallerie.
In catalogo troviamo quindi alcuni lavori iconici degli YBA, fra cui un’opera di Damien Hirst (the Incomplete Truth del 2006, in vetro, alluminio dipinto, silicone, acrilico acciaio e una colomba vera inserita in formaldeide), che altro non è che una riflessione sulla morte e sull’arte, in stretto collegamento con le seminali opere di Hirst sul tema degli anni Novanta: il pezzo è stimato 1.000.000/1.500.000 di sterline. Accanto a questo troviamo anche un lavoro iconico di Tracey Emin (Drunk to the bottom of my soul del 2002, un lenzuolo applicato), in cui lenzuolo costituisce il supporto per una confessione intima, che è offerto con una valutazione fra i 180/250.000 sterline. Si fa notare poi la bellissima tela di Bridget Riley (Songbird del 1982, olio su lino) che, collocato sul camino del salotto di casa, era una delle opere preferite del cantante: è inclusa in catalogo con una stima 400/500.000 sterline.
La scelta di affiancare alla live auction lo strumento dell’online è per Christie’s il modo più efficace per avvicinare la collezione ai fans del cantante distribuiti su scala globale, che potranno godere di un accesso semplice al bidding della collezione. I risultati a molte cifre sono attesi.
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