Il mercato globale dell’arte sembra destinato ad archiviare con deciso ottimismo il 2022. Questo è il dato che emerge dal Survey of Global Collecting in 2022, pubblicato da Art Basel e Ubs e curato da Clare McAndrew, fondatrice di Arts Economics. Il 2022 dovrebbe, infatti, confermare il trend emerso nel 2021, che aveva segnato una crescita delle vendite di circa il 30%, superando addirittura i livelli pre-pandemici e raggiungendo un controvalore del venduto pari a 65,1 miliardi di dollari. Il positivo andamento è guidato dai collezionisti con un patrimonio netto elevato (high net worth, hnw).
Come va il mercato dell’arte
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Il report, che ha coinvolto oltre 2.700 compratori di arte hnw in 11 zone geografiche, rileva che i collezionisti sono ottimisti e fiduciosi riguardo al mercato dell’arte nel 2022, nonostante l’aumento dell’inflazione. Lo studio fa emergere alcune tendenze per l’anno che si è appena concluso e permette di delineare anche ciò che potrebbe avvenire nei prossimi mesi. La sintesi che evidenzia il fervore è che più della metà dei collezionisti (il 55%) prevede di acquistare opere d’arte nei prossimi sei mesi.
Andando nel dettaglio, si scopre che la spesa mediana per opere d’arte nella prima metà del 2022 è quasi raddoppiata rispetto al 2019, passando da 100mila a 180mila dollari. Elemento degno di nota è che questo ammontare è notevolmente superiore anche a quello dell’intero anno 2021 (164 mila dollari).
A riprova che il mercato è trainato da collezionisti possessori di grandi patrimoni, la quota di collezionisti che acquistano opere con un prezzo superiore a un milione di dollari è quasi raddoppiata rispetto al 2021, passando dal 12% al 23% degli intervistati.
Non solo arte fisica: i collezionisti stanno acquistando anche più Nft. L’anno orribile delle criptovalute non ha raffreddato l’appetito per le opere digitali. Anzi. I grandi collezionisti intervistati hanno speso una media di 46mila dollari in Nft d’arte, contro i 44mila del 2021.
Aste e fiere
Il 2022 è stato anche l’anno della piena ripresa delle fiere d’arte, nonostante il prosieguo della pandemia. Questo ha generato ulteriore vivacità nel mercato, ma, anche se hanno visitato fiere d’arte e gallerie, i grandi collezionisti hanno acquistato anche online e sono in minoranza (il 42%) quelli che preferiscono effettuare transazioni di persona. Questo elemento è degno di nota perché mostra come l’omnicanalità del sistema dell’arte abbia definitivamente preso campo. Galleristi e rivenditori rimangono il canale preferito dai collezionisti, che acquistano quasi tutti (il 93%) tramite un dealer, presso gallerie, fiere, oppure online.
Soffrono leggermente le aste. Secondo il report è in leggero calo il numero di coloro che hanno comprato all’incanto rispetto al 2021 (17% contro 20%).
L’anima sostenibile dell’arte
Da segnalare è l’anima sostenibile dei collezionisti. Gli intervistati affermano che è sempre più importante perseguire una maggiore sostenibilità e indicano anche la strada per farlo: cataloghi esclusivamente digitali e metodi di spedizione a basso impatto ambientale. L’attenzione per la sostenibilità è così sentita che i collezionisti sono disposti a pagare un premio per opzioni di acquisito maggiormente sostenibili: il 98% è favorevole a un aumento del 5%, l’86% è felice di pagare il 10% in più e il 57% è disposto addirittura a pagare un premio di sostenibilità del 25%.
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