La recente esibizione in-game di DJ Marshmello su Fortnite, il videogames di successo sviluppato dalla Epic Games, potrebbe essere segnare l’apertura di un nuovo e redditizio campo per gli artisti. In realtà, spiega Bobby Owsinski su Forbes.com, non è una novità assoluta – è stato fatto un decennio fa su Second Life – ma la tecnologia è ora al punto in cui un utente può avere un’esperienza interattiva e l’artista può raggiungere molti più potenziali fan.
Marshmello ha infatti suonato di fronte a quasi 10 milioni di utenti, i cui avatar erano in grado di assistere al concerto e ballare al Pleasant Park nel gioco, lo scorso 2 febbraio. Naturalmente, questo è stato un grande risultato per il gioco stesso, ma anche per l’artista in questione. Billboard ha riferito che i suoi streaming sono aumentati di ben il 24.000% su alcune canzoni.
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Come si spiega? Il fatto è che l’industria dei videogiochi è molto più grande dell’industria musicale, dice ancora Owsinski, con Fortnite che macina 2,4 miliardi di dollari di entrate in più rispetto a Sony Music.
Il successo di Marshmello/Fortnite potrebbe quindi fungere da apripista per il mondo della musica. Il problema però è che i discografici non conoscono bene un gioco che parla più alle generazioni dei giovanissimi. E di certo un DJ come Marshmello, artista senza volto – che quindi può adattarsi facilmente come avatar in un videogames – si presta a soluzioni di questo genere.
Ma al netto di dubbi e problematiche, il successo del connubio Marshmello/Fortnite indica la via per una strada futura che potrebbe cambiare il modo in cui gli artisti vengono presentati e le loro opere monetizzate.
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