T-shirt nera, pantaloni beige, stivaletti bordeaux, capelli sciolti, trucco acqua e sapone. In spalla, la regina di tutte le borse vintage: la Chanel nera con catenina dorata. So chic. Che svela qualcosa della personalità di Chiara Capitani, 29 anni, un carattere fermo di quelli che difficilmente non riescono a mandare la palla in buca. Bionda, occhi azzurri e uno sguardo disarmante, Chiara è quanto più lontano ci sia dallo stereotipo della principessa sorrisi e lustrini. Per la nostra intervista, ci accomodiamo all’interno della suite del Grand Hotel et de Milan, inaugurato nel 1863 e prediletto dalle celebrità dello spettacolo, della moda e del business, che conserva ancora oggi il fascino di un’antica “casa” milanese. Come sottofondo, le note retró di Doris Day e Brenda Lee.
Chiara è una ragazza giovane, piena di talento. Che trasmette quello che, la nostra generazione, potrebbe chiamare “una chiara visione dei sogni”. Sogni che lei, diploma in Fashion Communication allo Ied di Roma, coltiva sin da bambina quando insieme alla nonna inizia a disegnare vestiti per le bambole: “la nonna era una sarta bravissima – racconta a Forbes.it – io disegnavo, lei cuciva: un duo perfetto…mamma e zia, poi, sono sempre state le mie icone”.
Quando le domando se ha delle icone da milioni di follower su Instagram, invece, lei che di follower ne ha 154mila, mi risponde che in realtà non ha dei punti di riferimento determinati, e quando crea le piace lasciarsi ispirare da qualsiasi cosa sia in grado di muovere la sua creatività: “si tratti di arte, viaggi o riviste di moda, tutto può sorprendermi”. In particolare, Chiara ama dividersi tra Tokyo e Los Angeles, la prima per il senso estetico dei suoi abitanti, la seconda perché le ricorda la sua Latina, il mare, le palme e il sole. Una città libera. Wild. E poi, a Tokyo e LA Chiara si dedica alla ricerca dei capi vintage più esclusivi in store come Recess e Chicago.
La passione per le scarpe, indossate per gioco insieme alla mamma, diventa presto il mondo di Chiara. “Dopo gli studi a Roma mi sono trasferita a Milano per fare uno stage con Vogue e poi ho iniziato a studiare design, rendendomi presto conto come proprio questa fosse la mia vera passione”. Il motivo del nostro incontro, è la presentazione di un progetto che ha visto la collaborazione creativa di Chiara con il brand napoletano Numero Otto per una capsule di pellicce ispirate ai fantastici anni ’80: vestibilità over, colori forti come il giallo fluo e il rosa, linee sartoriali d’ispirazione maschile.
Un momento ricco di novità per la giovane designer laziale, che sempre nella cornice della fashion week milanese ha presentato il marchio di gioielli Eera, creato a quattro mani con l’amica Romy Blanga. La domanda su un ipotetico sogno nel cassetto è a questo punto superflua: “il mio sogno lo sto realizzando ora (lo stesso nome Eera scelto per il nuovo brand è fortemente evocativo: la prima “e” a rappresentare il passato e la seconda invece il futuro). Un futuro di certo roseo, a giudicare dalle premesse.
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