Il nyse di new york (migliori titoli in Borsa durante il coronavirus)
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Quello che i top manager non dicono…lo legge un nuovo software per investire

Il nyse di new york
Il floor del New York Stock Exchange (Photo by Drew Angerer/Getty Images)
È un software che funziona in modo quasi poliziesco: scopre quello che gli amministratori delegati non possono o non vogliono dire, quando si nascondono dietro giri di parole o termini vaghi per non turbare gli azionisti. Analizzando una quantità spropositata di materiale informativo – tweet, dichiarazioni pubbliche, report trimestrali e trascrizioni – questo software punta a cogliere dettagli preziosi per gli investitori, fornendogli un importante vantaggio sui concorrenti. È un lavoro che fanno già moltissimi analisti in carne ed ossa. Ma si sa, l’essere umano tende a stancarsi più facilmente degli algoritmi, e così c’è chi ha pensato di affidarsi all’Intelligenza Artificiale e automatizzare l’intero processo.

A sviluppare questo software è stata una startup israeliana-americana, Amenity Analytics, di cui ha parlato recentemente Bloomberg. Il software, promettono i creatori, non si allontana troppo da un sogno proibito per i detective Cia ed Fbi, in quanto è capace di afferrare segnali impercettibili per gli analisti distratti (o comuni mortali) ad esempio cambi nel tono della voce e delle parole utilizzate, circonlocuzioni incongrue, oppure statistiche nell’uso di specifici termini che risultano anomale rispetto all’abitudine. Con l’aiuto di potenti algoritmi, Amenity  traduce questa lettura in un valore numerico – positivo o negativo – che aiuterà i trader a prendere decisioni più velocemente. I venture capitalist americani sembrano fidarsi, e la settimana scorsa Amenity ha ottenuto un round di finanziamenti per circa 16 milioni di euro (nel 2017 ne aveva raccolti 7 milioni).

Intervistato da Haaretz, il vicepresidente della sezione ingegneristica di Amenity, Roy Penn, ha spiegato che gli analisti umani, a causa del loro carico di lavoro, talvolta possono lasciarsi sfuggire parole-chiave che racchiudono il reale significato di un comunicato stampa o di una dichiarazione pubblica. Amenity si occupa invece di recuperare e analizzare tutte le informazioni rilasciate in passato da quelle stesse società per rintracciare indizi precisi e trend interessanti. Agendo in questo modo da “segnalatore” di sensazioni preoccupanti o tranquillizzanti, che si traducono com’è ovvio in decisioni di investimento.

“Abbiamo identificato all’incirca 50 diverse maniere con cui un a.d. può evitare di rispondere alle domande”, spiega Penn. Ad esempio, un manager che evita le domande scomode soltanto il 10 per cento delle volte e poi inizia a farlo per diversi incontri di fila può essere un dato che il software di Amenity può rilevare e segnalare a chi ne fa uso. “Uno dei nostri clienti l’ha chiamato il rilevatore di balle”.

Fondata tre anni fa, Amenity impiega un set di strumenti per il data mining appositamente pensato per i documenti finanziari, ed è stato già adottato da agenzie di rating come Moody’s, dal Nasdaq, e da giganti della comunicazione come TimeWarner. Le principali menti dietro il progetto sono Nathaniel Storch, che ha lavorato per anni in finanza, e Ronen Feldman, un professore israeliano esperto di data mining applicato alla linguistica. Adesso Amenity dà lavoro a 60 persone, due terzi delle quali in Israele. La società non vuole rivelare i suoi ricavi, ma gli amministratori dicono che tutti i profitti sono reinvestiti per la crescita.

Tra gli investitori che hanno creduto in Amenity c’è Intel, che gli ha chiesto di fare un progetto sulla realtà aumentata e sul modo in cui questa è discussa nei media. La società così ha scoperto che Nintendo aveva iniziato a disseminare i riferimenti alla realtà aumentata fino a un anno e mezzo prima del lancio del videogioco PokémonGo. Attenzione: questo non vuol dire che il sistema di Amenity può determinare con anticipo quale determinato prodotto verrà lanciato – realizzare veri e propri “scoop”, insomma – ma può perlomeno anticipare se qualcosa di grosso sta bollendo in pentola, da qualche parte.

Il motore che spinge Amenity è alimentato dal natural language processing, il trattamento informatico del linguaggio umano attraverso l’analisi di grandi quantità di dati. In altre parole i computer sminuzzano ogni frase che analizzano in diverse componenti, frasi e paragrafi, che vengono passati a raggi-X dal punto di vista sintattico e grammaticale, e confrontati con altri pezzetti di informazioni provenienti dal soggetto analizzato, archiviati nel sistema. Secondo i suoi creatori, l’Intelligenza artificiale di Amenity è capace di identificare l’uso di sarcasmo e metafore, così come di capire il tono di un discorso basandosi sulle pause, i balbettii tra una parola e l’altra, oppure il tempo impiegato per rispondere a una domanda.

Storch e Feldman pensano in grande, e così come prossima mossa stanno pensando di sviluppare un sistema che possa essere usato da fondi speculativi di dimensioni ridotte, oppure dai cosiddetti family office, vale a dire società di servizi che gestiscono il patrimonio di famiglie facoltose. Amenity ha tentato inoltre di espandersi come consulente algoritmico nel settore delle assicurazioni e dell’industria automobilistica.

Certo non mancano i concorrenti: da International Business Machines Corp. e la sua piattaforma di AI, Watson, a Google del conglomerato Alphabet, ai raffinati sistemi di analisi costruiti in house da diversi giganti bancari.

I risultati di Amenity sembrano tuttavia incoraggianti, almeno fino a questo momento. Nell’autunno scorso, Barclays Capital ha usato questo punteggio del “sentimento” fornito da Amenity durante alcune conference call sui dati trimestrali per decidere se comprare o vendere a breve le azioni di quelle società – producendo un ritorno annuale di circa il 13 per cento più alto dell’indice usato come benchmark. Sempre secondo Barclays, il sistema di punteggi di Amenity è più affidabile del sistema tradizionale che elabora la stima del sentiment aziendale basandosi sulle parole menzionate più spesso durante una call.

Basandosi sul software di Amenity, la società di ricerca borsistica Evercore ha esaminato diversi comunicati stampa di società quotate nello S&P 500 per studiarne i trend macro, e capire se erano turbate dalla guerra dei dazi con la Cina oppure se presagivano la fine della corsa di Wall Street e l’arrivo di una nuova crisi economica. Il sistema ovviamente funziona meglio quando gli utenti confrontano il sentiment score di una dichiarazione pubblica con i numeri delle dichiarazioni precedenti, o usando i numeri prodotti da altre società del settore come benchmark. In fondo, l’uso dei cliché come sistema per evadere e confondere ha a che fare non solo con le circostanze specifiche di un bilancio trimestrale, ma anche con la cultura e le usanze che uno specifico contesto si porta dietro.

 

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