E se l’assistente vocale potesse salvarci la vita? Forse questo momento non è poi così lontano. I ricercatori dell’Università di Washington hanno sviluppato un algoritmo di intelligenza artificiale da applicare agli smart speaker che sarebbe in grado di riconosce un infarto a distanza.
Le malattie del sistema cardiocircolatorio rappresentano una delle principali cause di morte, anche in Italia. Tuttavia, ai primi sintomi di infarto, un’azione tempestiva sul paziente può fare la differenza. Non a caso, infatti, come dimostra uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology spesso la morte per attacco cardiaco sopraggiunge di notte quando un intervento immediato risulta più complesso.
Partendo da questi presupposti, gli studiosi hanno messo a punto un sistema da poter inglobare all’interno di assistenti vocali o smartphone in grado di ascoltare i suoni emessi durante la respirazione e associati all’arresto cardiaco e quindi avvisare i servizi di emergenza quando a casa non c’è nessuno che possa fornire assistenza o tutti dormono.
Come riconoscere un attacco di cuore? Ci pensa Alexa
Tra i sintomi di infarto rientra il cosiddetto respiro agonico. “Questo tipo di respirazione accade quando un paziente sperimenta livelli di ossigeno davvero bassi. È una sorta di rumore gutturale e la sua unicità lo rende un buon biomarcatore audio da utilizzare per identificare se qualcuno è in fase di arresto cardiaco”, ha detto Jacob Sunshine, assistente professore di anestesia e medicina del dolore nonché uno degli autori dello studio.
Allenando l’algoritmo di intelligenza artificiale al riconoscimento di questa tipologia di respiro, gli altoparlanti smart come Amazon Alexa o Google Home potrebbero essere in grado di registrare un evento di questo tipo e dunque avvisare chiunque si trovi nelle vicinanze per fornire assistenza e in caso di mancata risposta chiamare automaticamente il numero di emergenza.
Assistente vocale, il nuovo strumento per prevenire un infarto: lo studio
Per dimostrare la propria idea i ricercatori hanno rilevato estratti audio di 2,5 secondi da chiamate reali giunte al 911 (numero di emergenza Usa) e addestrato un modello di apprendimento automatico al fine di classificare la respirazione agonizzante con Amazon Alexa, iPhone 5s e Samsung GalaxyS4.
I suoni sono stati riprodotti anche da distanze diverse con rumori di sottofondo aggiunti come un cane o un clacson di macchina, per garantire che lo strumento possa sentire la respirazione al di là degli avvenimenti che tutti i giorni si svolgono intorno alla casa. Durante i test di riconoscimento del respiro agonico il tasso di falsi positivi su oltre 200.000 clip è stato dello 0,2 per cento.
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