Ha ricevuto un nuovo finanziamento di 27 milioni dalla americana Valar Ventures, da Creandum e Redalpine e ora la startup tedesca Taxfix vuole espandersi anche in altri Paesi europei, compresa l’Italia, che il ceo Mathis Buchi considera “Un mercato estremamente interessante”.
Come dargli torto se parliamo di un’applicazione che rimborsa le tasse che aziende e partite Iva hanno a credito? Ma andiamo per ordine. Incontriamo questa giovane startup all’evento “Italy RestartsUp” che si tiene a Berlino organizzato da Smau e ICI. Un’idea del Presidente Smau Pierantonio Macola per “Creare un ponte tra il nostro ecosistema di startup innovative e il ricco mercato tedesco”.
Taxfix è una applicazione basata su Intelligenza Artificiale, machine learning e dati che collabora con l’agenzia delle entrate tedesca e che procura un tax return di 5 milioni alla settimana ai cittadini e alle aziende che vantano credito d’imposta. In sostanza è la fionda di Davide contro il Golia della burocrazia che rallenta in maniera esasperante il processo per tornare in possesso di soldi che appartengono alle imprese o ai professionisti.
L’applicazione agisce in maniera semplice: si basa su 70 domande che gli utenti iscritti posso sottoporre al sistema ed è possibile, al tempo stesso, scannerizzare i documenti da inserire nel sistema dell’app. Alzando gli occhi al mercato globale, su cui la startup Taxfix sta puntando con nuove imminenti aperture, le stime parlano di un mercato del “tax returns” di oltre 700 milioni di dollari, bei soldi finiti nella tenaglia della burocrazia che spaventa i cittadini i quali in molti casi preferiscono rinunciare ai rimborsi pur di non entrare nel costoso calvario che milioni di italiani conoscono bene.
“La rivoluzione digitale che ha investito come uno tsunami vari settori: dalla finanza al retail, dai viaggi alle assicurazioni con una capacità di disintermediazione che non conosce limiti, ora raggiunge anche il mercato delle tasse” dice James Fitzgerald Général, partner di Valar Ventures. E i risultati che stiamo ottenendo in termini di ritorno degli investimenti sono molto incoraggianti per puntare ad una espansione globale”.
Ecco perché dopo gli 11,6 milioni di euro del primo round, che risale all’agosto del 2018, adesso arrivano gli altri 27. “Al di là dell’aspetto di business che ovviamente ci interessa”, continua Mathis Buchi, “siamo orgogliosi di aver abbattuto il muro che separava gli utenti che non avrebbero mai chiesto un rimborso prima della semplificazione di questa app”. La media dei rimborsi che Taxfix sta assegnando è di 974 euro a utente con un flusso settimanale di 5 milioni a settimana solo nel mercato tedesco. Se questa app diventerà virale l’antico tabù rimborsi cadrà insieme ai tanti altri polverizzati dalla rivoluzione digitale.
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