Lifestyle

A tavola nei tre stelle Michelin: Dal Pescatore della famiglia Santini

Articolo di Stefano Cocco tratto dal numero di dicembre 2019 di Forbes. Abbonati

Detesto addormentarmi in macchina. La reputo una mancanza di rispetto verso il conducente, specie se si viaggia solo in due. E, poi, adoro spostarmi in automobile. Mi piace ascoltare la musica giusta. Mi piace creare playlist ad hoc per il percorso da affrontare e abbinarle allo stato d’animo del momento. Il movimento della macchina, però, ha spesso un effetto soporifero su di me. Mi culla. Mi porta indietro nel tempo, come una petite madelaine proustiana, rammentandomi le scampagnate domenicali con i miei genitori. Ha il sapore della pizza al pomodoro del forno sotto casa. Ha il suono delle voci di Lucio Dalla e Fabio Concato, riprodotte dagli altoparlanti dello stereo. Così familiari, rassicuranti.

Conosco dei trucchi per non cedere al sonno: parlare è quello che preferisco. Ma anche leggere o scrivere non sono da meno: per fortuna, non ho mai sofferto di mal d’auto. Questa volta non sono riuscito a seguire i miei principi: sono precipitato tra le braccia di Morfeo. Che chissà per quante ore mi ha cullato…

– Dove siamo? – chiedo all’Uomo delle Stelle sistemandomi sul sedile e allentando di poco la cintura di sicurezza.

– A Canneto sull’Oglio – risponde lui, tenendo comunque gli occhi fissi sulla strada. Il mio sguardo funziona meglio di una qualunque domanda. Il mio compagno di viaggio se ne accorge immediatamente e con un rapido movimento della mano apre la cartina sul computer di bordo.

– Questa è Parma – mi spiega indicando un punto rosso sullo schermo – queste, invece, Cremona, Mantova e Brescia. Disegna idealmente un quadrilatero. La meta verso la quale siamo diretti è Dal Pescatore, ristorante tre stelle Michelin gestito dalla famiglia Santini. Nato negli anni ’20 come osteria chiamata Pesce e Vino, solo intorno al 1970 ha cambiato nome e trovato la sua vera vocazione: la cucina di livello. Tutto all’interno dà l’idea di una sorta di focolare domestico, giunto ormai alla sua quarta generazione. In sala ci sono Antonio e Alberto, padre e figlio, maître e sommelier. Davanti ai fornelli Nadia e Giovanni, madre e figlio. Loro quattro, insieme a Valentina, moglie dello chef, sono il ristorante. Se l’intento di Dal Pescatore è quello di far respirare aria di casa, allora l’obiettivo è pienamente centrato. Fin dall’ingresso del cancello principale che porta in una villa meravigliosa. I coperti non sono moltissimi, i tavoli, rotondi, sono ricoperti da interessanti tovaglie bianche. Il tutto è arricchito da uno splendido camino che scoppietta allegramente e da alcune vetrate che mostrano il giardino circostante. Il menu: apriamo con un amuse bouche di benvenuto, poi passiamo alla terrina di astice con caviale oscietra royale e olio extra vergine toscano. Le chiocciole petis gris della pianura con salsa di erbe aromatiche, funghi porcini e aglio dolce. Petto di anatra all’aceto balsamico e mostarda di frutta e, per chiudere, lo strepitoso soufflè all’arancia della famiglia Santini.

Uscendo dal ristorante, l’Uomo delle Stelle mi guarda con aria sorniona.

– Che succede? – gli faccio segno con la testa.

– Guida tu – mi schernisce – Con tutto quello che abbiamo mangiato, non vorrei ripetere il viaggio d’andata – Tranquillo – continua lui – non smetterò di parlare per un secondo. Dobbiamo commentare i piatti della famiglia Santini, ingrediente per ingrediente.

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