Popolo vegano, sta per arrivare un nuovo hamburger fatto apposta per voi che promette di fare concorrenza a quello preparato nell’orto di Beyond Meat, prima azienda di prodotti vegetali alternativi alla carne a diventare pubblica che ha fatto letteralmente impazzire Wall Street al suo ingresso nel maggio dello scorso anno, e a quello di Impossible Foods.
A entrare nel business dei prodotti a base di carne finta ora è Cargill, la multinazionale americana attiva nel settore agroalimentare da 155 anni. Una scelta che trova le sue ragioni nel continuo aumentare della domanda di proteine diverse da quelle derivanti dalla carne, sia per motivi legati alla salute, sia per il benessere degli animali e non ultimo per limitare i danni ambientali derivanti dall’allevamento massivo.
Cargill, come riporta Reuters, offrirà ai clienti polpette e prodotti macinati a base di proteine di soia o di piselli, che possono essere trasformati in tacos, salsa per spaghetti o altri piatti. I rivenditori saranno in grado di vendere i prodotti con le proprie etichette.
Cargill, l’impresa di famiglia non quotata più grande degli Stati Uniti
Ma chi è Cargill? A chi è pratico del settore alimentare questo nome non è certo nuovo considerando che l’azienda ha iniziato la propria attività in Italia nel 1962 e conta oggi oltre 700 dipendenti distribuiti su ben nove sedi sparse sul territorio. Forse però non sa che Cargill è anche una delle più grandi imprese familiari non quotate al mondo e la prima negli Stati Uniti.
Tutto ha inizio nel 1865, quando William Wallace Cargill decide di puntare sul commercio di granaglie. In meno di vent’anni l’imprenditore estende l’attività anche ad altri settori, entrando così nel mercato del carbone, delle farine, dei mangimi, del legname e delle sementi. A ciò si aggiungono una serie di investimenti riguardanti la rete ferroviaria, i terreni, i sistemi di irrigazione e gli allevamenti.
W. Cargill muore nel 1909 e la leadership dell’azienda passa a John MacMillan, Sr., suo genero che ne trasferisce la sede a Minneapolis (Minnesota). Gli anni ’30 sono gli anni dell’espansione globale, l’azienda apre uffici di rappresentanza in Canada, nei Paesi Bassi e in Argentina che però sono costretti a chiudere in breve tempo a causa della Seconda Guerra Mondiale. È infatti dopo la fine del conflitto che la Cargill ha il suo grande momento di crescita e espande il suo portfolio di prodotti e servizi in maniera significativa: oltre a grano, mangimi, semi, olio di semi e macinazione del grano, ora le attività includono sostanze chimiche, cacao, caffè, cotone, uova, fertilizzanti, servizi finanziari, farine, succhi, malto, carne, melassa, arachidi, petrolio, suini, polli, gomma, sale, acciaio, tacchini e lana.
Nel 2003, per la prima volta nella storia, i profitti di Cargill superano l’importo di 1 miliardo di dollari. Oggi l’azienda guidata da David W. MacLennan, discendente di William W. Cargill, è presente in 70 paesi e conta 160.000 dipendenti che lavorano uniti da un unico obiettivo comune: nutrire il mondo in modo sicuro, responsabile e sostenibile. La famiglia detiene ancora circa il 90% dell’attività che, a maggio 2019, ha registrato vendite per 114 miliardi di dollari tra le divisioni alimentari, agricole, finanziarie e industriali, posizionandola per il 12esimo anno consecutivo prima tra le aziende private negli Stati Uniti. Non solo. Cargill si è conquistata anche due posti (in Kansans e in Ohio) nella classifica redatta da Forbes dei migliori datori di lavoro in Usa stato per stato.
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