Torna questa sera alle 21.00 su BFC (canale 511 di Sky e 61 di TiVuSat) il Cenacolo, il talk show che porta la firma dell’imprenditore Arturo Artom. Ispirato al format di Cenacolo Artom, che da anni ospita leader provenienti da differenti settori, dall’arte al design, dall’imprenditoria allo spettacolo, il talk narra in 24 minuti una esperienza di successo dal mondo imprenditoriale e manageriale.
In questo ventiquattresimo appuntamento Arturo Artom ospita Jean Christophe Babin, ceo di Bulgari, lo storico marchio del lusso testimonial dell’eccellenza italiana nel mondo e, dal 2012, parte del gruppo francese LVMH.
“Guardate le stelle e non i vostri piedi. Siate curiosi”, spronava Stephen Hawking. E sempre verso “l’oltre” è posato lo sguardo vivace di Jean Christophe Babin, il carismatico manager che dal 2013 è alla guida di Bulgari. Perché la voglia di conoscere e comprendere è il leitmotiv che risuona costante lungo tutto il percorso della sua vita sino ad oggi.
Col Dna del viaggiatore nel sangue (nell’albero genealogico di Babin sono presenti anche esploratori) Jean Christophe, a soli 21 anni, conclude gli studi universitari presso la Scuola di studi superiori commerciali di Parigi (HEC Paris). Il perché di questa fretta? Semplice, voleva esplorare il mondo per comprenderne le diversità. Così, con i soldi guadagnati tramite lavori extra-scolastici e zaino in spalla, Jean Christophe parte solo verso l’Asia per tornare un anno dopo con un bagaglio fuori misura di esperienze ed emozioni. Ed è nuovamente in Asia che torna dopo i successivi due anni trascorsi nella marina militare francese.
Ora però tocca mettersi a lavorare sul serio e, dato ai suoi compagni di studio il tempo di recuperare il gap che li distanziavano da lui (come si diverte a dire lo stesso ceo), nel 1994 Babin rivolge le proprie attenzioni verso le più importanti multinazionali attive nelle grande distribuzione con una parentesi anche nella consulenza. Ciò che lo spinge non è semplicemente l’ambizione, ma, a livello più profondo, ritroviamo la sua inesauribile voglia di conoscenza, di mettersi in gioco per crescere come persona, non solo come manager. Jean Christophe colleziona così nel suo curriculum aziende del calibro di Procter & Gamble, Boston Consulting Group, Reckitt Benckiser e Henkel e in ognuna di queste ricopre ruoli dirigenziali di altissimo livello.
Ormai Jean Christophe è un manager con qualità riconosciute a livello mondiale e le proposte lavorative non esitano ad arrivare. Ad una Babin non riesce a dire no: si tratta di prendere in mano il marchio svizzero di orologi e cronografi di lusso sportivi TAG Heuer, acquisito da LVMH nel 1999, e fargli fare il salto emancipandolo dai circuiti di Formula 1 ai quali, sino a quel momento, era legata la sua notorietà. Entrare nel settore dei beni di lusso rappresenta per Jean Christophe una nuova sfida, e, nemmeno a dirlo, è proprio questo l’aspetto che rende l’offerta irrifiutabile. Attraverso il coinvolgimento di personalità del mondo dell’arte e dello sport tra i quali Leonardo di Caprio, Lewis Hamilton e Maria Sharapova, il marchio esplode toccando rapidamente un successo mai ottenuto prima di allora.
A TAG Heur Babin dedica ben tredici anni del suo lavoro sino a quando nel 2013 si spalancano le porte di una nuova avventura: la posizione di amministratore delegato di tutte le divisioni mondiali (gioielli, orologi, pelletteria, fragranze e hotel) del marchio Bulgari. Dalla svizzera a Roma, Babin torna a casa, perché per lui, che si definisce più genericamente “latino” e che in Italia aveva già vissuto, il nostro Paese è proprio come una seconda casa tanto da aver preso la doppia nazionalità franco-italiana. Obiettivo: fare di Bulgari il desiderio di esperienza di lusso più irresistibile al mondo. Come? Grazie all’eredità romana che materializza il sogno universale di bellezza nel suo patrimonio storico e artistico e generosamente lo dona allo sguardo di chi attraversa Roma, la capitale. Ma anche grazie ai nuovi modi di comunicare che la rivoluzione tecnologica ci propone, per essere là dove le nuove generazioni si confrontano e accompagnare lo storico marchio verso un’idea di lusso moderna.
Sinceramente innamorato di Roma, Jean Christophe Babin propone la sua ricetta per ridare alla capitale gli onori che merita e si mette in prima linea. Come accade per Milano e Parigi, Babin sente la responsabilità dei grandi marchi quali appunto Bulgari, Fendi e Valentino, nel dare a Roma la giusta visibilità. Solo partendo dal cuore pulsante delle sue eccellenze, dalle sue unicità, Roma potrà ritornare la Roma della Dolce Vita, ovviamente in chiave moderna, perché bisogna sempre guardare oltre.
Rivedi qui tutte le puntate del Cenacolo di Arturo Artom
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