È conto alla rovescia per il turismo spaziale. L’era sembra alle porte. Il primo ad aprirle è stato l’americano Eric Anderson, un ex-fanciullo prodigio che a soli 24 anni (ora ne ha 46) fondava Space Adventures. Con la compagnia, dal 2001, ha lanciato nello spazio otto privati e non proprio comuni cittadini, disposti a mettere sul piatto fra i 20 e i 50 milioni di dollari pur di spingersi lassù. Oggi Anderson sta per aggiudicarsi un altro primato, seppur condiviso con Elon Musk e la sua SpaceX. I due, con Axiom space, sono gli artefici di una missione che batterà un record mondiale: questa volta i turisti a bordo della navicella Crew Dragon “toccheranno il doppio dell’altitudine rispetto a qualsiasi precedente esploratore civile, o visitatore di una stazione spaziale.
Sarà la prima missione privata nello spazio con partecipanti a pagamento che utilizza l’intera tecnologia americana”, spiega Anderson. Che, aggiunge, da tempo frequenta Elon Musk: “Quello dello spazio è un mondo piccolo e alla fine ci si conosce tutti”. Vero, soprattutto se, come Anderson, si vive a Seattle, città dall’alta concentrazione di miliardari, da Jeff Bezos a Bill Gates e Howard Schultz di Starbucks. “In realtà sono di Denver”, spiega, “e ho fatto tante escursioni nelle mie montagne. È lì che è sbocciata la passione per il volo spaziale. C’è poco sulla Terra che sia bello come il cielo notturno fra le cime del Colorado”. Un trasferimento dovuto a ragioni di business, dunque: “Seattle è un eccellente incubatore tecnologico”, conferma Anderson, giovanile talento della matematica capitalizzato in una laurea in Ingegneria aerospaziale, “molte persone sono attratte da questa zona per il clima mite; io ci sono arrivato mettendomi sulle tracce delle persone dalle quali volevo imparare”.
Per la verità, da piccolo, come tanti altri Eric Anderson avrebbe preferito diventare astronauta, ma il sogno si è infranto contro una grave miopia: “Lì per lì la cosa mi ha frustrato non poco, ma presto ha prevalso la determinazione di trovare comunque una via per arrivare nello spazio. Non l’ho ancora percorsa personalmente, ma un giorno accadrà”.
Mentre Anderson pianifica, si fanno già avanti i potenziali turisti spaziali desiderosi di partecipare alla missione dei record: “Siamo ancora nella fase della discussione, ma i candidati non mancano”. E voleranno sborsando intorno ai 50 milioni di dollari. Il che conferma che sebbene Space Adventures abbia sottoscritto una partnership con Musk, è difficile credere all’idillio in un settore strategico come quello spaziale. Viene da chiedersi come siano i rapporti con la Blue Origin di Bezos e soprattutto con la Virgin Galactic di Richard Branson, un concorrente diretto per quanto concerne il turismo oltre l’atmosfera. “Offrono un volo suborbitale e non orbitale”, precisa Anderson, che preferisce menzionare l’alleanza con Boeing: “Con loro abbiamo un accordo per offrire voli alla Stazione spaziale internazionale. Siamo anche forti di un contratto con Roscosmos, l’ente russo, per due clienti che voleranno sulla Iss alla fine del 2021”.
Imprenditori come Anderson certificano un cambio di paradigma epocale in un settore tradizionalmente operato da enti governativi o colossi industriali. Una rivoluzione che, negli ultimi anni, ha anche visto aumentare di molto il numero dei paesi con legittime ambizioni spaziali, prima fra tutte la Cina, dove si è registrato il singolo round di finanziamento più importante in assoluto nella storia del settore da parte di Alibaba. “L’aumento delle compagnie coinvolte in attività oltre l’atmosfera migliorerà l’offerta contribuendo ad ampliare servizi e volume d’affari complessivo”, commenta Anderson, “inoltre amo le sfide, che per me sono solo nuove opportunità. Bisogna tenere sempre gli occhi aperti, non si sa mai cosa porti con sé il giorno seguente”.
Una curiosità: che infanzia e adolescenza può aver avuto un virgulto dello spazio come lui, tre classi avanti rispetto ai coetanei (per via del bernoccolo della matematica)? “Giocavo come tutti i mie amici. Ma leggevo molto, avevo sempre la testa nei libri”. Quella testa che non vede l’ora di portare fra le stelle.
Eric Anderson il visionario
Space Adventures, di cui Anderson è co-fondatore e presidente, è stata la prima compagnia commerciale di voli spaziali. Con sede a Washington, dalla sua fondazione, nel 2001, ha organizzato otto missioni, fra cui i viaggi di Guy Laliberté, fondatore del Cirque du Soleil, e di Richard Garriot, celebrità nel mondo dei game designer. Il primo cliente fu Dennis Tito (imprenditore e astronauta, diventato celebre come primo turista spaziale). “Andai da lui per chiedergli di investire nella mia società”, ricorda Anderson, “ma mi rispose che non avrebbe fatto alcun investimento; voleva volare. Quel momento è stato uno dei più belli della mia vita. Da allora non ci siamo mai persi di vista ed è diventato un mio caro amico”.
Oltre alle imprese legate alla space economy, Anderson è attivo anche nei settori dell’energia, dell’alta tecnologia e della blockchain. Fra le sue aziende, spicca Planetary Holdings, società di investimento e consulenza a sostegno di imprenditori visionari. L’obiettivo della compagnia? Espandere la sfera d’influenza economica della Terra nel sistema solare e rendere possibili gli insediamenti umani extraterrestri.
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