La Scuderia Ferrari Mission Winnow e l’Istituto Italiano di Tecnologia hanno unito le loro forze per realizzare il progetto di un ventilatore polmonare che potrà essere utilizzato dalle strutture ospedaliere nella lotta al Covid-19. Il progetto è stato identificato con il codice FI5: le lettere sono le iniziali, rispettivamente, della Casa di Maranello e dell’istituto di ricerca che ha sede a Genova mentre la cifra indica il numero delle settimane che ci sono volute per arrivare all’accensione del prototipo partendo da un foglio bianco.
Il progetto FI5 si affianca così alle varie iniziative messe in atto sia da Ferrari che IIT. La Casa di Maranello nelle ultime settimane ha lanciato diversi progetti per l’assistenza sanitaria per il coronavirus – sia come supporto finanziario diretto sul territorio del Modenese sia come produzione di valvole per respiratori polmonari e raccordi per maschere di protezione – nonché al programma “Back on Track”, nato dalla collaborazione con un pool di virologi ed esperti e patrocinato dalla Regione Emilia Romagna, che ha come obiettivo la sicurezza dell’ambiente di lavoro dell’azienda al riavvio dell’attività produttiva, iniziato la scorsa settimana.
Ma com’è nata l’idea di realizzare il progetto FI5? La scintilla è stata la chiamata di IIT e la volontà di mettere a disposizione di tutti in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo, in Italia come nel resto del mondo, non soltanto strutture produttive di eccellenza e il sostegno alle tante iniziative sul territorio come quelle messe in atto da Ferrari ma anche creatività, reattività e know-how, caratteristiche che sono nel dna di un team di Formula 1 come la Scuderia.
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FI5 è stato progettato come un prodotto in grado di soddisfare le esigenze tipiche delle medie intensità di cura, affidabile, versatile, facile da usare e da assemblare, in grado di ottimizzare il consumo di ossigeno e di essere prodotto in serie utilizzando materiali di facile reperibilità così da avere un costo di gran lunga inferiore a quello dei ventilatori polmonari attualmente sul mercato. Le specifiche tecniche di FI5, i disegni, il firmware, il software e la lista componenti sono ora a disposizione come open source project, permettendo così a chiunque di poterlo produrre localmente: già alcune aziende italiane e straniere (Messico e Usa) hanno contatto Ferrari e IIT per procedere alla certificazione e alla distribuzione. IIT, connesso con tutti i centri di ricerca europei, veicolerà il progetto sulla rete Dih-Hero dedicata alle tecnologie robotiche in sanità.
Il gruppo di lavoro della Scuderia – guidato da Simone Resta, head of chassis engineering, e da Corrado Onorato, F1 Innovation Manager, che si sono avvalsi anche del supporto di un team trasversale fra gestione sportiva e GT – e quello dell’IIT, che ha messo in campo una squadra ricercatori e ingegneri coordinati da Marco Maggiali, facility coordinator icub tech e da Andrea Pagnin, research manager di IIT, hanno inizialmente definito una serie di requisiti essenziali, delineati grazie all’esperienza sul campo raccolta in varie strutture ospedaliere come l’Ospedale Niguarda di Milano e l’Ospedale Policlinico San Martino di Genova. Inoltre, prezioso è stato il supporto del Gruppo Camozzi, che ha avuto un ruolo chiave nella scelta di alcuni componenti fondamentali, effettuando anche esperimenti specifici sui propri prodotti per poter fornire dati utili per i modelli di simulazione.
Il progetto è stato portato avanti attraverso cinque fasi, dalla progettazione alle simulazioni, dalla scelta e approvvigionamento dei componenti fino alla realizzazione del prototipo e al suo collaudo. Gli ingegneri della Scuderia si sono occupati della progettazione in cad, della definizione della parte pneumatica e meccanica e delle simulazioni dinamiche mentre l’IIT si è fatto carico dell’acquisto di tutti i materiali, si è occupata della progettazione dell’elettronica, del firmware e del software di controllo e contribuito sulle simulazioni e sviluppato la progettazione del cablaggio e ha utilizzato la supply chain della Scuderia. Tutto il lavoro è stato improntato ad un rigoroso rispetto delle logiche di processo e della rispondenza ai requisiti necessari, tanto in termini di sicurezza che di affidabilità, per un uso effettivo sul campo.
Il primo prototipo è stato assemblato la scorsa settimana presso la sede dell’IIT a Genova ed è stato sottoposto a tutti i test di funzionamento, superati brillantemente. Peraltro, è già iniziata la fase di analisi dei dati per vedere quali ulteriori sviluppi si possono apportare. Come accade in un vero team di Formula 1, nemmeno i protagonisti di questa inusuale partnership fra la Scuderia Ferrari e l’IIT smettono un momento di pensare a come migliorare, che si tratti di una monoposto o di un ventilatore polmonare.
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