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Per la prima volta in 30 anni la Cina non fissa un obiettivo di crescita del Pil

Cina: il primo ministro cinese Li Keqiang
Il primo ministro cinese Li Keqiang, si inchina prima del suo discorso al Congresso nazionale del popolo, alla presenza del presidente Xi Jinping, in alto a destra (Kevin Frayer/Getty Images)

Articolo di Isabel Togoh apparso su Forbes.com

La pandemia di coronavirus ha costretto la Cina a non dichiarare il suo obiettivo di crescita annuale per la prima volta da quando ha iniziato a pubblicare gli obiettivi di Pil nel 1990. Si tratta dell’ennesimo segno dei danni  inferti dalla crisi sulla seconda più grande economia del mondo.

Fatti chiave

  • L’omissione dell’obiettivo di Pil ha messo in ombra la posticipazione di una settimana della riunione del Congresso nazionale del popolo, il più importante evento politico dell’anno in Cina.
  • Il premier cinese Li Keqiang ha dichiarato alla riunione di venerdì: “Non abbiamo fissato un obiettivo specifico per la crescita economica quest’anno. Questo perché il nostro Paese dovrà affrontare alcuni fattori che sono difficili da prevedere a causa della grande incertezza circa la pandemia di Covid-19 e il contesto economico e commerciale mondiale”.
  • La Cina ha annunciato per la prima volta ulteriori stimoli per mille miliardi di yuan in buoni del Tesoro, a sostegno delle imprese e delle regioni colpite duramente dalla pandemia.
  • Nello scorso trimestre l’economia cinese si è contratta per la prima volta negli ultimi decenni, del 6,8%. La pandemia ha spinto verso il basso gli obiettivi di creazione di posti di lavoro, le esportazioni, i consumi e gli investimenti poiché i blocchi hanno influenzato la produzione e la domanda sia in patria sia all’estero.
  • Prima della pandemia, la Cina puntava a pubblicare obiettivi di crescita del 6%. Li invece ha detto che la Cina ha preparato le basi per “raggiungere l’obiettivo di costruire una società moderatamente prospera sotto tutti gli aspetti”.
  • Pechino sta affrontando una crescente pressione internazionale per rispondere alle domande sulle origini del coronavirus.
  • Le tensioni con Washington si stanno moltiplicando ancora una volta mentre i funzionari si accusano a vicenda per la cattiva gestione dell’epidemia e le speranze di un accordo commerciale [con gli Usa], sul tavolo prima della pandemia, stanno rapidamente svanendo.

Informazione collegata

I futures sul petrolio a New York sono scesi di quasi il 6% venerdì mattina, a causa delle preoccupazioni per il tasso di crescita della Cina e per le tensioni tra Washington e Pechino.

Grandi numeri

Li ha annunciato l’obiettivo di creare 9 milioni di posti di lavoro nelle aree urbane nel prossimo anno, in calo rispetto all’obiettivo dello scorso anno di 11 milioni. L’obiettivo è il più basso degli ultimi sette anni. I funzionari affermano che la disoccupazione urbana è di circa il 5,5%, ma gli analisti ritengono che la disoccupazione potrebbe quasi raddoppiare, afferma il Guardian.per

Il contesto di fondo

Le speranze della Cina di continuare il suo percorso di crescita economica sono state compromesse dal coronavirus, che è stato individuato per la prima volta a Wuhan nel dicembre 2019. Milioni di persone sono state messe in lockdown, le attività non essenziali sono state chiuse e l’economia è stata messa in pausa per contenere il virus. Nel frattempo, la pandemia si è configurata come una delle maggiori sfide di leadership del Partito Comunista. Venerdì, Li ha fatto un cenno alla rabbia pubblica nei confronti dei funzionari per la loro lenta risposta al virus e per le punizioni inflitte ai sanitari che avevano avvertito dell’inizio dell’epidemia. C’è “ancora spazio per migliorare il lavoro del governo”, ha detto. La Cina ha riportato oltre 84.000 casi di Covid-19 e 4.600 decessi legati al virus.

Intanto a Hong Kong

La Cina ha rinnovato le mosse per affermare il proprio dominio su Hong Kong nel momento in cui nell’ex protettorato britannico sono riprese le proteste democratiche. Venerdì il governo ha annunciato l’intenzione di imporre una legge sulla sicurezza nazionale per vietare “tradimento, secessione, sedizione e sovversione”, suscitando preoccupazioni per un giro di vite sulle libertà di Hong Kong.

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