Articolo tratto dal numero di maggio di Forbes Italia
Nel cuore del Parco Naturale del Sile, il campus di H-Farm valorizza la sostenibilità e l’educazione ambientale dei futuri leader della trasformazione digitale. Dietro a questo progetto l’imprenditore trevigiano Riccardo Donadon: “L’entusiasmo dei giovani si fonde con le sfide delle grandi aziende”
Coniugare i paradigmi dell’educazione ambientale con il talento e le competenze digitali. Formare i leader dell’economia circolare in grado di generare e rigenerare processi innovativi e allo stesso tempo pastori dell’anima green che salveranno il mondo minacciato dall’indifferenza al cambiamento climatico e dal cinismo tecnologico. Quando nasce H-Farm nel 2005 è un’impresa affrontare i temi dell’innovazione tecnologica primaria – siamo nel pieno dell’analfabetismo digitale – figuriamoci indirizzarli verso obiettivi di sostenibilità non ancora sdoganati. Ma Riccardo Donadon, cavaliere senza macchia e senza paura (finanziaria) ha la vista lunga e ci prova: mettere insieme percorsi di orientamento e formativi sul cambiamento digitale, con l’educazione alla sostenibilità. E quale miglior viatico se non costruire H-Farm “in mezzo ai campi, per ricreare un’armonia fra il luogo e le persone che lavorano, sperimentano e innovano passeggiando nei campi, apprezzando le stagioni che la tecnologia rimuove ma che servono a riappropriarsi dei bioritmi naturali al passo con le innovazioni che vogliamo apportare. Siamo tutti diversi e le viviamo in modo diverso”.
Pensiero unico, avanguardistico, forse anche troppo per un’Italia miope e indolente. Ma Riccardo Donadon non molla e H-Farm raccoglie i meritati frutti, non solo d’impresa: “Uno degli effetti più rilevanti di questi 15 anni è che il messaggio green è diventato virale: i ragazzi hanno assunto questi paradigmi di educazione ambientale e nello stesso tempo abbiamo potuto aggregare talenti dell’innovazione digitale”.
Nel cuore del Parco Naturale del Sile, a pochi chilometri dalla Laguna di Venezia, nasce H-Farm, un polo d’innovazione che declina la filiera formativa dalla scuola elementare fino al più sofisticato master internazionale sulla trasformazione digitale. Un polo sostenibile nei fatti oltre che negli intenti. “Il campus si estende su 30 ettari”, spiega Riccardo Donadon, “dove sorgono strutture dedicate allo studio, alla ricerca e dove si lavora a stretto contatto con la natura. Abbiamo previsto 3.500 nuove piante e la sfida è raddoppiare nel giro di qualche anno. Vorremmo portare del verde lasciandolo in eredità al territorio, al di là di quello che riusciamo a seminare nella mente dei ragazzi”.
La relazione con l’ambiente naturale e non (la parte edificata è solo il 10% del campus e rigorosamente a impatto zero) è in sostanza parte integrante del percorso formativo, elemento chiave e decisamente originale, che valorizza sensibilità e competenze sostenibili dei futuri leader della trasformazione digitale. Un processo che nasce da una visione illuminata sulla trasformazione digitale, ma anche dalla personalità di Donadon che intraprende il possibile e l’impossibile per mettere in armonia le persone con l’ambiente: “Sono un fanatico del verde. Adoro creare paesaggi e creare conseguenzialità nello sviluppo di un progetto considerando tutte le variabili: la crescita delle piante, la stagionalità, la contaminazione fra una pianta all’altra. Metafore che, in qualche modo, influiscono nel comportamento delle persone che ci si immergono e si confrontano con qualcosa di tangibile e vicino a loro, e che è vivo e si muove. H-Farm lo propone come background e come parte integrante all’attività di innovazione. A cominciare dalla grande serra dove mangiamo, facciamo le riunioni, moltissime attività e che ci accoglie in tutte le stagioni, sempre calda e verde”.
Anche le imprese partner sono coinvolte in questo percorso sostenibile a tutto tondo. Una relazione che garantisce competenza e continuità anche nei percorsi di inserimento nel mondo del lavoro e dell’impresa innovativa: “Abbiamo dei partner straordinari come Audi, Cisco, Cattolica, che è anche un socio di H Farm, che credono e sostengono l’evoluzione del progetto. Abbiamo la fortuna di lavorare con i migliori nel mondo della moda, dei servizi, delle banche e assicurazioni, uno scenario super stimolante e di vera eccellenza; con i ragazzi si crea un circolo virtuoso che genera vero e sentito cambiamento. Quello che sta accadendo nel mondo, per esempio, ci rafforza, ci fa ripensare i processi. Sta accadendo nella relazione a distanza. Bisogna prendere atto che alcuni di questi processi dovranno cambiare”.
H-Farm è un mix di elementi super energetici: “L’entusiasmo dei giovani si fonde con le sfide delle grandi aziende e con i roll mode positive di chi ha qualche anno in più degli studenti, di chi sta provando a mettersi in gioco da solo e di chi ha storie di fallimento o di successo da condividere. Guardando negli occhi i ragazzi, percepisco che si rendono conto, che sono curiosi e vogliono capire di più quello che sta accadendo, e partecipare attivamente a sfide importanti. Esperienze che non hanno valore”. Formare i leader green del digitale è una grande idea. Ci contiamo.
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