Paolo Manuzzi general manager Vibram
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Sulla strada di Vibram, dal carrarmato alla sostenibilità

Paolo Manuzzi general manager Vibram
Paolo Manuzzi, general manager Vibram

Articolo pubblicato sul numero di Forbes di luglio

Un carrarmato per la vita di ogni giorno. È questo che è diventata Vibram, l’azienda di Albizzate, provincia di Varese, fondata da Vitale Bramani dopo che perdette sei compagni di alpinismo in una scalata. Un tragico fatto che lo spinse a progettare, nel 1937, quella che sarebbe divenuta la suola in gomma a Carrarmato, con un design destinato a diventare famoso in tutto il mondo e standard di aderenza assolutamente innovativi. Vibram si è evoluta, entrando con successo nel campo militare, in quello delle calzature antinfortunistiche, ma anche nella vita di ogni giorno e degli sport in montagna. Oggi fattura oltre 210 milioni di euro (dato 2019) e dà da lavorare a 800 persone di cui 277 in Italia. A raccontarlo a Forbes Italia è il suo general manager Paolo Manuzzi.

Innanzitutto, cosa fa di una suola Vibram un prodotto unico ed esclusivo?

Il primo merito è senza dubbio del celebre disegno Carrarmato inventato da Vitale Bramati nel 1937, un’icona riconosciuta in tutto il mondo. Poi non possiamo dimenticare due caratteristiche proprie di ogni suola Vibram: la durata, che è garanzia di sostenibilità in una società dove i consumi sono troppo spesso di tipo ‘usa e getta’, e la performance in termini di grip, trazione, sicurezza, abbattimento dei rischi di scivolamento in ogni tipo di situazione dal bagnato alla montagna, dalla città al cantiere.

Cos’altro fate per garantire la sostenibilità?

È diversi anni che siamo impegnati su questo fronte ed essendo legati al mondo del trekking e della montagna è un tema per noi sempre più fondamentale. Nel 1994 abbiamo lanciato la mescola Ecostep, che incorpora scarti di produzione ed è capace di ridurre gli sprechi e l’uso di materiali vergini fino al 30%. Negli ultimi anni abbiamo introdotto energia da fonti rinnovabili in ciascuno dei nostri stabilimenti, sviluppato nuove mescole oil free, ridotto gli scarti e le emissioni di CO2, eliminato l’uso delle bottiglie di plastica in azienda (40mila in meno solo ad Albizzate nel 2019). Per quanto riguarda i dipendenti mi piace menzionare l’ampia offerta di welfare aziendale, dalle sessioni guidate di corsa ai cineforum e alla formazione e il cui fiore all’occhiello è una mensa che chiunque venga a trovarci ci invidia.

Oltre alla suola Carrarmato quali sono i modelli che hanno fatto la storia di Vibram?

Vibram

In termini di suole la più iconica è senza dubbio il Carrarmato, mentre se vogliamo ragionare in senso più ampio sui modelli di scarpe che hanno contribuito a rendere celebre il marchio ci sono diversi tipi di anfibi militari: gli Alpini erano dotati di suole Vibram che, proprio perché il nostro era l’unico marchio riconoscibile, venivano chiamati “i Vibram”. Negli anni ’80 c’è stato il momento delle Timberland con il Carrarmato Vibram che hanno contribuito al successo del brand presso il consumatore di ogni giorno. Nel 2006 abbiamo lanciato sul mercato la Vibram FiveFingers, una scarpa-guanto a cinque dita, quasi una seconda pelle, che ti consente di camminare come fossi a piedi nudi. L’abbiamo ideata supportando uno studente universitario che ha svolto la tesi di laurea in Vibram. Poi è nata Furoshiki The Wrapping Sole, la prima scarpa con la suola avvolgente, che si ispira alla tradizione giapponese ed è perfetta per i viaggi e il tempo libero. Nel 2018 si è aggiudicata il Compasso d’oro prestigioso premio per il design industriale. Questi ultimi, ci tengo a precisarlo, sono due progetti legati esclusivamente all’evoluzione delle suole, non è nostra intenzione andare sul mercato delle calzature tradizionali.

Il core business di Vibram dunque rimangono le suole?

Senza ombra di dubbio. Con la Vibram FiveFingers abbiamo voluto dimostrare la nostra sensibilità a due aspetti: da un lato l’innovazione, dall’altro l’attenzione agli studenti e al mondo della ricerca e delle università. Ma il mercato più importante rimane per noi quello delle suole, dove il primo segmento è l’outdoor, che rappresenta il 50% del fatturato, seguito al 30% dal cosiddetto work safety, dunque suole per scarpe antinfortunistiche, militari e paramilitari; poi vengono, entrambi al 10%, il lifestyle, le scarpe per tutti i giorni, e la riparazione: da sempre vendiamo ai calzolai tutto ciò che serve per la risolatura o per rigenerare e migliorare sneakers e scarpe da running.

Quanto contano per Vibram ricerca e sviluppo?

Il prodotto è l’anima di Vibram, il suo dna: non a caso questa azienda nasce da un singolo prodotto di successo come è stata appunto la suola Carrarmato. Ed è anche il motivo per cui tutto il nostro sforzo progettuale è orientato a trovare idee innovative e realizzarle al meglio delle nostre possibilità. Anche perché quando hai un prodotto con simili caratteristiche e standard, poi viene tutto più facile, compresa la vendita. Se ci sono voci su cui intendiamo investire sono proprio l’innovazione e lo sviluppo prodotto. Lo dimostrano le nuove mescole Vibram Megagrip, che rivoluziona gli standard su superfici bagnate, e Vibram Arctic Grip, che performa eccellentemente sul ghiaccio senza bisogno di ricorrere a inserti metallici. La nuova frontiera è rappresentata dalla leggerezza dei materiali a parità di prestazioni e per questo abbiamo brevettato Vibram Litebase, la tecnologia che riduce il peso della suola (fino al 30%) mantenendo invariate le performance, l’ideale in città e per fare sport.

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