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Sa Raja, i vini della Costa Smeralda che esaltano l’anima sensoriale del gusto

vino sa Raja
(Courtesy Sa Raja)

Un piccolissimo segno indelebile, un’impronta etica nella meravigliosa terra di Gallura in Sardegna. Tutto questo è sa Raja, il progetto vinicolo nato dall’idea di quattro uomini, Mark, Giulio, Enrico ed Emanuele, uniti da una passione, quella per il vino e per la terra, e un solo obiettivo: giungere al cuore della gente e stimolare l’anima sensoriale del gusto.

Fantasia, esperienza, dedizione e qualità alchemiche della natura sono le parole chiave che li ha portati a far nascere questa nuova azienda. Sa Raja è il toponimo ove le vigne sono ubicate, nome scelto per la valorizzazione del territorio, in gallurese significa “solco” o “segno”. Essendo uomini stranieri in questa terra, l’intento è quello di lasciare un messaggio importante – quindi lasciare un segno.

Sa Raja, quindi, non è solamente un incontro delle vocazioni e dei talenti dei suoi creatori, è un mix magico che vede miscelarsi l’ars vinorum e la magia della bucolica e amena Gallura.

 

Mark Hartmann, titolare di Sa Raja, tra le sue vigne (
Mark Hartmann, titolare di Sa Raja, tra le sue vigne (Courtesy Sa Raja)

Dove sorge la vigna e l’azienda sa Raja

I vigneti di sa Raja sorgono in piena Gallura, tra Telti e Monti, terra da sempre vocata alla viticoltura, alle pendici del monte Limbara catena che copre dai venti la Gallura e la Costa Smeralda, dove il profumo del mirto e della lavanda aleggia tra i filari e penetra in un vecchio fienile. Qui entra in gioco un’altra parola fondamentale che governa l’azienda stessa: l’energia di questo territorio.

I suoi vigneti, infatti, grazie proprio alla loro posizione (che li vede incunearsi tra rocce di granito su cui il sole si rifrange) catturano alla perfezione la cosiddetta potenza naturale offerta dal terreno in cui sorgono. Esso, tra l’altro, essendo formato da pietre e sabbia granitica (e in modo più limitato da terra fine, limo e argilla) assorbe calore molto facilmente.

L’energia, però, non riguarda solamente la posizione dei vigneti, ma è anche il fil-rouge storico che lega l’uomo e la terra. La fama del territorio, sa Raja, infatti, risale al 1800 e regala, da allora, produzioni di Vermentino differenziate, dalle caratteristiche strutturali e organolettiche uniche.

Salvaguardare l’ambiente e “affondare le mani nella terra” rappresentano, quindi, due aspetti fondamentali di Mark e dei suoi soci, che giorno dopo giorno, per perseguire l’eccellenza, toccano, sperimentano e ascoltano la “voce” del proprio vigneto e della propria cantina, unendo tradizione, innovazione e gusto.

Ovviamente, qui entra in gioco un’altra importante sfida, per coloro che hanno fondato il progetto: non rovinare la buona uva prodotta dal vigneto. Il vino in cantina, infatti, essendo protetto dalla luce e dagli sbalzi di temperatura, evolve e si affina, maturando la propria personalità e rafforzando il proprio carattere. Rispetto, però, non significa solamente avere cura, ma anche saper aspettare, perché, come gli uomini, anche i vini hanno bisogno di tempo per maturare fino alla perfezione. E proprio per questo sa Raja rispetta anche il bioritmo naturale della vigna.

Le vigne Sa Raja ai piedi del Monte Limbara (Courtesy Sa Raja)

La cantina e i vini

Partendo dall’idea fondante di produrre vini lontani dall’internazionalità del gusto, sa Raja ha un obiettivo ben preciso: rappresentare nel modo più sincero possibile la vocazione del suo territorio, sfruttando il fascino della Costa Smeralda, dove troverà spazio una delle più evolute e tecnologiche cantine del Nord-Est della Sardegna.

Si tratterà di uno spazio unico nel suo genere: un luogo dove la tecnologia si incontrerà con l’arte e la cultura, ma anche con una vista d’eccezione. Si tratterà infatti di una delle poche cantine con affaccio diretto sul mare della Costa Smeralda. Una cantina quindi vocata alla comunicazione e all’ospitalità dove far nascere progetti ambiziosi, con eventi speciali dedicati a valorizzare il territorio che ospita la cantina stessa.

Qui entra in scena, colui che più di tutti non ha bisogno di presentazioni, colui che incarna il colore del Sole e il silenzio austero del Limbara e che mischia poesia e amore: il Vermentino. Prodotto in Gallura, precisamente nelle zone vocate a cru con un sistema di allevamento Guyot semplice nasce da un terreno con forte presenza di pietre quarzifere. Fermentato in tini di acciaio inox a 16/18 °C per 15 giorni, il Vermentino di sa Raja viene affinato due mesi in bottiglia prima di uscire sul mercato.

Il luogo in cui sorgerà la cantina, sopra il Golfo di Cugnana in Costa Smeralda (Courtesy Sa Raja)

Dal colore del Sole si passa poi a quello delle gocce di rugiada che si poggiano sulle bacche rosa. Tutto questo è, infatti, un altro dei vini di riferimento di sa Raja il Rosato. Anche questo prodotto con un sistema di allevamento a Guyot semplice in un terreno di medio impasto, tendente allo sciolto sabbioso, di origine marina, il Rosato viene fermentato in tini di acciaio inox a 16/18 °C per 20 giorni e viene affinato in bottiglia per due mesi.

Ecco il Cannonau.

Prodotto nella zona di Romangia con un sistema di allevamento a Cordone speronato, questo vino, che richiama la memoria primitiva di un vitigno, nasce da un terreno da sabbioso a sabbioso/argilloso e, oltre ad essere fermentato in tini di acciaio inox a 22/28 e affinato in bottiglia per due mesi.  

Dulcis in fundo, scusando il gioco di parole, l’azienda punta su un secondo vitigno autoctono dell’isola: il Carignano. Dal profumo e colore di mirto maturo, il Carignano prende parte del suo nome proprio dal luogo in cui viene prodotto, Sulcis. Prodotto con sistema di allevamento a cordone speronato, il Carignano del Sulcis nasce da un terreno franco argilloso ad argilloso/sabbioso con forte presenza di scheletro costituito da scisto e residui di basalto/andesite e, come il Cannonau, viene fermentato in tini di acciaio inox a 22/28 °C e affinato in bottiglia per due mesi.

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