Articolo tratto dal numero di novembre 2020 di Forbes Italia. Abbonati.
L’autore televisivo che ha salvato il giardino delle meraviglie. L’avvocatessa che tutela la bellezza di Venezia e sostiene i giovani artisti. Il top manager che dedica tempo ed energie alla ricerca di una cura per una grave patologia. Ecco tre storie di straordinario mecenatismo.
SILVIA E ANTONIO RICCI
Collezionisti green
Per visitarli, spesso c’è una lista d’attesa. Perché i Giardini di Villa della Pergola, affacciati sul mare di Alassio e definiti a fine Ottocento “…una delle meraviglie della Riviera, degno rivale dei Giardini della Mortola”, sono un’oasi di verde e fiori tipici del Mediterraneo, ma anche di piante rare e specie esotiche da tutto il mondo di straordinaria bellezza. Invece di essere tutelato, questo parco storico di 22mila metri quadrati, con le sue rinomate collezioni botaniche di glicini e agapanthus, coltivato con amore dalla famiglia Hanbury, proprietaria della villa e del parco per quasi tutto il Novecento, stava per chiudere. Destinato a un’importante speculazione edilizia che lo avrebbe sommerso di cemento, cancellato. A fermare le ruspe, nel 2006, una cordata di amici guidata da Silvia e Antonio Ricci, autore televisivo diventato famoso con Striscia la Notizia, che ha acquistato la proprietà, avviando un tenace e accurato restauro del parco sotto la direzione dell’architetto del verde Paolo Pejrone. Con un occhio rivolto alle sbiadite fotografie del periodo dei Dalrymple e degli Hanbury è stato avviato quindi un intervento di restauro conservativo e oggi il parco è ritornato agli antichi fasti, una delle meraviglie botaniche della Riviera e del Mediterraneo.
In questo affresco naturale si trova la flora mediterranea ed esotica sempreverde: pini marittimi, mirti, carrubi, ulivi, mandorli, cipressi, cedri del Libano, lecci. E una sorprendente collezione di agrumi messi a dimora vicino a jacarande, araucarie, tra cui la Wollenia Nobilis, strelizie giganti, diksonie, palme, cactacee provenienti da ogni latitudine. Ultima acquisizione, il boschetto dei Mirti secolari. In un percorso di profumi e colori inebrianti, si passeggia tra fioriture stagionali di spiree, ortensie, oleandri, bouganvillee, solanum, ginkgo biloba, canfore… Tra arbusti e piante che creano macchie colorate come oleandri, bignonie, rose antiche, fiori di loto e ninfee, che vivono nei laghetti e nelle fontane del parco, per la gioia dei visitatori da tutto il mondo.
Ad aprile, il momento più spettacolare: i Giardini si colorano con la celebrata collezione di glicini, 34 varietà diverse per forma e colore. Mentre da giugno, si può ammirare la fioritura degli Agapanti, una collezione unica in Europa, con oltre 450 varietà diverse. Originari dell’Africa meridionale, furono introdotti a Villa della Pergola alla fine dell’800 dai primi proprietari inglesi. Disposti a formare pennellate simili alle onde del mare della Riviera, tingono i Giardini di diverse sfumature di blu, azzurro e bianco. Una meraviglia che, grazie a questi moderni mecenati, per fortuna si può ancora condividere e ammirare.
CHIARA MODICA DONÀ DALLE ROSE
Una, nessuna, centomila
Il curriculum racconta molto del suo tenace attivismo: avvocato, uditrice, project manager, curatrice di premi letterari, capo gabinetto del Commissario a Salemi, relatore e conferenziere, membro di consigli di amministrazione di Università ed enti benefici, advisory board for journal of intelligence and terrorism studies London… Poi la incontri a Venezia per parlare della sua creatura più amata, la Bias Institute, Biennale internazionale di arte contemporanea sacra delle religioni dell’umanità, un generatore di talenti creativi per diffondere un’arte senza barriere e senza pregiudizi, e ti chiedi come faccia a tenere tutto con tale eleganza e nonchalance. “Dormo
pochissimo, 3-4 ore per notte”, confessa la moglie del conte Francesco Donà delle Rose. “Il momento migliore per raccogliere le idee e poi concretamente realizzarle nei progetti in cui credo di più, come il mio impegno come legale per le associazioni umanitarie a Lesbo”. Una straordinaria attitudine all’impegno sociale, che si esprime anche nei suoi libri, come l’ultimo, appena uscito, Judas the guess: il processo dell’umanità. Avvocato, mecenate e collezionista d’arte, scrittrice e scenografa, madre di due figli (Maria Vittoria 14 anni e Carlo 16), Chiara si è concentrata negli ultimi dieci anni soprattutto su attività legate al mondo di arte e cultura, nel ruolo sia di direttrice Bias sia di presidente della Fondazione Donà dalle Rose, che ha sede nello Palazzo Donà a Venezia, in calle Donà (nelle foto qui sopra). Dove questa generosa famiglia dà ospitalità ai giovani artisti emergenti, con una stanza fissa riservata all’artista Rosa Mundi, che dal 1992 non rivela il suo volto per passare alla storia unicamente per la sua arte e le sue opere.
MATTEO MARZOTTO
Un sogno per la ricerca
A oltre 30 anni dalla tragedia che colpì la sua famiglia nel 1989, quando la sorella Annalisa scomparve giovanissima, perché affetta dalla malattia, proprio nel mese in cui si scoprì il gene responsabile e la proteina (allora c’erano solo palliativi, e un’aspettativa di vita di 16-17 anni, oggi è di 40) Matteo Marzotto, presidente della Ffc, Fondazione ricerca fibrosi cistica, confessa quale sia il suo grande sogno: “Che la Fondazione non abbia più bisogno di esistere, che non serva più”. Obiettivo sempre più vicino, grazie alle cure che hanno migliorato la qualità di vita di questi malati. Reso però più difficoltoso da raggiungere per una minore adesione e quindi minori donazioni da parte dei sostenitori a progetti che appaiono non urgenti rispetto alla pandemia. Un momento di crisi che richiede massima
attenzione e cura soprattutto nella comunicazione, per non sparire nel mare delle richieste nel terzo settore, e che, come spiega Marzotto, “ci costringe a diventare acceleratori anche della politica”. A questo proposito, la Fondazione ha siglato un accordo con Eagle Pictures che a ottobre ha iniziato a distribuire in 300 sale italiane il film Sul più bello, diretto da Alice Filippi che attraverso lo sguardo disincantato e ironico della giovane protagonista racconta la malattia con spontaneità e consapevolezza. Da parte sua, Matteo correrà per la nona volta, dal 4 al 7 novembre, tra il Veneto e l’Emilia Romagna, la nona edizione dell’Ffc charity bike tour. Insieme con gli amici storici della pedalata, quest’anno ad affiancare il gruppo ci sarà anche il campione aretino Daniele Bennati. Di corsa, per fermare tutti insieme questa insidiosa malattia genetica.
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