Se nel breve termine la pandemia da coronavirus sta frenando i commerci, nel medio-lungo termine l’import-export è destinato a rafforzarsi in tutti i campi, alla luce di un’economia sempre più interconnessa a livello mondiale. Con le imprese italiane chiamate a cercare nuovi spazi di mercato anche al di là delle rotte più tradizionali. Come racconta Laren Saina, founder e managing partner dello studio legale Saina&Partners, con una lunga esperienza e un network ramificato di relazioni nei Balcani: “Dopo la disgregazione della Iugoslavia, avvenuta agli inizi degli anni Novanta, i neo-Stati divenuti indipendenti da quello che era considerato l’ultimo emblema di un’economia socialista in Europa hanno adottato sin da subito delle forti politiche di privatizzazione in tutti quei settori che fino ad allora erano considerati di assoluta competenza statale”. In questo modo si è passati a un approccio capitalistico di ogni settore produttivo e finanziario, considerato solo fino a pochi anni fa un puro miraggio per questi territori.
“Questi nuovi contesti socio-politici hanno sin da subito creato grandi opportunità di investimento e di sviluppo”, aggiunge Saina. Se è vero che a lungo le imprese italiane hanno puntato soprattutto a delocalizzare in Paesi a basso costo, da destinazioni lontane come Cina e India a realtà più vicine come la Romania e la Bulgaria, negli ultimi tempi vi è stato un cambio di rotta, “dovuto principalmente alla presa di co- scienza che alcuni Paesi sono comunque distanti a livello culturale e di pensiero, al contrario di territori come Croazia, Slovenia, Serbia, Bosnia ed Erzegovina”.
Da qui la scelta della boutique legale, che ha sede principale a Trieste, di puntare “su un supporto non solo professionale, ma anche di assistenza filosofica e culturale. Il nostro team di professionisti, molti dei quali con perfetta conoscenza delle lingue dell’est Europa”, racconta Saina, “aiuta il cliente nello sviluppo dell’attività interessata in uno dei Paesi di area balcanica, appoggiandosi anche a team di esperti esterni, presenti sul luogo, in modo da poter superare qualsiasi barriera linguistica e culturale”. Quali sono le competenze necessarie per crescere a livello di business in quei mercati? “Più che di vere competenze si tratta di comprendere quali sono le vere opportunità che questi mercati sono in grado di offrire”, sottolinea l’esperto. “Per raggiungere l’obiettivo è indispensabile conoscere il territorio, la lingua e affidarsi a professionisti capaci di interfacciarsi con le autorità locali e nazionali del Paese in cui si vuole investire”. Tra i territori seguiti con maggiore attenzione dagli imprendi- tori italiani in questa fase vi è la Croazia, alla luce del recente ingresso nell’Unione Europea che ha aperto la possibilità di adesione ai vari fondi comunitari, ancora in gran parte inutilizzati. Le opportunità non mancano, conclude l’avvocato, a patto di avere “una buona conoscenza dell’assetto istituzionale, legislativo e burocratico di questo Paese”.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .