Maire Tecnimont trasporto reattore
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Innovazione, esecuzione, supply chain: le tre chiavi di un successo internazionale

Maire Tecnimont trasporto reattore
Il trasporto di un reattore lungo il canale Volga-Don (foto Maire Tecnimont)

Sono passati 17 anni da quando il termine ‘open innovation’ entrò nel gergo economico. A coniarlo fu Henry Chesbrough, allora 47enne professore universitario che oggi dirige il Garwood Center for Corporate Innovation alla Haas School of Business di Berkeley. Ha partecipato anche lui, in collegamento dalla California, alla quarta edizione di Seenergy, l’evento annuale organizzato dal Gruppo Maire Tecnimont rivolto alla sua supply chain. Proprio l’innovazione era infatti uno dei temi centrali dell’edizione 2020, che si è tenuta il 24 e 25 novembre. La kermesse si è svolta in formato digitale a causa della pandemia. Un aspetto che ha sottolineato l’importanza dell’altro argomento cardine: la resilienza. Al riguardo è intervenuto anche Marco Tonegutti, managing director e senior partner di Boston Consulting Group.

Seenergy ha permesso l’incontro, la condivisione e il networking tra i fornitori strategici del gruppo. Ha riunito virtualmente oltre 100 manager di 200 società leader nei settori di appartenenza, che rappresentano nel complesso oltre 900 miliardi di euro di fatturato e una forza lavoro di tre milioni di professionisti. Durante l’evento sono state premiate le aziende che si sono distinte nelle loro categorie di riferimento: Prysmian (electrical materials), Coperion (machinery), Orion (instrumentation materials), Commerciale Tubi Acciaio (mechanical materials), Curo (static equipment), Sinergia (packages) e Wuxi (sostenibilità).

“Tecnologia e regolamentazione sono driver fondamentali per approdare all’industria green passando per l’innovazione”, afferma l’amministratore delegato del Gruppo Maire Tecnimont, Pierroberto Folgiero. “Il nostro obiettivo è lavorare assieme ai nostri partner per una supply chain evoluta, che sappia abbattere le barriere e favorisca alleanze durature. Solo così si può acquisire la flessibilità necessaria per cogliere, con il giusto tempismo, le opportunità della chimica verde e dell’economia circolare”.

Il tema dell’innovazione è da tempo fondamentale per Maire Tecnimont, gruppo industriale leader a livello internazionale nella trasformazione delle risorse naturali. Lo scorso anno, l’università Luiss di Roma ha inaugurato infatti la prima cattedra europea di Open innovation, finanziata proprio dal gruppo.

“Dobbiamo continuare nel percorso di innovazione che abbiamo avviato”, sottolinea il presidente di Maire Tecnimont, Fabrizio Di Amato. “Vogliamo accrescere il nostro contenuto tecnologico e accelerare la nuova fase di sviluppo industriale. Sarà una sfida, ma siamo pronti ad affrontarla”.

Fabrizio Di Amato (a sinistra), presidente e fondatore del Gruppo Maire Tecnimont e presidente di NextChem, insieme a Pierroberto Folgiero, amministratore delegato del Gruppo Maire Tecnimont e di NextChem (Courtesy NextChem)

Tra i progetti più importanti sviluppati negli ultimi anni da Maire Tecnimont c’è NextChem, la business unit dedicata alla transizione energetica. L’azienda, nata nel 2018, è fondata sul concetto di economia circolare. Il presidente Di Amato è stato anche tra gli invitati agli stati generali dell’economia dello scorso giugno, in cui ha presentato il modello di distretto circolare di NextChem: un piano per la riconversione green di siti industriali del settore petrolchimico e siderurgico. “La nostra tecnologia permette di risolvere in modo innovativo uno dei problemi più complessi di questo secolo”, ha dichiarato a Forbes. “Si sta creando un nuovo paradigma, in cui i rifiuti diventano il petrolio del nuovo millennio e il riciclo consente di ridurre le emissioni di CO2”.

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Ogni anno Maire Tecnimont contribuisce allo spostamento di 100 tonnellate di merci in tutto il mondo. La gestione della filiera dei fornitori è affidata a un team di procurement di 410 professionisti, presenti in tutti i Paesi in cui il gruppo opera. Vanta 26mila partner e gestisce ordini che arrivano da 70 Paesi. “La selezione dei fornitori”, fa sapere l’azienda, “avviene tramite un processo in cui vengono valutate le capacità tecniche, le referenze, la solidità finanziaria, la condivisione degli obiettivi. La performance viene poi monitorata costantemente, sulla base di tempi, qualità e affidabilità durante la fase di esecuzione. Un ulteriore focus è dato al local content di tutta la filiera. È di fondamentale importanza differenziarci rispetto al resto del mercato”.

Lo scorso anno, gli ordini emessi sono stati più di 9mila, per un controvalore di 1,6 miliardi di euro. La sfida riguarda non soltanto la quantità delle merci in gioco, ma anche fattori come engineering design, progetti di costruzione e relazioni. Fattori solo in parte sotto il controllo degli stakeholder. Secondo Maire Tecnimont, “la scelta dei partner è decisiva per il successo dei progetti, nonché, assieme all’eccellenza nell’esecuzione, il vero motivo del successo del Gruppo”.

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