Il suo tessuto preferito è l’Oxford, quel prodigio di leggerezza che ha i fili di ordito colorati e quelli di trama bianchi con quell’inconfondibile effetto intreccio che regala subito uno chic giovanile. E quando tocca le pezze quasi le accarezza. E sono i popeline e i cotoni più belli di marchi di eccellenza come Thomas Mason, Albini 1876 e Canclini.
Simone Abbarchi è fatto così, è un maestro artigiano che coltiva l’arte di fare camicie sartoriali, prima di tutto grande appassionato del suo lavoro e sostenitore del saper fare dopo aver molto imparato. Per questo quando ha deciso che taglio e cucito per la camicia sarebbero state la sua strada maestra è andato a bottega per imparare tutti i segreti del mestiere. Dopo ha aperto subito la sua bottega e oggi riceve i clienti per le misure e le prove in Borgo Santi Apostoli al numero 16 in un palazzo ottocentesco dove avevano la sede i Bagni delle Antiche Terme realizzati da Antonio Peppini, sui resti delle terme romane Floretia. Un luogo pieno di magia tra metri e forbici, come tutta la strada che è un’oasi felice e segreta della città in riva all’Arno dove il tempo concede una pausa per prendere le misure, decidere quali bottoni scegliere, quale colletto, come studiare il fit seguendo l’anatomia del corpo del cliente.
“Faccio solo camicie da uomo, quelle per donna le lascio ad altri”, racconta Simone Abbarchi, presidente e ceo della sua azienda, circondato dagli attrezzi del mestiere e orgoglioso del laboratorio che ha sviluppato nel quartiere fiorentino delle Cure fin dal 2000 dove dà lavoro a 7 persone. “Mi piacciono le cose fatte da noi, fatte bene. Offriamo infinite possibilità per colli e polsi, curiamo lo sdifettamento, consigliamo bottoni di madreperla o corno, puntiamo all’educazione del bel vestire”.