La loro storia parla di rinascita e il nome che hanno scelto per l’azienda che hanno fondato incarna perfettamente questo significato. Reiwa Engine, infatti, prende ispirazione dai caratteri kanji della lingua giapponese che significano “ordine e armonia”, e che traslati in un contesto più ampio rappresentano le fondamenta di un percorso di rinnovamento guidato dalla fiducia nel futuro.
Salvatore Salerno e Salvatore Occhipinti, oggi poco più che trentenni, hanno fondato la loro società nel 2019, dopo essersi dimessi dalle loro posizioni in azienda, uno come direttore commerciale per l’Europa e l’America Latina e l’altro come ingegnere, nella speranza di lasciare un segno e di fare qualcosa per la loro terra, la Sicilia. Da colleghi sono diventati amici, poi hanno provato a dare vita all’idea che Occhipinti si portava dietro da anni: stravolgere l’idea della pulizia degli impianti fotovoltaici. “Da incoscienti e senza alcuna certezza, abbiamo iniziato a lavorare da un garage in provincia di Ragusa e abbiamo trasformato quel progetto disegnato su un pezzo di carta in un primo prototipo interamente realizzato con le stampanti 3D”, dice Salvatore.
A novembre dello stesso anno hanno già testato il secondo prototipo e, sfruttando i loro contatti, hanno cominciato a rivolgersi ai maggiori player mondiali nel campo dell’energia rinnovabile e degli impianti fotovoltaici, conquistando l’interesse di Enel Green Power. Il problema degli impianti fotovoltaici? È sufficiente una piccola ombra su un pannello solare ad annullare la sua intera produzione di energia. Nelle zone desertiche dove molti parchi fotovoltaici sono stati costruiti, polveri e sabbia si depositano sui pannelli e inducono una perdita di produzione che si aggira intorno al 25-30% del totale. Dai test di laboratorio condotti, Reiwa Engine è riuscita a dimostrare che con la propria tecnologia brevettata si può recuperare il 90% di quelle perdite. Ma non solo: nella costruzione degli impianti si possono creare dei dislivelli tra una fila di pannelli e un’altra, dovuti all’imprecisione nel montaggio dei pannelli stessi o al dislivello del terreno. Qualsiasi sia la loro origine, essi rappresentano un ostacolo per tutte le tecnologie che si occupano della pulizia degli impianti. Salerno e Occhipinti hanno progettato un sistema di movimentazione basato sull’intelligenza artificiale che fosse capace di azzerare questi limiti e riuscisse a portare avanti la sua azione pulente nonostante i dislivelli, procedendo sui pannelli e adattandosi – attraverso dei cingoli – agli ostacoli che incontra, superandoli. Il loro progetto si chiama SandStorm e si tratta di un robot realizzato solo con materiali riciclabili e riutilizzabili al 100%, per cui al momento, l’intera catena di montaggio, dalla progettazione all’assemblaggio, viene prodotta da loro stessi in Sicilia.
Questa tecnologia permette di ridurre i costi di manutenzione e di pulizia degli impianti fotovoltaici dell’80%. “Il nostro punto di forza è soprattutto uno: i nostri competitor adattano le strutture per fare in modo che le macchine che hanno a disposizione possano essere utilizzate, con SandStorm siamo noi ad adattarci alle strutture esistenti”, dice Occhipinti. A questo si aggiungono una serie di vantaggi: il robot è leggero e facile da assemblare, non è soggetto a usura ed è dotato di un software di cui Reiwa Engine è proprietaria e che permette eventuali interventi di manutenzione in tempo reale e a costo zero. Inoltre, è dotato di un sistema di lavaggio che consente di risparmiare anche sulle risorse come acqua, carburante e manodopera necessari per gran parte degli attuali sistemi di pulizia. Al momento è stata avviata la produzione di una serie di robot che sarà testata negli impianti di Enel, tra Spagna e Cile. Secondo le loro previsioni, entro il 2021 SandStorm dovrebbe essere commercializzato sul mercato. Quello delle energie rinnovabili è un settore in forte espansione e, secondo il Report Renewables 2020 pubblicato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia sull’andamento del settore energetico, entro il 2025 le rinnovabili diventeranno la prima fonte nella generazione elettrica.
Reiwa Engine non nasce con l’idea esclusiva di fare cleaning, ma per fare robotica. Salerno e Occhipinti hanno in cantiere due nuovi progetti che si muovono sempre nell’ambito della manutenzione degli impianti fotovoltaici. La ricerca dei finanziatori è un passo altrettanto importante nell’implementazione delle loro idee, tanto da condurli a essere scelti per partecipare allo Start Lab di UniCredit, una grande vetrina per gli innovatori italiani che vogliono trovare investitori in tutto il mondo, fino alle più importanti fiere internazionali, come il Consumer Electronic Show di Las Vegas a gennaio, e alla prossima partecipazione al programma Accelerate in Israel, grazie al quale avranno modo di presentare la loro tecnologia agli investitori israeliani.
La loro filosofia è quella di continuare a studiare, imparare ogni giorno qualcosa di nuovo e poi approfondire: “Più ci addentriamo in un problema, più siamo affamati di risolverlo e più porte si aprono per cercare di capirlo e trovare una soluzione utile”, dice Occhipinti.
Dove si vedono in futuro? Sempre in Sicilia. L’idea è quella di mantenere al centro dell’azienda le persone e di valorizzarle il più possibile. “Vorremmo che tutta la parte legata allo sviluppo dei nuovi prodotti rimanesse qui. È assurdo vedere quanto talento viene lasciato andare, quanti giovani lasciano la loro terra, costretti a emigrare per inseguire un sogno. Io vorrei fare qualcosa di buono”, conclude Salerno.
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