“Greed is good”, l’avidità è giusta diceva Gordon Gekko in Wall Street, in uno storico monologo sul senso della ricerca del denaro. Una filosofia sposata dai giovani di allora, ripudiata dalle generazioni successive, che vedevano il tema del denaro come un tabù (e da quelle precedenti), ma che ora sembra rivivere un momento d’oro, grazie ai cambiamenti della società e della tecnologia. La Gen Z, figlia proprio della coorte denominata “Gen X” in ambito sociologico, sembra destinata a diventare la generazione più imprenditoriale di sempre. Se la società di oggi non sempre offre (anche a causa della recente crisi) posizioni occupazionali stabili, lo stesso non si può dire delle opportunità di guadagno, che con il favore dei sistemi della gig economy stanno aumentando in maniera considerevole.
Secondo le ricerche di Statista, il volume di affari della gig economy nel 2023 toccherà quota 466 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti. E proprio dagli Stati Uniti è partito il boom di attività su piattaforme online (come Fiverr.com), dove molti giovanissimi professionisti offrono qualunque tipo di servizio: dalla studentessa di architettura che prepara dei render per chi vuole arredare casa, al traduttore o copywriter che redige articoli per blog aziendali scrivendo da una casa nelle campagne umbre, fino al graphic designer indonesiano ventenne, in arte “Ei8htz” che è riuscito a creare un piccolo impero sviluppando loghi per aziende in tutto il mondo.
I creativi si uniscono ad altri giovanissimi professionisti, da chi offre consulenze online, agli streamer su Twitch (che guadagnano con donazioni) ai più sfrontati e disinibiti protagonisti di OnlyFans, la app che permette di guadagnare vendendo le proprie foto a gruppi di follower. Il denaro, per i giovani della Gen Z, non è più un tabù, come lo è stato per i millennial, cresciuti con l’inibizione di parlare di stipendi, di pagare e di essere pagati.
La rivoluzione culturale del denaro che sembra essere incarnata dalla Gen Z è senz’altro sostenuta dai mezzi tecnologici. Negli Stati Uniti è frequente trovare il profilo “CashApp” (un’applicazione di trasferimento denaro) sulle biografie di Instagram o TikTok, molti giovanissimi sostengono i loro idoli su Patreon (sistema di finanziamento per artisti e creator) e con donazioni su Twitch. I giovani della Gen Z hanno imparato subito a distinguere il valore di un servizio anche immateriale, quello che un tempo sarebbe stato pagato con la visibilità, e sembrano avere chiaro lo scopo del denaro: riconoscere il valore di un lavoro, qualunque esso sia.
Generazione Z, giovani che vogliono essere imprenditori a tutti i costi
Secondo un recente studio, il 40% dei giovanissimi americani sogna di diventare imprenditore. Molti ritengono che l’università non sia più nemmeno il percorso migliore per poter costruire una carriera. Anche per questo piattaforme di corsi online come Coursera (recentemente quotata con una valutazione di 4 miliardi di dollari) o Udemy stanno prendendo il volo. I frequenti cambiamenti tecnologici e di consumo rendono sempre più indispensabile arrivare sul mondo del lavoro con una mentalità aperta al cambiamento e pronta ad imparare processi e metodi. Nozioni e cultura sembrano diventare, almeno per alcune professioni, sempre più marginali.
Secondo una ricerca di Morning Consult, rispetto alle generazioni precedenti, i giovani della Gen Z si mostrano più ambiziosi rispetto agli obiettivi di guadagno, più pratici nelle richieste ai datori di lavoro (meglio un’assicurazione sanitaria che la palestra in ufficio), e soprattutto più disponibili al sacrificio a patto di poter guadagnare di più.
La generazione Z non ha più paura di dire quanto guadagna
Oggi un giovane italiano di vent’anni può decidere di vivere in Indonesia, vendere servizi su internet a un’azienda francese, fare un corso online impartito dagli Stati Uniti e fare live sui social ricevendo donazioni (anche Facebook si è adeguato inserendo il sistema dei metodi di pagamento “stelline”). Tutto questo viene mostrato con orgoglio, a dimostrarlo sono gli screen che spopolano tra i giovanissimi sui social, con performance di investimenti o guadagni direttamente dal proprio online banking. Non tutti, bisogna dire, sono reali, e spesso le truffe (specialmente nell’ambito dei corsi) sono dietro l’angolo, ma in generale possiamo definire “unica” l’epoca in cui un giovane mostra con orgoglio i soldi guadagnati.
Un azzardo che un millennial non avrebbe mai osato fare.
Il futuro dei giovanissimi: tra ricerca del denaro e ricerca del lavoro
Avere un lavoro in questo momento storico non è semplice, e forse è anche per questo che la ricerca del lavoro è stata sostituita dalla ricerca del guadagno, grazie a barriere di ingresso sui mercati che si sono sensibilmente abbassate e, rispetto agli ultimi decenni, sono state rese più trasparenti. Le nuove generazioni, con un mentalità imprenditoriale e una pratica (e necessaria) ricerca del guadagno, saranno destinate a influenzare sensibilmente i protagonisti della nostra società, a partire dall’ecosistema economico. Aziende, media e politica sapranno adattarsi?
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