Articolo tratto dal numero di maggio 2021 di Forbes Italia. Abbonati!
“Ho iniziato a fare trading quando avevo 13 anni, accompagnato dall’occhio esperto di mio padre. Lui sapeva molto di finanza e spesso si sedeva con me per insegnarmi”. Lezioni che per il giovane israeliano Yoni Assia si rivelarono in seguito preziose quando, nel 2007, insieme al fratello Ronen Assia e al socio David Ring, decise di fondare eToro, la piattaforma di investimento multi-asset che per prima ha portato il concetto di social investing nell’alta finanza. L’alunno ha superato il maestro. Tanto che oggi, con oltre 20 milioni di utenti registrati in più di 100 Paesi, la società offre una serie di strumenti innovativi di trading, con l’obiettivo di rendere il mondo degli investimenti accessibile a chiunque, ovunque nel mondo.
Di recente ha annunciato la quotazione al Nasdaq di Wall Street, che avverrà entro l’anno grazie a un accordo con la spac FinTech Acquision Corp.V. Al termine dell’operazione la società combinata opererà con il nome di eToro Group Ltd, avrà in dotazione ben 800 milioni di dollari liquidi nel suo bilancio per sostenere la crescita futura; in seguito al closing dell’operazione, eToro avrà un valore azionario implicito stimato di circa 10,4 miliardi di dollari, riflettendo un enterprise value implicito di circa 9,6 miliardi di dollari. “Abbiamo sempre immaginato che un giorno gli investitori su eToro sarebbero stati in grado di investire in azioni eToro”, confessa divertito.
Un bel traguardo per Yoni, appassionato di tecnologia, sposato con cinque figli, che iniziò a scrivere i primi programmi per computer già durante l’adolescenza, fino ad arrivare a scegliere di studiare fisica ed elettronica. Una volta completati gli studi, fece il servizio di leva in cui il suo ruolo era quello di programmatore di computer nei corpi di intelligence dell’esercito. Ma il seme dell’imprenditore stava già germogliando. “Il desiderio di iniziare qualcosa di mio era comunque molto forte”, ricorda. Dopo il congedo, quindi, fondò CDRide, la sua prima startup che aveva sviluppato un sistema che filmava le persone mentre erano sulle montagne russe per poi trasmettere le immagini, in modalità wireless, a una cabina, dove potevano essere rapidamente montate e vendute al cliente. Poco dopo il suo lancio, CDRide vinse pure diversi grossi contratti, tra cui uno con la Paramount.
Ma gli amori, si sa, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Anzi, quello per la finanza, in realtà, non se ne era mai andato. Soprattutto, si fece insistente la consapevolezza che non bisognava disperdere gli insegnamenti del padre. “Mi ha posto nella condizione di poter avere un mio guadagno già in giovane età e sapevo che ciò non era qualcosa da dare per scontato”, ammette. “Ho capito che volevo trovare un modo per condividere la conoscenza finanziaria e rendere il complesso mondo della finanza accessibile a più persone”. Da qui l’idea della startup, con il nome evocativo di eToro. “Al momento del lancio, il mondo degli investimenti era ancora molto tradizionale. Queste qualità hanno contribuito a formare ciò che siamo oggi. Inoltre, nel mondo degli investimenti un mercato toro è la condizione di un mercato finanziario in cui i prezzi sono in aumento, o si prevede siano in aumento. Il che collega il nome al settore in cui operiamo”.
Dal lancio ufficiale nel settembre 2007 della piattaforma di trading Visual FX, per eToro è stata una marcia progressiva densa di novità e prodotti. Nel maggio 2009 lancia la sua piattaforma di trading all’avanguardia, intuitiva, che consente a chiunque, ovunque, il trading di asset finanziari online. A luglio 2010 la svolta con OpenBook, la prima piattaforma di social trading al mondo, vero marchio di fabbrica del business della startup. In pratica, chiunque nel mondo poteva ‘copiare’ altri trader di successo con l’utilizzo dell’innovativa funzionalità CopyTrader. L’anno seguente arriva l’app mobile, mentre nel 2013, accanto a materie prime, valute e altri asset, eToro, introduce un’ampia gamma di azioni. Nel 2016 è il turno dei CopyPortfolios, noto in precedenza come CopyFunds, un prodotto di investimento tematico a lungo termine. Nel 2017 la società si apre al fenomeno delle criptovalute, consentendo ai clienti il trading e l’investimento in Ethereum, Ripple, Litecoin e in altre criptovalute popolari. Assia si dice “molto entusiasta delle opportunità della blockchain”, anche se “siamo ancora agli albori di questa tecnologia rivoluzionaria”.
Il 2020, infine, è stato un anno di enorme crescita per eToro che ha aggiunto più di cinque milioni di nuovi utenti registrati alla piattaforma a livello globale. “Ora abbiamo oltre 20 milioni di utenti registrati a livello globale”, spiega Assia. “Con l’aumento della partecipazione degli investitori retail e con la sempre maggiore adozione di piattaforme come eToro, abbiamo una responsabilità ancora maggiore nel garantire che i nostri utenti siano ben educati e consapevoli dei rischi”. Il riferimento, neanche troppo velato, è al fenomeno dei meme stock – e al conseguente caso GameStop – che ha scosso i mercati finanziari in questi primi mesi del 2021, segnando la ribalta dei piccoli trader contro i grossi hedge fund. “Accogliamo con favore l’ascesa dei piccoli investitori. È senza pericoli o rischi? No. Alcuni titoli sono incredibilmente ad alto rischio in questo momento e invitiamo i nostri utenti ad essere cauti e a non investire in un titolo solo perché sta salendo. Un investitore non deve assolutamente ignorare le basi. Si deve considerare e definire la propria propensione al rischio e prendere decisioni con attenzione”.
L’anno scorso si è chiuso nel migliore dei modi, anche grazie all’incontro con l’Oracolo di Omaha, Warren Buffett. “Lo considero uno dei più grandi investitori del mondo. È una delle mie icone e incontrarlo l’anno scorso mi ha cambiato la vita. Molteplici pezzi del puzzle che sto assemblando da quando ero ragazzo sono andati a posto per creare un’immagine chiara: investire può essere semplice quando si investe in aziende che si comprendono e in cui si crede”.
La sfida futura per eToro, invece, si chiama Wall Street. “L’ingresso in Borsa permetterà all’azienda di accelerare la crescita e di continuare a innovare l’offerta di prodotti, permettendoci di dare a più persone in tutto il mondo gli strumenti per diventare investitori migliori”, dice. Secondo Forbes, da metà marzo del 2020, le 1.489 Ipo (incluse le Spac) hanno raccolto 314 miliardi di dollari a livello globale, generando non pochi miliardari. Un destino, quello dell’ingresso nel ranking dei più ricchi del mondo, che potrebbe toccare anche a Yoni Assia. Ma per ora la sua mente resta focalizzata sulla crescita dell’azienda. “Lanceremo l’offerta di investimento in azioni senza commissioni negli Stati Uniti entro la fine di quest’anno e aggiungeremo nuovi prodotti come la carta di debito eToro Money. L’obiettivo è, inoltre, di diversificare le fonti di entrata e vagliare nuove linee di business”. Per la scalata ai Billionaires c’è sempre tempo.
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