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Ricerca e sviluppo e nuovi orizzonti, le prospettive del big farmaceutico Bristol Myers Squibb

Bristol Myers Squibb è la seconda azienda farmaceutica del mercato in Italia. È impegnata a scoprire, sviluppare e rendere disponibili farmaci innovativi in aree terapeutiche con bisogni clinici insoddisfatti come oncologia, ematologia, immunologia e cardiovascolare. In Italia conta oltre 500 dipendenti. Gli studi clinici promossi dall’azienda nel nostro Paese sono oltre 90, coinvolgono 400 centri e circa 3.500 pazienti. Ne parliamo con Emma Charles, general manager di Bristol Myers Squibb Italia.

A novembre 2019, si è conclusa l’acquisizione di Celgene a livello globale. Cosa significa questo nuovo capitolo per Bristol Myers Squibb?

Con l’acquisizione di Celgene, è nata una nuova azienda ispirata da un’unica visione: trasformare la vita dei pazienti attraverso la scienza. BMS e Celgene hanno una storia di eccellenza scientifica e hanno contribuito a dare risposte concrete alle sfide rappresentate da malattie impegnative, quali i tumori solidi ed ematologici. Forti del patrimonio di conoscenze ed esperienze di entrambe le aziende, potremo fare la differenza nello sviluppo di terapie per tutti quei pazienti in cui è ancora elevata la necessità di nuovi farmaci o di terapie alternative a quelle esistenti. L’impegno è quello di realizzare la promessa della medicina di precisione fornendo il trattamento giusto, al paziente giusto, al momento giusto. A livello globale nel 2020 abbiamo investito più di 9 miliardi di dollari in R&D e continuiamo a lavorare in collaborazione con la comunità scientifica per rendere più veloce ed efficace la nostra ricerca. È gratificante osservare l’impatto di tutto questo sui pazienti.

In cosa consiste la pipeline di Bristol Myers Squibb?

Sia Bristol Myers Squibb che Celgene hanno impresso una svolta radicale nel trattamento dei tumori solidi ed ematologici grazie all’introduzione di farmaci con meccanismi d’azione innovativi. Questi progressi hanno migliorato significativamente la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti. Oggi l’azienda ha una pipeline ampia e differenziata, con più di 50 molecole in sviluppo in aree terapeutiche quali oncologia, ematologia, fibrosi, cardiovascolare e in patologie quali sclerosi multipla e beta-talassemia. L’oncologia si sta evolvendo a una velocità senza precedenti e stiamo implementando un approccio multidisciplinare alla medicina traslazionale cercando di individuare i meccanismi di evasione dei tumori. I progressi della ricerca spaziano dalla monoterapia immuno-oncologica alle combinazioni di molecole immuno-oncologiche fino alle combinazioni con chemioterapia e terapie target. Ci stiamo muovendo verso opzioni di trattamento di nuova generazione come le CAR-T per il trattamento del mieloma multiplo e dei linfomi. Infine, lo scorso novembre, abbiamo concluso l’acquisizione di MyoKardia, azienda che vanta un’eccellenza scientifica nella ricerca in campo cardiovascolare.

La scienza avanza ad una velocità mai vista prima, la ricerca sul COVID ne è stata una prova. Possiamo accelerare lo sviluppo di farmaci in altre aree terapeutiche con lo stesso approccio?

Sì, la nostra sfida ora è riuscire ad applicare questa esperienza allo sviluppo di farmaci in altre aree terapeutiche come l’oncologia. Dieci milioni di persone a livello globale muoiono ogni anno di tumore. Se possiamo accellerare notevolmente la ricerca sul COVID-19, perché non farlo anche in altre aree in cui i pazienti aspettano nuove soluzioni? La risposta alla pandemia mi rende ottimista sul fatto che possiamo allargare i confini della collaborazione per accelerare l’innovazione nell’ambito della salute in tutte le aree terapeutiche. La velocità di collaborazione nell’industria è stata straordinaria. Possiamo accelerare lo sviluppo dei farmaci grazie ad alleanze tra Università, centri di ricerca, industria, agenzie regolatorie. Saranno necessarie fiducia e collaborazione nella condivisione delle conoscenze per essere più veloci e lavorare con un approccio olistico per vincere malattie complesse come il cancro. 

Bristol Myers Squibb ha una cultura orientata alle persone, alla diversità e all’inclusione. Quali iniziative avete realizzato in questo senso?

Bristol Myers Squibb Italia è tra i migliori datori di lavoro per le donne secondo la classifica “Italy’s Best Employers for Women 2021”, stilata dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza che ha incluso oltre 2.000 importanti aziende che operano in Italia. La diversità e l’inclusione sono valori che contraddistinguono la nostra identità e il nostro modo di operare. Promuoviamo le pari opportunità, un esempio concreto è la composizione del nostro leadership team, in cui il numero di donne è pari a quello degli uomini. Il programma interno B-Now (Bristol Myers Squibb Network Of Women), in particolare, intende supportare sia la crescita professionale che lo sviluppo di una leadership al femminile. Siamo consapevoli che le persone sono il motore del nostro successo. Incoraggiamo un ambiente di lavoro stimolante e innovativo orientato allo sviluppo personale e professionale e siamo molto attenti al benessere dei nostri dipendenti. Da tempo promuoviamo iniziative per conciliare impegni di lavoro e vita privata, figlie di un modello culturale che ha fatto della flessibilità, della relazione positiva tra persone e dell’accountability un tratto distintivo. In Bristol Myers Squibb lo ‘Smartworking’ permette di svolgere da remoto la propria attività lavorativa fino al 50% del tempo. A conferma dell’impegno verso le nostre persone abbiamo ricevuto anche il riconoscimento come Great Place to Work 2020. Sono molto orgogliosa dell’intera organizzazione, sono in contatto con tutti regolarmente e mi rende molto grata vedere e sentire la dedizione dei colleghi, la loro capacità di adattamento e resilienza.

Cosa ha fatto Bristol Myers Squibb durante la pandemia a tutela della comunità e dei pazienti?

Nella grave e delicata situazione legata al Covid-19 abbiamo risposto all’appello lanciato dall’Italia per fronteggiare l’emergenza. Il nostro impegno si è tradotto in azioni concrete per aiutare il nostro Paese, le Istituzioni e i volontari. Abbiamo supportato attraverso donazioni la Croce Rossa Italiana e la Regione Lombardia e abbiamo donato alla Caritas e a diversi ospedali in difficoltà dispositivi di protezione individuale. Per assicurare la continuità terapeutica, abbiamo attivato il progetto ‘DediCare Home Delivery’, che prevede la consegna dei farmaci a domicilio per le persone colpite da artrite reumatoide, mieloma multiplo e leucemia mieloide cronica che hanno difficoltà a ritirare i farmaci presso le strutture di riferimento. Abbiamo inoltre sostenuto l’iniziativa ‘Emergenza Solitudine – Non lasciamoli soli’, promossa da Senior Italia FederAnziani, per offrire supporto psicologico agli anziani. Anche i dipendenti hanno dimostrato la loro generosità partecipando a una raccolta fondi interna il cui ricavato è stato destinato all’acquisto di 10 “Stanze degli abbracci”, spazi allestiti nelle RSA in tutta Italia, dove gli anziani potranno avere un contatto fisico con i propri cari in sicurezza.

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