Tesla mette a segno l’ottavo trimestre consecutivo in utile, fissando un nuovo record: si tratta del periodo lungo di redditività mai registrato nella sua storia. Inoltre, al contempo, ha fatto segnare il suo più alto reddito netto grazie alle maggiori vendite di veicoli elettrici Model 3 e Y e, come sempre, ingenti crediti ambientali, dovuti alla riduzione dell’inquinamento.
Con sede a Palo Alto, in California, la società, guidata dall’imprenditore miliardario Elon Musk, ha dichiarato che l’utile netto per il trimestre conclusosi il 30 giugno è stato di 1,12 miliardi di dollari, in crescita di più di dieci volte rispetto ai 104 milioni di dollari di un anno fa. L’utile per azione è stato di 1,02 dollari, più delle aspettative che prevedevano un utile netto di 600 milioni di dollari, secondo FactSet. Anche le vendite, al 30 giugno 2021, sono state le migliori di sempre: 11,96 miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto ai 6 miliardi di dollari del registrati nel trimestre precedente. Superate anche in questo caso le stime degli analisti che si attestavano a 11,4 miliardi di dollari.
Nell’ultimo trimestre, le vendite di veicoli elettrici sono cresciute in modo significativo a 201.250, nonostante il fatto le vendite dei crediti ambientali dell’azienda – necessari ad altre case automobilistiche per conformarsi alle norme sulle emissioni della California, degli Stati Uniti e dell’Europa – siano state inferiori a quelle registrate nel primo trimestre del 2021. Quindi, anche se è una fonte di entrata molto impattante per i conti dell’azienda – si tratta in sintesi di ‘denaro gratuito’ -, tuttavia è diminuita del 17% rispetto a un anno fa a 354 milioni di dollari. Totalizzando, quindi, 872 milioni di dollari durante i primi sei mesi dell’anno.
“Nel secondo trimestre del 2021, abbiamo battuto nuovi e notevoli record. Abbiamo prodotto e consegnato oltre 200mila veicoli, raggiunto un margine operativo dell’11,0% e superato 1 miliardo di dollari di reddito netto per la prima volta nella nostra storia”, ha affermato Tesla in una nota. “Il sentimento pubblico e il supporto per i veicoli elettrici sembrano essere a un punto di svolta mai visto prima”.
Tesla avverte sulla carenza di chip
Durante i primi sei mesi dell’anno, la produzione è andata incontro a un’espansione a livello globale, grazie al continuo aumento delle vendite in Cina arrivato a distanza di un solo anno dalla decisione di Tesla di iniziare a costruire le sue Model 3 nel suo stabilimento di Shanghai. Tuttavia, “le sfide della catena di approvvigionamento, in particolare la carenza globale di semiconduttori e la congestione dei porti, hanno continuato a essere presenti nel secondo trimestre”, ha affermato la società. “Con la domanda globale di veicoli a livelli record, l’offerta di componenti avrà una forte influenza sul tasso di crescita delle nostre consegne per il resto di quest’anno”.
Nonostante i ritardi con il suo nuovo stabilimento tedesco, la società ha affermato di essere “sulla buona strada per costruire i primi veicoli Model Y a Berlino e Austin nel 2021”. L’aggiunta di entrambi gli stabilimenti integrerà ulteriormente il suo stabilimento principale di Fremont, in California, e alla fine darà all’azienda la capacità di produrre più di un milione di veicoli ogni anno in tutto il mondo. La crescita del volume di quest’anno “si alzerà verso la seconda metà dell’anno”, ha affermato il cfo Zachary Kirkhorn, in base a forniture adeguate di componenti chiave.
“Stimiamo che la produzione di Fremont rappresenti l’80-90% delle vendite non cinesi di Tesla”, ha affermato l’analista di Morgan Stanley Adam Jonas in una nota di ricerca. “Riteniamo che gli investitori potrebbero trascurare l’impatto sui margini di Tesla quando gli stabilimenti di Austin e Berlino (che dovrebbero presentare costi significativamente inferiori) spingeranno il ‘mix’ Fremont fino al 30% delle vendite non cinesi o meno”. Tesla ha anche affermato di aver ritardato al 2022 il lancio del suo semi truck, inizialmente previsto per la fine del 2019.
Alcuni numeri della trimestrale
La liquidità e gli equivalenti della società sono scesi a 16,2 miliardi di dollari alla fine del trimestre, principalmente a causa di 1,6 miliardi di dollari di debiti e di 1,6 miliardi dovuti ai rimborsi di leasing finanziari. Il flusso di cassa libero è stato di 619 milioni di dollari nel trimestre. Tesla ha anche affermato di aver subito una svalutazione di 23 milioni di dollari dal suo investimento in Bitcoin.
Quindi, la perdita dovuta al ribasso delle quotazioni delle criptovaluta è stata “molto inferiore rispetto ai timori iniziali. In quanto si pensava che avrebbe potuto superare i 75 milioni di dollari”, ha affermato l’analista azionario di Wedbush Dan Ives in una nota di ricerca. “Nel complesso, l’impronta rialzista sta cambiando il suo sentiment verso i veicoli elettrici, in modo tale da interpretare l’onda verde prevista per i prossimi anni”. Nelle prossime ore, Elon Musk e altri dirigenti di Tesla analizzeranno, con investitori e analisti, i numeri della trimestrale e si soffermeranno sulle prospettive per l’intero 2021. Intanto, ieri – prima che venissero pubblicati i risultati della trimestrale – le azioni di Tesla hanno chiuso in rialzo del 2,2% a 657,62 dollari per azione.
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