Articolo tratto dal numero di agosto 2021 di Forbes Italia. Abbonati!
Una multinazionale con un modello di business proteso alla generazione del valore, ma senza perdere di vista le proprie responsabilità verso persone e ambiente. Da questi principi muove i passi il piano di Bolton Group ribattezzato We Care, una roadmap del cambiamento attraverso obiettivi operativi e concreti. “Nella visione di un’economia più umana, ogni nostra scelta è orientata a raggiungere un equilibrio fra responsabilità economica, ambientale e sociale”, afferma Marina Nissim, executive chairwoman di Bolton Group. “La crisi causata dalla pandemia da Covid-19 ha reso più profondo il dibattito intorno ai temi della sostenibilità. Nella nostra azienda ha rafforzato la convinzione che il nostro ruolo vada oltre quello economico. Abbiamo un dovere: continuare a generare valore, questa è la condizione essenziale per la sopravvivenza dell’impresa nel lungo termine, ma mettendo al centro le persone, l’umanità e il suo futuro”.
Un impegno considerevole, soprattutto se a prenderselo è una multinazionale che distribuisce beni di largo consumo in 146 Paesi con oltre 50 linee di prodotti (alimentari, casa, cura del corpo e cosmetica) presenti nella grande distribuzione, profumerie, farmacie e negozi fai da te con oltre 11mila persone impiegate. La sfida per il cambiamento del modo di fare business passa anche dal motto ‘Partnership is our leadership’, ossia la consapevolezza che in certe partite occorre unire le forze. Da qui viene la collaborazione con il Wwf per la pesca sostenibile che ha l’obiettivo di raggiungere entro il 2024 il 100% di pesca responsabile (oggi è il 70%). In questo ambito Bolton Group è anche founding member di Issf, l’organizzazione internazionale no profit che dal 2009 riunisce scienziati, biologi marini e Ong, fra cui Wwf, con l’obiettivo di garantire la sostenibilità degli stock di tonno e salvaguardare l’ecosistema marino.
Economia più umana significa non solo salvaguardare l’ambiente ma anche proteggere i diritti umani e sostenere le comunità. Da questo obiettivo nasce la collaborazione con Oxfam nell’attuazione di verifiche e nell’adozione di misure che garantiscano il rispetto dei diritti umani in tutta la catena, dalla pesca alla produzione, in tutti i paesi nei quali Bolton è presente: dall’Ecuador, al Marocco alle Isole Solomon. In queste regioni, così come nei vari Paesi nei quali opera, Bolton supporta le comunità con interventi per migliorare l’assistenza sanitaria e istruzione. Bolton si è inoltre posta l’obiettivo di promuovere lo sviluppo personale, la sicurezza nei luoghi di lavoro, il benessere e l’equilibrio fra vita professionale e lavorativa dei suoi 11mila dipendenti. In quest’ottica ha avviato un processo per diventare uno dei luoghi migliori dove lavorare secondo Great Place to Work attraverso l’ascolto sistematico dei bisogni che servirà a costruire un piano di interventi. Un’economia più umana significa anche contrasto alle discriminazioni.
Il gruppo aderisce in Italia a Valore D con l’obiettivo di sviluppare in azienda una cultura della diversità e delle pari opportunità: l’obiettivo è raggiungere il 40% di donne in posizioni apicali entro il 2025. “Come chairwoman”, ribadisce Nissim, “credo nella diversità e nell’equilibrio di genere quale fattore di ricchezza e di sviluppo per il nostro gruppo. Certamente la diversità di genere è una nostra priorità, ma il nostro concetto di diversità si estende alla multiculturalità e alla diversificazione generazionale”. E attraverso la propria Fondazione Bolton Hope Onlus ha raccolto anche la sfida dell’istruzione. “Sono fermamente convinta che garantire un’istruzione di qualità ai giovani sia una leva potente per migliorare il nostro futuro. Dobbiamo formare persone consapevoli e dotarle degli strumenti culturali per partecipare al cambiamento”. Per questo da molti anni Bolton Group con il proprio programma We Care for Child Education collabora con Save The Children e varie associazioni per garantire ai giovani un’istruzione di qualità e ridurre la dispersione scolastica. Il gruppo intende accelerare gli sforzi per aumentare la circolarità del proprio modello di business, con nuove iniziative per un approvvigionamento responsabile delle materie prime e imballaggi più sostenibili. L’obiettivo del 100% di tonno responsabile prevede, inoltre, il potenziamento dell’approvvigionamento da aree di pesca o acquacultura certificate Msc (Marine stewardship council) o da Robust Fips (Fishery improvement projects).
Si lavora anche sul fronte dell’impatto ambientale del packaging per ridurre il peso e lo spessore dei materiali utilizzati, aumentando quelli certificati e impegnandosi a passare dall’attuale 87% al 100% di imballaggi progettati per essere riciclabili entro il 2025 e di usare il 40% di plastica riciclata o biobased per i contenitori dei propri prodotti. E ancora: per proteggere la biodiversità degli oceani, Bolton Group sta incrementando l’uso di ingredienti naturali o rinnovabili. L’obiettivo è produrre, entro il 2025, esclusivamente creme solari conformi al Hawaiian Reef Bill, la regolamentazione hawaiana introdotta per proteggere i coralli dal rischio di sbiancamento causato da alcuni ingredienti presenti nei solari. L’approccio circolare di Bolton Group si traduce anche nei processi di transizione energetica nei propri stabilimenti (16 in tutto il mondo, localizzati in Italia, Francia, Spagna, Germania, Olanda, Ecuador, Marocco e Isole Solomon) per ridurre l’impatto ambientale. L’azienda diminuirà del 20% le emissioni di gas serra (co2/prodotti finiti) dei siti produttivi e utilizzerà il 100% di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. Così come aumenterà il recupero dei rifiuti, che già si attesta sul 95%, per arrivare a zero rifiuti in discarica. “Le nostre aziende, i nostri prodotti e le nostre persone”, conclude Nissim, “possono avere un impatto per migliorare il mondo che lasceremo alle generazioni future. Spinti da questa consapevolezza lavoriamo insieme per fare la nostra parte”.
Bolton Group partecipa alla promozione dello sviluppo sostenibile come membro di associazioni internazionali quali il Global Compact delle Nazioni Unite, il patto strategico globale lanciato nel 2010 che vincola le aziende sulla base di dieci principi etici fondanti in tema di diritti umani, diritti del lavoro, tutela dell’ambiente e lotta alla corruzione. Bolton Group fa parte di un network di 12mila imprese in tutto il mondo accomunate da un sistema di valori e un modo di fare business adeguati a praticare e affermare politiche di sostenibilità ambientale e sociale cruciali per poter davvero far fronte alle crisi del nostro tempo.
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