Zhang Jindong Inter
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Evergrande si avvicina al default e spaventa l’Inter: Zhang rischia più di 2 miliardi

La famiglia Zhang riuscirà a evitare la cessione dell’Inter? Difficile, a giudicare dalle notizie in arrivo dalla Borsa di Shenzhen, la capitale della tecnologia made in China. Si sta consumando sul listino, infatti, la frana del colosso Evergrande, la più importante società immobiliare del Paese, travolta dalla marea dei debiti cui non riesce a far fronte. Ma le sorti di Evergrande, a suo tempo mecenate del Guangzhou, la società di calcio in cui ha militato Fabio Cannavaro, sono legate a doppio filo a una serie di amici/finanziatori che, a suo tempo, anticiparono capitali al colosso, già in cattive acque, in attesa di una quotazione che non è mai avvenuta, causa l’esplosione del passivo.

Il crollo di Evergrande

Il cerino, ovvero un credito di assai difficile esazione pari a circa 17 miliardi di yuan (2,2 miliardi di euro), è così rimasto in mano ai soci d’affari di Evergrande. Tra cui spicca la famiglia Zhang, da cui dipende il controllo del club nerazzurro. Una somma che rischia di trasformarsi in un grande falò: i bond hanno perso ieri il 20% circa, dopo un’analoga frana venerdì. Ma è andata anche peggio alle obbligazioni di R&F e di Fantasia, altri due giganti immobiliari legati a Evergrande, schiacciato da mutui e ipoteche per circa 100 miliardi. Un fardello esplosivo, anche perché i profitti delle compravendite sono in netto calo (-29%) e, soprattutto, il presidente Xi Jinping non sembra avere alcuna intenzione di correre in soccorso dei gruppi più indebitati.

L’azienda Suning, in realtà, è ormai al riparo dalle conseguenze di un eventuale default perché nei mesi scorsi, con il sostegno del governo locale, è stata trovata una soluzione per la catena dei negozi, la più importante della Cina, in cui è entrata Alibaba, il maggior rivenditore online di elettrodomestici. Ma l’insolvenza di Evergrande è destinata a colpire come un boomerang il resto del patrimonio rimasto in capo alla famiglia. Compresa l’Inter, uno dei pochi asset ancora a disposizione di quella che fu un’importante dinastia del denaro, finita nel baratro anche per i legami con l’immobiliare.

La posizione di Zhang

Zhang Jindong, che controlla l’Inter attraverso Suning holdings group,  aveva aiutato Evergrande a evitare una crisi di liquidità l’anno scorso, dietro la speranza del pagamento di forti interessi, preziosi per rimpolpare le casse della stessa Suning, alle prese con una crisi di vendite. L’operazione è però saltata per i dubbi sollevati dalla banca centrale, decisa, su mandato del presidente Xi, a metter sotto controllo la finanza allegra cresciuta all’ombra della speculazione immobiliare. 

E così, venuta meno la possibilità di risolvere i problemi con una quotazione in Borsa, i finanziatori si sono ritrovato in mano azioni di una società, Evergrande real estate, incapace di rimborsare i quattrini ricevuti in prestito. L’autunno scorso i malcapitati finanziatori, tra cui Zhang, sono stati costretti a rinunciare al rimborso del prestito, mantenendo l’investimento fissato, per evitare la crisi di liquidità di Evergrande. Invano, perché la frana dell’immobiliare ha contagiato l’investimento di Zhang, che oggi rischia di precipitare a zero.

Che cosa succederà all’Inter

C’è da chiedersi, in questa cornice, se la famiglia Zhang riuscirà, come ha fatto finora, a difendere il controllo dell’Inter. Il prestito elargito a caro prezzo dal fondo Oaktree (275 milioni da rimborsare con 340 milioni entro 36 mesi) ha dato un po’ di respiro alle casse, mentre le cessioni della campagna acquisti hanno consentito di allestire una squadra in grado di difendere il titolo e, soprattutto, di avere un certo appeal sul mercato. Ma il totale del debito resta superiore ai 700 milioni e non si vede come il socio cinese possa ripagare l’esposizione nei confronti di Oaktree, che ha in pegno tutte le azioni Great horizon, la holding lussemburghese che detiene il 68% del club. Insomma, il mattone in caduta libera alla Borsa di Shenzhen rischia di cadere dalle parti di San Siro.

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