Gli Stati Uniti sono ora il paese più gettonato dai miner di bitcoin del mondo, secondo nuovi dati diffusi dall’università di Cambridge. Hanno così spezzato il dominio della Cina sul settore, dopo che la stretta sulle criptovalute voluta da Pechino ha spinto i miner a cercare una nuova casa.
I fatti chiave
- A luglio, più di un terzo (35,4%) dell’hashrate dei bitcoin – una misura della potenza di elaborazione della rete di mining – si collocava negli Stati Uniti, secondo il Cambridge centre for alternative finance.
- La quota è la più alta nella storia degli Stati Uniti, in crescita rispetto al 21,8% di maggio e al 4,2% di un anno fa.
- Il Kazakistan (18,1%), la Russia (11,2%) e il Canada (9,6%) seguono gli Usa nella classifica delle destinazioni preferite dai miner di bitcoin, secondo i dati sull’hashrate.
- L’hashrate era dello 0% nella Cina continentale: una svolta radicale per un paese che è stato a lungo leader di mercato e rappresentava un terzo (34,3%) dell’hashrate a maggio e circa i due terzi (67%) nel settembre 2020.
- I miner se ne sono andati rapidamente dalla Cina dopo che le autorità di Pechino hanno deciso quest’anno una stretta sulle criptovalute.
Il contesto
Il mining di bitcoin è il processo tramite il quale i bitcoin vengono assegnati a computer che risolvono problemi complessi. Questi sistemi consumano grandi quantità di energia, che è disponibile a basso costo e in abbondanza in Cina, sebbene spesso proveniente da fonti come il carbone, in contrasto con gli obiettivi di Pechino sul clima. I miner hanno iniziato a cercare una nuova casa da quando le autorità cinesi hanno annunciato una stretta sul mining e sullo scambio di criptovalute. Alcune zone degli Stati Uniti, e in particolare il Texas, si sono dimostrate in grado di attrarre i miner in cerca di energia a poco prezzo – e spesso ricavata da fonti rinnovabili -. L’esodo dalla Cina ha accelerato e amplificato questa migrazione.
Che cosa aspettarsi
Le disposizioni fiscali sulle criptovalute previste dal disegno di legge sulle infrastrutture potrebbe indurre i miner a riconsiderare la scelta di stabilirsi negli Stati Uniti. Anche il Kazakistan dovrebbe introdurre una tassa sul mining nel 2022.
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