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La Francia apre alle criptovalute: l’impegno di Binance raccontato dal country manager David Princay

Per i conoscitori di Bitcoin e altre criptovalute, Binance è un’istituzione. Ma per coloro che si avvicinano solo adesso alla materia, è giusto raccontare un po’ di più. Quelle che vengono chiamate criptovalute, ma che sarebbe più corretto chiamare crypto-asset, nascono nel 2009 con Bitcoin. Grazie alla blockchain, una nuova forma di database scritto a blocchi di informazioni e duplicato in migliaia di computer in tutto il mondo, per la prima volta si è potuto realizzare un sistema totalmente digitale che permette la rappresentanza, conservazione e scambio di valore senza più bisogno di un intermediario, come ad esempio le banche o le borse. I Bitcoin e gli altri crypto-asset possono essere acquistati, scambiati e venduti sugli exchange. Binance è uno dei più grandi exchange del mondo, benché nato più recentemente di molti altri, grazie al genio e al coraggio di Changpeng Zhao, detto CZ.

Per approfondire si legga: Changpeng Zhao, il miliardario che ha venduto la sua casa a Shanghai e ha fatto all-in sui bitcoin

Benché Binance abbia milioni di utenti in tutto il mondo e transi un controvalore giornaliero di miliardi di dollari in cripto-asset, non è regolamentato e formalmente registrato in alcun paese di grandi dimensioni, come peraltro la gran parte degli altri exchange. Questo non perché non voglia, ma perché nessun grande paese ha ancora varato una chiara legislatura per regolamentare il mondo dei crypto-asset. Finalmente la Francia lo sta facendo e Binance sta lavorando da mesi per essere il primo exchange ad avere una licenza ufficiale. Per saperne di più, Forbes Italia ha intervistato il country manager Francia e Italia di Binance, David Princay, durante la Blockchain Week Roma.

L’intervista a David Princay, country manager Francia e Italia di Binance, durante la Blockchain Week Roma

A che punto è il sistema legislativo francese in merito ai crypto-asset?

Anche se il settore dei crypto-asset è sempre più grande e sono ormai tantissime le persone coinvolte, l’Unione Europea sta lavorando lentamente a una legislazione uniforme per i crypto-asset. Così la Francia ha deciso di anticipare e normare un settore che è destinato solo a crescere. Esiste già un framework in stato avanzato, ma il limite è che avrà valore solo a livello nazionale.

A che punto è il percorso di Binance in Francia?

Stiamo lavorando con il legislatore francese da due anni, da inizio 2020. Addirittura il nostro fondatore CZ ha incontrato il Ministro della Tecnologia francese. Ma per il momento stiamo ancora discutendo. La stessa cosa sta avvenendo in altri paesi più piccoli e in alcuni ci siamo già applicati e abbiamo ottenuto le licenze. Vorremmo farlo anche in Italia, dove un regolamento di base esiste, ma non è ancora stato istituito l’ufficio che lo gestisca, quindi non abbiamo un vero interlocutore.

Cosa fate per accelerare il processo?

Stiamo investendo tanto, abbiamo un budget di oltre cento milioni di euro per sviluppare Binance e l’utilizzo della blockchain in Francia e Italia. La chiave principale è la formazione. Più gli utenti sono competenti, meno errori fanno e più il settore diventa sicuro. In Francia abbiamo dei veri e propri percorsi di formazione che hanno già rilasciato cinque mila diplomi.

E oltre la formazione?

Riteniamo che solo l’1% della potenzialità della blockchain sia già espresso, c’è ancora da fare moltissimo e noi finanziamo progetti interessanti che possano impattare positivamente sul mondo. L’altro grande impegno è la costruzione di community di utenti e appassionati che unendosi imparino più velocemente e possano promuovere il settore crypto nella vita quotidiana. Anche in Italia abbiamo una community già molto grande, coordinata egregiamente da Lucia Quaglia.

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