Will Smith
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Will Smith si racconta a Forbes: “Sono un ‘workaholic’ felice. E la mia ispirazione è mia nonna”

“In questo film ho riscoperto tanti ricordi e tutte le nostre atmosfere familiari. È davvero realistico e autentico”, dice Venus Williams. “Rappresenta il viaggio di nostro padre Richard, lo onora in tutto il suo operato e nella sua missione di cercare di fare qualcosa di positivo per cambiare il mondo”, aggiunge la sorella, Serena Williams, che, oltre a essere una delle tenniste più vincenti di sempre, è anche una fashion designer, col brand Hsn, una filantropa con il Serena Williams Fund, che costruisce scuole in Kenya e in Giamaica, e un’imprenditrice. Con la sua Serena Ventures investe in aziende che vogliono cambiare il mondo con le loro idee e prodotti, proprio come suo padre fece allenando lei e la sorella Venus a divenire le più grandi campionesse di tennis al mondo. Adesso la sua storia è raccontata in un film, Una famiglia vincente – King Richard, interpretato da Will Smith.

“Venus e Serena mi avevano detto che sarebbero state le produttrici esecutive di questo film, ma, prima di mettere il loro nome, volevano essere sicure che sarebbe piaciuto loro”, racconta Smith. “Quando sono venute alla prima proiezione, quindi, sono stato in ansia per oltre due ore, ma, per fortuna, tutto è andato per il meglio e ne sono rimaste entusiaste”.

Smith è diventato una star già da ragazzo, affermandosi anche come rapper e produttore. Adesso è perfino un imprenditore disposto a investire in idee di svariati settori. Il suo libro, Will, che in Italia sarà pubblicato da Longanesi e presentato a Dreamforce di Salesforce, è stato immediatamente un bestseller. Inoltre, tutta la sua famiglia ha avuto successo. La sua seconda moglie (la prima è stata Sheree Zampino, da cui avuto il figlio Trey, anche lui attore), Jada Pinkett-Smith, è attrice, sceneggiatrice, produttrice, cantante e conduttrice del popolarissimo talk show Facebook Watch Red Table Talk. È una delle persone più potenti d’America, oltre che un’icona per le donne afroamericane. Altrettanto famosi sono i loro due figli. Jaden è rapper, attore, modello di Louis Vuitton e imprenditore ecologico, co-fondatore di Just Water. Willow è brand ambassador di Chanel da quando aveva 15 anni, oltre che attrice, cantante e ballerina. Nel 2021 ha lanciato il quarto album, Lately I Feel Everything.

Per il suo ruolo in Una famiglia vincente – King Richard Smith ha appena vinto un Golden Globe e sembra ormai quasi certo di una candidatura all’Oscar.

Come ha deciso di interpretare il ruolo di Richard Williams?
Mi appassionai al suo personaggio anni fa. Sapevo che volevo interpretare un padre deciso a proteggere le sue figlie. La sicurezza e l’autostima che è riuscito a dare a Serena e Venus sono incredibili. Mio padre aveva una mentalità militare e i figli non avevano diritto di decidere o dire quello che pensavano, ma dovevano fare quello che voleva lui.

Che cosa l’ha colpita del personaggio?
Mi ha molto impressionato come lui seguisse le sue figlie con rispetto e le spronasse a sviluppare il loro talento. Ci teneva che avessero una vita migliore della sua e in questo mi sono molto identificato con lui. Richard veniva dalla Louisiana, era cresciuto in una situazione disagiata. Per questo cominciò ad allenare Venus e Serena nel tennis fin da bambine, non appena vide che avevano talento, e solo sulla base di informazioni che aveva ricavato da video o libri. Per loro, che erano nate a Chicago e si erano poi trasferite con la famiglia a Los Angeles, decise che tutta la famiglia doveva andare a vivere in Florida. Per lui era importante che le sue figlie avessero un’istruzione migliore e potessero anche crescere a livello professionale.

Cosa l’ha impressionata di più di Serena e Venus Williams, invece?
La loro etica lavorativa, dato che anche la mia è molto forte. Venus è convinta che nella vita, se lo si crede, si possa ottenere tutto e che la sicurezza delle proprie azioni si possa trovare nella forza di una famiglia unita come la loro. Serena è convinta che per riuscire nella vita si debba, prima di tutto, credere in se stesse e non temere di avere fini da raggiungere, anche molto ambiziosi.

Qual è stata la cosa più difficile nella preparazione per il ruolo di Richard?
Non sono un esperto di tennis e questo un po’ mi preoccupava. Mi sentivo un po’ come quando decisi di interpretare Muhammad Ali e imparai a tirare di boxe. Per interpretare Richard, che era un coach e almeno non giocava a tennis, ho impiegato sei mesi a prepararmi: non solo l’accento, ma anche la camminata, dato che un po’ zoppica per un attacco razzista subito da bambino. Soprattutto scrivere il mio libro, Will, mi ha aiutato a entrare nella parte, perché è stato anche un lavoro psicologico e terapeutico, introspettivo, che mi ha aiutato a riesaminare la mia esistenza dalla mia infanzia a oggi. In questo modo ho potuto relazionarmi meglio con lui. Io spesso ho cercato l’approvazione della gente, lui invece ha sempre mirato al rispetto. Questo mi ha insegnato molto, come uomo e come attore.

È diventato molto ricco fin da ragazzo, grazie alla serie tv Willy, il principe di Bel-Air. Poi ha realizzato blockbuster che le hanno fatto guadagnare milioni. È stata una scelta di carriera?
È stata un’evoluzione inaspettata. Non mi aspettavo di diventare famoso, volevo avere un impatto positivo sulla comunità. Per questo io e tutta la mia famiglia siamo coinvolti nelle cause dei diritti umani e dell’ambiente. Ma di certo è molto importante fare scelte professionali giuste. Quando girai Willy, il principe di Bel-Air, a un certo punto decisi di produrre, oltre a recitare il ruolo principale. Ora molti attori lo fanno, allora ero uno dei primi. In seguito ho sempre cercato di mescolare grandi produzioni a film indipendenti, dove si rischia di più, in modo da avere una certa sicurezza e poter osare al tempo stesso. Da quando sono diventato una star, ho imparato inoltre a usare la mia voce in modo produttivo ed efficace, perché so di essere ascoltato adesso.

Chi l’ha ispirata di più nella sua carriera?
Mia nonna, per la sua filosofia di vita serena ed equilibrata. Era battista, molto spirituale, nella fede trovava la sua serenità. Mi ha insegnato ad apprezzare quello che ho e quello che succede, senza cercare incessantemente qualcos’altro. A volte, non si dà il giusto valore a ciò che si ha di fronte e ci si rovina l’esistenza. Poi mi hanno ispirato due ruoli che ho interpretato, personaggi realmente esistiti: Muhammad Alì in Alì di Michael Mann e l’imprenditore Chris Gardner ne La ricerca della felicità di Gabriele Muccino. In quest’ultimo ho recitato una scena in cui, una notte, dormo con mio figlio in un bagno pubblico, devastato dalla povertà, causata da un errore commesso nella mia attività: una cosa che in America può accadere a molti. Non dimenticherò mai quel momento, per la sua verità e intensità.

A lei piace scoprire giovani talenti, come ha fatto proprio con Muccino.
Quando riconosco talento e passione, non mi importa se la persona è molto nota o meno: ci voglio lavorare. E mi piace sostenere startup o attività imprenditoriali in cui vedo un futuro o che mi ispirano (ha investito nella startup Arc, che crea diversi tipi di imbarcazioni elettriche, con la sua Dreamers Vc, un fondo di venture capital co-fondato con l’ex giocatore del Milan Keisuke Honda, Kosaku Yada e Takeshi Nakanishi, ndr).

Quali sono i valori più importanti per lei?
La famiglia ed essere padre. Mi piace fare felici le persone che amo, è quasi una missione. So che i miei figli seguono le mie orme e quelle di mia moglie, sono anche loro attori, produttori, imprenditori. Ma per me è stato un percorso naturale, dato che anch’io, da ragazzo, ammiravo mio padre e la sua etica del duro lavoro. Il mio sogno è sempre stato di trasmettere la passione per il mio lavoro alla generazione futura.

Si ritiene un padre protettivo, dato che tutti i suoi figli sono nel suo stesso business?
Essere padre non è facile, l’ho imparato anche a mie spese, dato che sono cresciuto con una disciplina militaresca e cercavo di imporre il mio volere ai miei figli. Con l’esperienza, ho imparato che devo accettare le loro decisioni. Ho sofferto molto da bambino a causa del rapporto conflittuale tra i miei genitori e per non essere stato in grado di difendere mia madre una volta che mio padre è stato violento e ingiusto con lei. Per me fu uno shock, anche perché lui era il mio idolo. Ne ho sofferto per moltissimo tempo. Adesso ho trovato un equilibrio pensando che anche le esperienze più brutte facciano parte della vita e servano per crescere e diventare più forti. Sono parte di noi e, per superarle, dobbiamo accettarle.

Come vi confrontate con la celebrità nella vostra famiglia?
Ho sempre mirato ad avere un equilibrio e so di poterlo ottenere curando sia il fisico che la mente. Mi piace fare sport, per sentirmi bene con me stesso e riuscire così a focalizzarmi meglio sul lavoro. La comunicazione aperta poi è fondamentale e in famiglia cerchiamo di averla. Non temiamo di confrontarci con i nostri errori e debolezze. Nel mio caso, poi, sono un felice workaholic: amo lavorare e questo mi dà energia e gioia. Non mi stanco mai di essere produttivo. E adoro le nuove sfide.

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