Background
I prezzi del petrolio hanno registrato una corsa sfrenata negli ultimi due anni, alimentando la volatilità tra i titoli energetici. I prezzi sono entrati in territorio negativo per la prima volta nella storia durante la primavera del 2020, quando il blocco del Covid ha portato a un eccesso di offerta che è diventato troppo costoso da mantenere. Sebbene l’S&P sia tornato a nuovi massimi da sei mesi, i prezzi del petrolio non si sono ripresi.
Exxon Mobil, la più grande compagnia petrolifera della nazione, è crollato del 40%, chiudendo l’anno tra i titoli peggiori. Il recente aumento dei prezzi dell’energia ha alimentato l’inflazione più alta degli ultimi 40 anni. Questo mese, in vista del divieto imposto dal presidente Joe Biden alle importazioni di petrolio russo, i prezzi del petrolio sono aumentati, raggiungendo livelli di quasi 14 anni fa. Exxon, per esempio, quest’anno sta andando incontro a un rialzo del 36%.
A margine
La ripresa dell’economia e l’importante stimolo fiscale, ha affermato Jeff Buchbinder di LPL Financial, hanno contribuito ad alimentare uno dei più grandi trend rialzisti mai registrati, grazie soprattutto ai bassi tassi di interesse. Ora, con l’ aumento dei tassi da parte della Federal Reserve e l’allentamento del suo sostegno economico, le azioni, in particolare quelle tecnologiche, stanno lottando. Il settore dei servizi di comunicazione, che comprende la società madre di Facebook, Meta, e Alphabet di Google, quest’anno è crollato del 10%. Mentre il settore It è crollato dell’8,5%.
A cosa guardare
Anche se l’aumento dei prezzi del petrolio può essere stato un vantaggio per le aziende energetiche, alcuni analisti temono che le loro implicazioni possano arrestare la crescita economica. In una nota, Ethan Harris della Bank of America ha detto di temere che un inasprimento della Fed più forte del previsto, combinato con uno shock del prezzo del petrolio o altri eventi imprevisti, rappresenterebbe un “serio rischio” di recessione. La banca ha dichiarato di aspettarsi un aumento dei tassi più rapido alla luce dell’inflazione sostenuta. E ha quindi abbassato le sue previsioni per la crescita del Pil il prossimo anno dall’1,8% all’1,7%, rispetto al 5,7% dell’anno scorso.