Articolo tratto dal numero di aprile 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
La transizione digitale è in atto. Nel sistema economico e sociale, culturale e finanziario. C’è anche il luogo, un punto di vista privilegiato, della transizione: le infrastrutture digitali attraverso cui questo cambiamento profondo trasforma l’immaginario collettivo in veri e propri stili di vita. Fino ad arrivare al famoso, e ancora non del tutto definito, metaverso. Quali sono queste infrastrutture, come si stanno consolidando e in quanto tempo abiliteranno i nuovi mondi? Lo abbiamo chiesto a chi gestisce le infrastrutture: Gianluca Landolina, manager director di Cellnex Italia.
Il metaverso c’è nelle infrastrutture digitali che stanno nascendo in ogni parte del mondo.
In realtà il termine è stato coniato 20 anni fa in un libro di fantascienza: era inteso come una realtà virtuale che poteva essere vissuta tramite rappresentazioni 3D di un proprio clone digitale, cioè un avatar. Oggi non è cambiato molto, tranne il fatto che il metaverso comincia a esistere e, cosa non banale, a essere fruito. E si sta andando verso una commistione sempre più intima, e anche utile, tra realtà virtuale e realtà aumentata. Ciò che era iniziato con ipotesi di applicazione in ambito gaming e social meeting, tenderà a essere sempre più un concreto aiuto alla nostra vita di tutti i giorni, sia professionale che privata.
C’è anche negli investimenti in quantum computing negli Usa e in Cina. E nelle più grandi aziende del pianeta no?
Si è capito come la computazione quantica, o quantistica, stia riuscendo sempre più, e sempre meglio, a sovrapporre diversi layer di computazione classica e ad eseguirli in modo simultaneo e, soprattutto, coordinato, riuscendo a raggiungere risultati prima inimmaginabili.
E c’è nella rete che presto abiliterà funzioni inaspettate e visionarie
Tutto ciò in effetti si traduce inevitabilmente in una richiesta di capacità di trasmissione dati straordinaria rispetto al già enorme incremento cui abbiamo assistito nell’ultimo decennio grazie allo sviluppo massivo delle capacità digitali. Uno sviluppo che definirei detonante nei suoi effetti: bisognerà mediare tra la capacità muscolare (quantitativa) di elaborazione e trasmissione dati e quello che dovrà essere l’utilizzo sapiente ed intelligente di queste informazioni. Nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile in un lasso di tempo così relativamente limitato senza la parallela evoluzione che le telecomunicazioni mobili hanno avuto, e continueranno ad avere, con il passaggio al 4G prima e al 5G oggi. E, ancora, al 6G nel prossimo futuro. È chiaro quindi come gli operatori telefonici di infrastrutture di telecomunicazioni, come per esempio le cosiddette tower company, assurgano al ruolo chiave di abilitatori di tale rivoluzione. Che è e deve essere, in modo sempre armonico, sia teconologica-digitale sia culturale.
Come cambierà l’impresa, i consumi e, quindi, gli stili di vita?
Molto sarà diverso e più facile. Si potranno fare tante più cose in meno tempo e si avrà il lusso di dover fare anche tante cose in meno. Forse alcuni lavori, o solo alcune mansioni, diventeranno sempre meno necessari e tantissimi altri nasceranno e saranno cruciali. Buona parte delle cose, non solo ripetitive, saranno fatte digitalmente in molto meno tempo. E avremo quindi più tempo o per fare meglio quelle stesse cose o per farne molte altre incrementali. In effetti, almeno una parte di questo tempo guadagnato, dovremmo cominciare a dedicarlo a noi stessi.
Come e quando saranno abilitati i nuovi mondi del 5 e del 6G?
Abbiamo già iniziato in Europa, e quindi anche in Italia, lo sviluppo della copertura 5G, a supporto dei piani di sviluppo della rete dei nostri clienti (ndr: tutti gli operatori telefonici mobili e fissi wireless del nostro Paese). La stiamo sostenendo con tutto lo sforzo e l’attenzione possibili. Per rimanere al passo con lo sviluppo digitale e industriale di questo mondo globalizzato nel quale ormai viviamo, un adeguamento alla normativa europea sui limiti elettromagnetici – che resta comunque una delle più restrittive al mondo – è necessario. Il gruppo Cellnex ha già cominciato i primi test e studi sulle applicazioni del 6G, ma di questo ci sarà tempo per parlarne.
Voi come Cellnex che ruolo avete?
In Cellnex continuiamo a investire attenzione, intelligenza – ma anche miliardi di euro – nella nostra missione di diventare un contributor chiave in questa rivoluzione digitale e culturale. Con le nostre 20mila torri in Italia e le oltre 130mila nei 13 paesi dove il Gruppo Cellnex è presente, siamo il principale operatore di infrastrutture di telecomunicazioni in Europa. Siamo
consapevoli del fatto che un tale impatto possa essere potenzialmente critico nei paesi nei quali operiamo e nei contesti sociali, economici e politici con i quali interagiamo. È per questo che la nostra attenzione e i nostri investimenti in cultura aziendale e sostenibilità sono stati ai massimi livelli da ormai sette anni. E continueranno a essere la principale priorità nel nostro futuro. Cellnex Italia è stata la prima azienda al mondo ad aver conseguito la certificazione Easi (Ecosistema aziendale di sostenibilità integrata), rilasciata da Dnv, una delle principali istituzioni di certificazione al mondo, e riconosciuta da Accredia, organismo di accreditamento del Governo italiano. La sostenibilità, quella vera, cioè che esiste e che si autoalimenta in azienda indipendentemente dalla spinta saltuaria del management, in Cellnex è ormai entrata in tutti i nostri gangli decisionali e nei nostri processi esecutivi.
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