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26 novembre 2025

Come Panetta Studio Legale punta su dati e intelligenza artificiale

La mission è trasformare la conformità normativa in un vantaggio competitivo
Come Panetta Studio Legale punta su dati e intelligenza artificiale

Forbes.it
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Contenuto tratto dal numero di novembre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

Trasformare la compliance da obbligo a leva competitiva. Ecco il cambio di prospettiva che le aziende dovrebbero mettere in atto secondo Rocco Panetta, avvocato cassazionista, presidente di Panetta Consulting Group e managing partner di Panetta Studio Legale. Una visione che rovescia la logica tradizionale del diritto come vincolo e restituisce alla compliance il suo potenziale strategico, trasformandola in un motore di fiducia, innovazione e competitività.

Com’è nato il Panetta Consulting Group

“È una stagione entusiasmante per chi, come me, si occupa di data economy”, dice Panetta, “ma non mancano elementi di preoccupazione. L’avvento dell’intelligenza artificiale e il suo impiego crescente da parte delle aziende impongono un nuovo equilibrio tra progresso tecnologico e rispetto delle regole. Serve un uso etico e bilanciato dei dati, capace di sostenere e accelerare il business senza violare i diritti fondamentali”.

Da questa convinzione è nato il Panetta Consulting Group, evoluzione naturale di un percorso professionale iniziato 17 anni fa e oggi consolidato in una struttura che integra competenze giuridiche, tecnologiche e strategiche. “Abbiamo costruito una realtà organizzata e specializzata che unisce la consulenza legale tradizionale all’expertise tecnica in materia di data protection, cybersicurezza e intelligenza artificiale”, continua Panetta. “L’obiettivo è fornire un supporto personalizzato, cucito sulle esigenze di ciascun cliente, nazionale e internazionale. Solo una consulenza davvero integrata può rispondere alle sfide della trasformazione digitale”.

La missione

Al centro resta una missione: trasformare la conformità normativa in un vantaggio competitivo. Un principio che guida ogni progetto e che, nell’epoca della regolazione europea delle tecnologie emergenti, acquista un significato ancora più profondo. “Le nuove tecnologie sono ormai un asset imprescindibile per ogni impresa. Proprio per questo, sarà fondamentale adottare strategie di compliance capaci di coniugare le esigenze di business con il rispetto delle regole. Dobbiamo continuare a considerare la normativa sulla protezione dei dati il pilastro centrale, ma senza dimenticare le nuove leggi europee e nazionali su intelligenza artificiale e cybersicurezza, che stanno ridisegnando il perimetro della responsabilità aziendale”.

Il giurista invita a leggere questo complesso di regole non come un intralcio, ma come un ecosistema di opportunità: “Le norme europee non vogliono frenare l’innovazione, ma renderla sostenibile e sicura. La sfida è cogliere il valore di una compliance preventiva e integrata, che non si limiti a evitare sanzioni, ma produca efficienza, riduzione dei rischi e vantaggi reputazionali. Le aziende che sapranno investire in questa direzione diventeranno più solide, credibili e competitive”.

L’approccio

Panetta parla con la forza di chi ha sperimentato questa visione sul campo. Negli ultimi anni ha seguito alcuni dei casi più emblematici nel rapporto tra diritto e intelligenza artificiale, assistendo OpenAI nel procedimento che ha portato allo sblocco di ChatGPT in Italia, e Replika, la prima app di IA generativa sottoposta a verifiche del Garante privacy italiano. “Abbiamo affrontato queste situazioni con un approccio trasparente e collaborativo”, racconta. “È stato proprio questo dialogo costruttivo a permettere la riapertura dei servizi in Italia. Lo stesso principio ci ha guidati anche nel Regno Unito, nel caso ChAI davanti all’Ico, conclusosi con l’archiviazione. Il segreto è essere pronti, aperti e coerenti: le autorità apprezzano le aziende che dimostrano un impegno serio e documentato nella compliance”.

Questo spirito proattivo, secondo Panetta, deve diventare parte integrante della cultura aziendale. “Le imprese dovrebbero allenarsi a gestire la relazione con le autorità attraverso simulazioni di ispezioni e audit interni. Prepararsi non solo a rispondere, ma a dialogare: è così che si costruisce fiducia e che la compliance si trasforma in una risorsa strategica”.

Anche il ruolo del consulente legale sta cambiando profondamente. “In passato”, spiega Panetta, “il diritto dei dati era vissuto su un piano operativo, fatto di adempimenti e documentazione. Oggi invece serve una visione strategica, capace di coniugare l’osservanza delle regole con la spinta all’innovazione. Le normative, a partire dal Gdpr, non sono barriere, ma strumenti che possono sostenere i processi innovativi e generare valore concreto”.

Il diritto nella trasformazione digitale

Per l’avvocato, il diritto deve diventare parte integrante della strategia d’impresa, un linguaggio condiviso tra management, tecnici e legali. “La trasformazione digitale non può essere governata solo con la tecnologia: servono regole chiare, visione e responsabilità. La compliance è la bussola che consente alle aziende di innovare senza perdere equilibrio, di crescere senza rinunciare alla fiducia”.

In un’epoca segnata da intelligenza artificiale, automazione e data economy, il valore di un’impresa si misura anche dalla sua capacità di gestire eticamente l’informazione. “Chi saprà integrare la compliance nella cultura aziendale potrà affrontare il futuro con maggiore solidità. Non si tratta solo di conformità, ma di sostenibilità, di reputazione, di fiducia. E la fiducia è oggi il vero capitale competitivo”.