
C’era anche Barbara Tober, la gran dama di New York, al lancio americano del XXII festival Verdi, al via a settembre a Parma e Busseto. Decenni in Condé Nast, prima a Vogue quindi al timone di Brides, la signora sposò in terze nozze Donald Tober, fondatore della multinazionale Sugar Foods. Negli anni, la coppia non ha mai smesso di amare e sostenere l’arte.
Questa elegante signora, icona della colta borghesia americana, spiccava tra i 178 International Friends of Festival Verdi, ospiti della cena di raccolta fondi firmata da Massimo Bottura. Il tutto si è consumato al Metropolitan Club, il club più esclusivo di New York. Nato per volere di J.P. Morgan, nel palazzo con affaccio su Central Park tra i suoi affiliati spiccano i presidenti Nixon, Reagan e Clinton.
In un paio d’anni, gli Iffv hanno messo sul piatto più di 2 milioni di euro per finanziare la manifestazione del Teatro Regio di Parma, che altrimenti non potrebbe permettersi il lusso di un festival supplementare. E così, il Teatro, su impulso del sovrintendente Anna Maria Meo, tra le 100 donne Forbes 2021, si è aggiudicato il Premio Cultura+Impresa per le la capacità di attrarre risorse private equivalenti al 56% del proprio bilancio.
L’anima americana degli Iffv è James Miller con James Shah alla guida del potente studio legale Miller Shah. Miller ci ha raccontato che ama l’opera italiana e in particolare Verdi. Un collega di Parma l’ha convinto in un baleno a sostenere il festival, e lui ha mosso la sua rete di relazioni stringendo intorno a sé i verdiani americani i quali, nel più puro spirito a stelle e strisce, quando amano investono certo incentivati dagli sgravi fiscali ignoti ai nostri mecenati italiani.
Nel corso della serata è stata organizzata anche un’asta che in 15 minuti ha raccolto più di 300mila dollari. I lotti erano costituiti da manufatti realizzati dai laboratori di sartoria e scenotecnica del Teatro, ma anche da esperienze da vivere nel parmense. Il banditore era Brook Hazelton, ex presidente di Christie’s e prima in Goldman Sachs, ora alla testa di un’azienda di intelligenza artificiale.
La serata ha poi avuto il sostegno di una cordata di sponsor italiani. Il testimonial di lusso era poi Massimo Bottura, tre stelle Michelin, che ha firmato la cena con le nostre superbe materie prime. In chiusura, ha cantato il soprano Eleonora Buratto, tra i nomi ricorrenti al Metropolitan Opera, che nel 2016 fece proprio il suo nome ad Anna Wintour, direttrice di Vogue US, alla ricerca di un’ugola d’oro per la festa di compleanno del compagno. “Alla fine della serata, mi regalò una borsa gioiello Valentino, la tengo come una reliquia”, aveva detto Buratto.
Giuseppe Verdi brilla tra le glorie nazionali. E rappresenta l’Italia fatta musica: in pochi minuti d’ascolto, l’identità tricolore è subito chiara. “Pianse e amò per tutti. Diede una voce alle speranze e ai lutti”, disse D’Annunzio. Verdi siamo noi. Un nome che galvanizza gli amanti dell’arte, ambasciatore del bello italiano. Un artista che riesce a fare miracoli anche da remoto se calcoliamo che, per questo evento e per il festival in generale, ha fatto sedere allo stesso tavolo una serie di marchi e aziende superando l’antagonismo all’italiana.
Una curiosità. Sono solo due le donne ai vertici di importanti teatri italiani: Anna Maria Meo e Cecilia Gasdia, al timone dell’Arena di Verona. Gasdia ha messo in campo la campagna di fundraising “67 colonne per l’Arena di Verona”, che ha da poco vinto la VI Edizione del Concorso Art Bonus 2021 indetto dal Ministero della Cultura. Donne abili nel monetizzare la cultura.

Food & Beverage
L'Osteria Francescana, l'arte contemporanea e il ruolo sociale dello chef: Massimo Bottura si racconta
di: Alberto Cauzzi

Forbes Leader
Massimo Bottura: Il connubio tra cucina, arte e cultura
di: Forbes.it

Lifestyle
Alla Franceschetta58 di Massimo Bottura la birra diventa la protagonista delle degustazioni
di: Forbes.it



