
Contenuto tratto dal numero di novembre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!
Due icone del lusso come Cartier e Louis Vuitton, tramite le rispettive case editrici, hanno affidato la stampa e la confezione delle novità parigine di quest’autunno a un’azienda italiana, l’Editoriale Bortolazzi Stei, 30 dipendenti e una terza generazione alla guida. Il compito? Raccontare una retrospettiva di Gerhard Richter, patrocinata da Lvmh, e il lancio del progetto architettonico Fondation Cartier pour l’Art Contemporain firmato Jean Nouvel.
Specializzata in libri fotografici d’arte, la Bortolazzi investe soprattutto sul capitale umano: “Anche il mio stampatore sa chi è Steve McCurry”, racconta Filippo Bortolazzi. A testimoniare la qualità bastano volumi come quello dedicato a Villa Albani Torlonia (Roma), un librone che avrebbe fatto la gioia di Johann Winckelmann, padre della storia dell’arte e consigliere del cardinale Albani per la collezione di antichità conservata nella villa, capolavoro del Neoclassicismo.
La Bortolazzi è uno dei piccoli giganti del distretto cartario e grafico del Veneto, che per dimensioni è secondo solo a quello di Lucca e Pistoia. Il comparto vale il 15% della produzione nazionale, con oltre 200 aziende e diecimila addetti. Genera oltre quattro milioni di tonnellate di carta e cartone all’anno, il 60% destinato al packaging. La spinta viene dal mercato globale: le esportazioni italiane di carta e cartoni sono salite dell’11,2% sui volumi del 2023, trainate in particolare dal packaging. Ai mercati esteri è andato il 45% dei volumi prodotti, quota mai raggiunta prima. Le esportazioni hanno toccato una media annua di 1,73 milioni di tonnellate nel periodo 2020-2024, con un picco di 2,15 milioni di tonnellate nel 2023 (dati Assocarta).
Le origini del distretto risalgono al Medioevo, quando la carta si sviluppò grazie all’abbondanza di acqua e materie prime come stracci e fibre vegetali. Bassano del Grappa emerse come uno dei poli più importanti già nel XV secolo, con cartiere artigianali che sfruttavano i corsi d’acqua locali. L’evoluzione tecnologica trasformò queste cartiere in vere industrie. Nel XIX secolo il Veneto divenne uno dei principali poli produttivi italiani, trainato dalla domanda di carta per editoria, packaging e industria.
Il distretto è in pieno fermento, tra acquisizioni di marchi italiani e cessioni di quote a fondi stranieri. Emblematica la vicenda della Fedrigoni, nata a Verona nel 1888, regina delle carte speciali e delle soluzioni autoadesive. Nel 2002 ha rafforzato il proprio impero rilevando le Cartiere Miliani Fabriano, fondate nel Settecento da Pietro Miliani, che trasformò l’arte della filigrana in industria. Su carta Pmf Garibaldi scrisse lettere da Caprera, e anche Gabriele D’Annunzio si affidò a Fabriano.
Dal 2018 è sotto la cupola Fedrigoni anche Magnani 1404, nome storico delle carte per belle arti. Fedrigoni, controllata dal 2017 da fondi statunitensi, sta ridisegnando la propria struttura in tre società distinte, dedicate a carta, etichette e Rfid (Radio-frequency identification, tecnologia di riconoscimento di informazioni a distanza), conta seimila dipendenti, 73 centri di produzione, taglio e distribuzione e un catalogo di 25mila prodotti.
Altra protagonista di lungo corso è Burgo Group, leader nelle carte grafiche, speciali e per imballaggio. Nasceva nel 1905, nel Cuneese, da un’intuizione di Luigi Burgo, che trasformava l’energia in eccesso della sua centrale elettrica in carburante per la nuova attività: già nel primo anno produceva 50 quintali di carta da imballaggio, diventando in breve il maggiore produttore italiano. Ora è controllata dalla vicentina Marchi, che ha circa tremila dipendenti, nove stabilimenti in Italia e uno in Belgio, con una produzione annua di 1,5 milioni di tonnellate di carte grafiche, speciali e per imballaggi.
Tra le eccellenze del settore cartario e tipografico spicca Grafiche Antiga, fondata nel 1968 a Crocetta del Montello, in provincia di Treviso. Da piccola tipografia familiare, l’azienda è cresciuta fino a diventare un punto di riferimento nazionale, con oltre 200 dipendenti e filiali a Treviso, Milano, Belluno, Vicenza e Pordenone. Specializzata nella stampa di alta qualità, si occupa di stampa, legatoria, cartotecnica, fino alla logistica e all’editoria, puntando su tecnologie avanzate come la stampa Uv Led. È attiva nella conservazione e valorizzazione della storia della tipografia attraverso la Tipoteca Italiana, il più importante polo museale italiano sull’arte della stampa e della tipografia, a Cornuda (Tv).
È ormai un colosso della tipografia internazionale Grafica Veneta, guidata da Fabio Franceschi: un’attività costruita a suon di primati. Alla morte di Nelson Mandela, in meno di 24 ore l’azienda confezionava il libro-testamento del leader sudafricano. È stato stampato a Trebaseleghe (Pd), dove Grafica Veneta ha casa, l’instant book scritto da Barack Obama alla vigilia della sua prima corsa presidenziale, richiesto dal New York Times come allegato speciale.
Così New York, campionessa di velocità e frenesia, bussava alla porta di un paese di 12mila anime per soddisfare le sue esigenze editoriali. Qui sono stati stampati il primo libro di Papa Leone e l’ultima fatica di Dan Brown. Grafica Veneta produce ogni anno oltre 300 milioni di copie e 100mila titoli. Numeri consolidati grazie a un gran colpo: la conquista degli Stati Uniti attraverso l’acquisizione di Lake Book Manufacturing (Illinois) e P.A. Hutchison Company (Pennsylvania), storiche realtà editoriali rilanciate e integrate nel gruppo. Oggi oltre il 67% del fatturato consolidato (2024) proviene dagli Usa.
Il distretto veneto si distingue anche per sostenibilità: oltre l’80% della carta prodotta deriva da materiali riciclati, collocando la regione ai vertici europei per economia circolare. Un esempio è Cartiera Galliera, nel padovano, che realizza carte riciclate per packaging flessibile, alimentare e speciale. A livello nazionale, nel 2024 l’89% delle materie prime dell’industria cartaria proveniva da fonti rinnovabili o materiali riciclabili: il 56% da carta da riciclare e il 33% da fibre vergini legnose. L’Italia è il secondo utilizzatore europeo di carta da riciclare dal 2020, con l’11,4% del consumo totale, dopo la Germania (35,2%).
Tra le aziende a conduzione familiare del Veneto spicca Cartiera di Ponzano (Treviso), che da oltre 50 anni produce carta igienica, asciugatutto, tovaglioli e lenzuolini per uso domestico, industriale e sanitario. Cartotecnica Veneta (San Pietro in Gù, Pd), fondata nel 1956, eccelle negli imballaggi flessibili. Ha ampliato nel tempo linee di estrusione e metallizzazione di film e carte speciali. Cartiera Giorgione (Castelfranco Veneto, Tv), attiva dal 1961, realizza carta e copertine bianche per imballaggi industriali e alimentari.
Essebidue (Camposampiero, Pd) dal 1983 produce rotoli asciugatutto, tovaglioli, lenzuolini e altri articoli monouso per igiene e cura della persona. Infine, Cartotecnica Valenti (Castelfranco Veneto, Tv), con oltre 40 anni di esperienza, commercializza lotti di prima scelta e stock-lot, operando anche come partner per lavorazioni conto terzi.
Il digitale avanza, ma la carta continua a cantare. Dalle tipografie familiari alle multinazionali della stampa, l’industria veneta dimostra come competenza, creatività e lungimiranza possano trasformare un territorio in un punto di riferimento globale. Libri, packaging e stampati d’arte confermano che il fascino del materiale tangibile resta insostituibile, anche nell’era dei bit.




