Stefano Stoppani Visa
Business

Visa e la transizione digitale in Italia: “Bisogna investire in tecnologia, sicurezza e formazione”

Ogni dieci pagamenti che avvengono sulla nostra rete all’interno degli esercizi commerciali, sette sono contactless, cioè senza un contatto diretto tra i dispositivi utilizzati. Sul fronte dell’e-commerce, poi, il tasso di crescita delle transazioni online è sempre a due cifre. Basta questo per rendersi conto che l’Italia, negli ultimi due anni, ha compiuto grandi passi avanti nel processo di transizione digitale”. Ad affermarlo è Stefano M. Stoppani, country manager in Italia di Visa, una delle principali società al mondo nel campo dei pagamenti digitali. La rete di Visa si estende in 200 Paesi e territori e comprende 15.100 istituti finanziari, 100 milioni di esercenti e 3,8 miliardi di carte. Tra il primo ottobre 2020 e il 30 settembre 2021 ha processato 232,5 miliardi di transazioni di pagamento, per un volume complessivo di 13mila miliardi di dollari.

Come si spiega questo incremento dei pagamenti contactless?
I consumatori hanno sperimentato e apprezzato le nuove modalità di utilizzo dello strumento. Penso all’accesso ai trasporti pubblici, per esempio. E anche le piccole e medie imprese e gli esercenti locali, che allo scoppio della pandemia hanno avuto bisogno di ricorrere a soluzioni digitali e all’e-commerce, ora ne hanno capito il valore. Hanno compreso, cioè, che il digitale non è alternativo alla vendita fisica, ma amplia le potenzialità del business. 

Dove si colloca l’Italia rispetto al resto d’Europa e del mondo nell’adozione dei pagamenti digitali?
Di certo c’è ancora molto da fare. Il contante resta lo strumento più utilizzato e, secondo il Politecnico di Milano, siamo agli ultimi posti in Europa in termini di sviluppo digitale dei pagamenti. È quindi fondamentale continuare a investire non solo su innovazione tecnologica e sicurezza, ma anche in formazione ed educazione.

Esiste quindi un problema culturale?
Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, gli utenti sono sempre più consapevoli dei vantaggi dei pagamenti digitali. I benefici non sono legati solo alla comodità, ma anche alla sicurezza e alla protezione del proprio denaro. Il cosiddetto digital divide culturale, però, riguarda ancora anche il settore dei pagamenti. Ci sono poi problemi di percezione errata.

Un esempio?
Spesso si pensa che il contante non abbia costi. Al contrario, i più recenti studi mostrano che gli oneri di gestione e movimentazione per gli esercenti ammontano a 4,4 miliardi di euro ogni anno.

Come si può intervenire?
Bisogna migliorare la comprensione dei benefici dei pagamenti digitali da parte dei consumatori e di tutto il sistema Paese, a partire dai più giovani. A questo scopo abbiamo lanciato da poco, assieme a Fondazione Mondo Digitale, il progetto Growing Tour: un percorso di formazione pensato per appassionare le nuove generazioni a programmazione, economia e sostenibilità. Dopo l’edizione pilota a Roma e Napoli, la nuova iniziativa coinvolgerà 800 bambini e preadolescenti di 40 scuole in tutta Italia. E si estenderà anche ai Punti Luce, spazi realizzati da Save the Children nei quartieri e nelle periferie più svantaggiate delle città.

Per convincere le persone a passare al digitale, bisogna anche persuaderle che il digitale è sicuro. Voi che cosa fate su questo fronte?
La nostra azienda si basa sui dati e lavora da sempre perché le informazioni vengano trasmesse in modo sicuro e affidabile. Investiamo in innovazione, tecnologia e infrastruttura. Negli ultimi cinque anni, per esempio, abbiamo dedicato circa nove miliardi di dollari alla sicurezza informatica e alla prevenzione. Un investimento che ci permette di scongiurare ogni anno frodi per circa 25 miliardi di dollari nel mondo. E abbiamo integrato intelligenza artificiale e analisi dei dati nella nostra rete.

In italia, in particolare, come vi state muovendo per favorire l’adozione dei pagamenti digitali?
Seguiamo tre direttrici. Stiamo sviluppando accordi e partnership con i vari attori dell’ecosistema, tra cui Nexi, Vidra, Axepta, Axerve e Shopify, per facilitare l’accesso delle pmi ai pagamenti digitali. Abbiamo lanciato un kit per fornire alle piccole imprese e agli esercenti locali risorse, strumenti e competenze per portare il loro business online. Abbiamo poi reso disponibili soluzioni che facilitano l’esperienza d’uso e non obbligano gli esercenti a dotarsi di un’infrastruttura dedicata. Fra queste c’è Tap to Phone, una tecnologia che permette di accettare pagamenti con carta senza hardware aggiuntivo, tramite smartphone Android. Inoltre, stiamo collaborando con gli operatori del trasporto pubblico per rendere la mobilità urbana più efficiente e sicura. Abbiamo appena lanciato con Amt un progetto pilota che permette di pagare sui mezzi pubblici di Genova, Portofino e Santa Margherita Ligure con un tap, grazie alla tecnologia contactless. Abbiamo anche realizzato progetti specifici per sostenere la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, come il programma di formazione per i Comuni sviluppato assieme a Nexi.

Secondo lei quale sarà l’evoluzione dei pagamenti digitali nei prossimi anni?
Si va verso un’esperienza d’acquisto sempre più personalizzata e una maggiore possibilità di scelta da parte del consumatore. La chiave, per le aziende, sarà mettere al centro le esigenze del consumatore e rendere l’esperienza d’acquisto ancora più facile, sicura e fluida. Penso a soluzioni come il buy now, pay later, che permettono di acquistare e pagare in un secondo momento, oppure di dilazionare la spesa in rate. Vediamo anche una progressiva affermazione dell’open banking, che consente a istituzioni finanziarie, fintech ed esercenti di sviluppare prodotti e servizi di gestione finanziaria su misura per consumatori e imprese. Con il passaggio al digitale, proprio le fintech avranno un ruolo centrale nello sviluppo della prossima generazione di soluzioni di pagamento. E sarà fondamentale poter contare su reti in grado di assicurare resilienza, innovazione e sicurezza, aperte a nuovi protagonisti e nuove tecnologie.

Oltre al digitale, l’altro elemento chiave della ripartenza post-Covid sembra essere la sostenibilità. Come vi state muovendo?
Puntiamo anche su questo aspetto. In particolare, attraverso partnership come quella con ecolytiq, che permettono all’utente di quantificare e compensare l’impronta di carbonio dei suoi acquisti.

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