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Crescita e innovazione, così Grana Padano programma un futuro all’insegna della qualità

Articolo tratto dal numero di luglio 2022 di Forbes Italia. Abbonati!

Le emissioni dirette di gas a effetto serra prodotte dalle attività agricole e legate alla produzione alimentare sono pari al 10-12% delle emissioni totali a livello mondiale. E l’impatto ambientale di questo settore non finisce qui: impoverimento delle risorse idriche, eutrofizzazione dell’acqua dolce e marina, ecotossicità e consumo del suolo completano un quadro che impone una riflessione sul miglioramento e sull’efficientamento dei processi produttivi.

Grana Padano protagonista del Life Ttgg

Life Ttgg – The Tough Get Going (che si tradurrebbe in italiano come “I ‘formaggi’ duri cominciano a giocare”) è un progetto che nasce con questa finalità, costruito grazie alla sinergia tra università, startup, aziende produttrici e organismi di formazione e di ricerca italiani e francesi. Il settore di riferimento, come suggerito dal nome, quello lattiero-caseario. Protagonista una Dop italiana: Grana Padano. “Siamo la Dop più consumata al mondo e vogliamo confermare questa leadership non soltanto per quanto riguarda la quantità venduta al mondo, ma anche dal punto di vista di pianificazione, programmazione, fantasia e innovazione delle nostre attività”, ha detto Stefano Berni, direttore generale del Consorzio, durante l’assemblea generale del Consorzio di Tutela.

Life Ttgg, che rientra in questo ventaglio di attività, si pone l’obiettivo di migliorare l’efficienza dei processi produttivi garantendo la crescita, per l’appunto, ma soprattutto preservando la qualità in un’ottica di sostenibilità ambientale. Tra i risultati più concreti del progetto un software di supporto alle decisioni aziendali sperimentato per la prima volta sul Grana Padano Dop e sulla sua filiera, ma che permetterà in futuro a tutte le aziende produttrici di formaggi Dop di applicare la metodologia europea Pef (Product environmental footprint) per calcolare l’impronta ambientale dei propri prodotti confezionati.

Oltre che di ottimizzare il sistema produttivo dal punto di vista sia ambientale che economico. Una raccolta dati durata due anni e svolta su un campione rappresentativo di tutta la filiera produttiva del Grana Padano Dop, costituito da 68 allevamenti, 19 caseifici e 18 confezionatori. Il lavoro ha permesso di effettuare una valutazione delle performance ambientali per l’intera filiera di produzione, dalla stalla al confezionamento, e la conseguente realizzazione di dataset medi e aggregati.

“Il Consorzio ha iniziato a investire in ricerca per la riduzione dell’impatto ambientale della produzione già nel 2007, avviando la collaborazione con i più importanti atenei”, ricorda il presidente Renato Zaghini durante il Cibus 2022, uno dei più importante eventi al mondo per il settore alimentare. “Con questo nuovo progetto internazionale arriviamo a un risultato importante e concreto, che inciderà sulla gestione quotidiana delle aziende. È stato pensato per il Grana Padano, si è avvalso della collaborazione del Comté francese, ma è a disposizione di tutto il settore caseario, ingiustamente e a lungo accusato di essere insensibile al problema e invece, con le sue iniziative, all’avanguardia nell’applicazione di soluzioni”.

Un processo produttivo sostenibile

Nello specifico, l’applicazione della metodologia Pef ha evidenziato che la fase di stalla, dove si produce il latte crudo, è l’origine della quasi totalità degli impatti ambientali (circa il 91% sull’intera filiera). E con il progetto Life Ttgg è stato possibile comprendere, all’interno di questa fase, quali sono le attività meno green: in testa l’acquisto e la produzione di alimenti, che precedono le emissioni da gestione degli effluenti di allevamento.

Individuare le principali aree di intervento è necessario per programmare un processo produttivo sostenibile e rispettoso dell’ambiente. E a fine aprile 2022 il Consorzio, a coronamento del suo impegno in tale direzione, è stato premiato con la Bio safety certification, assegnata da Legambiente: “È stato riconosciuto che nelle oltre 3.700 stalle che conferiscono latte destinato al Grana Padano si punta moltissimo sul benessere delle vacche produttrici”, commenta Berni, che ha ritirato il riconoscimento.

“Il Consorzio garantisce il rispetto dell’ambiente, divulga le best practice per migliorare il benessere della persona e per prevenire l’insorgere di malattie, sostiene progetti umanitari in Paesi in via di sviluppo, punta sul risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili, investe in ricerca per soluzioni produttive sempre più green”. Qualità, sostenibilità ma anche quantità, come ricordato da Berni.

L’andamento positivo del mercato

L’assemblea generale del Consorzio è stata un’occasione per rivelare i risultati ottenuti nel 2021 e programmare i provvedimenti del 2022, in modo da allinearli agli obiettivi. Il quadro che emerge è chiaro: i consumi sono in crescita, i prezzi in ripresa e il mercato del Grana Padano Dop in andamento positivo. “Con il piano produttivo varato a novembre ci siamo prefissati di legare la produzione all’aumento dei consumi, che devono anticipare e giustificare il suo andamento per evitare ripercussioni negative sui prezzi”, ha spiegato Zaghini.

“Lo abbiamo deciso sulla base dei consumi globali nel 2021 e i numeri di fine anno ci hanno dato ragione, perché si è registrato un +2,8%, segno di stabilità inatteso dopo la vistosa crescita nel 2020. Dobbiamo tuttavia mantenere la guardia alta per il caro energia, con il quale le aziende consorziate devono ogni giorno fare i conti”. Altri dati positivi sono arrivati anche dall’export, cresciuto del 7% grazie alla congiuntura internazionale e alle nuove strategie ispirate e accompagnate da Kpmg, il partner strategico che il Consorzio ha coinvolto circa un anno e mezzo fa.

“Questa collaborazione ci ha portato a rivisitare gli investimenti in promo pubblicitari e a rivedere la struttura marketing interna”, ha sottolineato Stefano Berni. “Scelte che stanno favorendo l’incoraggiante momento per l’intera nostra filiera e che vedono per il 2022 investimenti per 36 milioni di euro”. Un’ondata di innovazione per uno dei marchi tradizionali della cultura enogastronomica italiana, che attraverso una riorganizzazione dei processi produttivi e della struttura interna guarda al futuro “con energia, mettendo a disposizione esperienza, risorse, intuizioni e tanta voglia di modernità, sempre nell’orgoglioso rispetto del passato”, conclude.

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