Articolo tratto dall’allegato Small Giants di Forbes di giugno 2022. Abbonati!
Abbracciare il cambiamento. Un diktat assoluto per raggiungere dei risultati concreti. Dal punto di vista dei servizi, delle modalità organizzative e dei processi aziendali, l’aggiornamento tecnologico e l’innovazione devono essere due aspetti imprescindibili. Una consapevolezza senza dubbio diffusa e amplificata dalla pandemia: basti pensare che la spesa per la digitalizzazione in ambito aziendale, secondo uno studio di Markets and Markets, passerà da 521 miliardi a 1.247,5 miliardi di dollari a livello globale entro il 2026, con un incremento medio annuo del 19%. Insomma, il messaggio è chiaro: il momento giusto per trasformarsi è adesso.
Tuttavia, nonostante questa grande voglia di innovazione in Italia, per quasi due aziende su tre (il 63%) l’infrastruttura digitale resta un problema concreto. Mancanza di competenze? Problema culturale? Qualunque sia il nodo della questione, c’è un’azienda che 10 anni fa ha gettato le sue fondamenta proprio con l’intenzione di aiutare le imprese – in particolare modo le Pmi – nell’obiettivo di innovarsi. Già, 10 anni fa, quando i social media erano appena nati e la pandemia al massimo poteva essere ascrivibile alla lista di profezie di Nostradamus. Il suo nome è MyChicJungle: “Quando siamo nati, il nostro intento era quello di fare strada alle imprese nella ‘giungla’ della comunicazione” afferma Jacopo Moschini, ceo alla guida dell’azienda insieme al presidente Paolo Broglia. “Oggi le affianchiamo nella giungla della digitalizzazione”.
Nata come partner per progetti di comunicazione digitale, MyChicJungle si propone come hub per l’innovazione, il cui punto di forza è la sinergia tra le competenze coinvolte. “Grazie alle nostre skills accompagniamo le aziende in progetti end-to-end” afferma Moschini. “Cosa significa? Praticamente ci occupiamo di tutto, dallo studio di fattibilità all’analisi di una determinata esigenza in base all’industry di riferimento, fino alla scelta della tecnologia, allo sviluppo e alla implementazione della stessa” continua il ceo, che può contare su un team di oltre 80 professionisti formato da consulenti, project manager, creativi e sviluppatori. I servizi offerti vanno dallo sviluppo di software classici fino a veri e propri macchinari 4.0, intelligenza artificiale e blockchain: “Siamo tra le prime cinque aziende in Italia con progetti concreti in questo campo, è una tecnologia in cui abbiamo una particolare expertise”.
Ma i risvolti di questo ordinato groviglio di innovazione non finiscono qui. Quando diventi un partner di open innovation e impari a conoscere le potenzialità delle tecnologie, infatti, è facile che si inneschi un circolo virtuoso. Durante gli ultimi quattro anni MyChicJungle, a confermare che la sua metamorfosi da semplice società di consulenza a hub di innovazione è ormai completata, ha investito anche in numerose startup. Una in particolare sta continuando a crescere, tanto da diventare la seconda attività di Moschini e Broglia. Si chiama Japal.it, conosciuto oggi come l’e-commerce ufficiale del largo consumo. “Nasce da un progetto di consulenza di open innovation di un nostro cliente, il gruppo Tavola (proprietario, tra l’altro, dell’Arbre Magique, ndr). Per loro abbiamo iniziato a fare uno studio di fattibilità in ambito e-commerce. Da lì, quando abbiamo mappato l’esigenza che ci manifestava il nostro cliente, abbiamo capito che quel bisogno avrebbe interessato presto tutto il mondo del largo consumo. Così ci siamo inventati Japal.it. Nata nel 2018, Japal oggi ha in gestione cinquanta brand, quattro round di investimenti alle spalle e una valutazione che si aggira intorno ai 4 milioni di euro. Un’evoluzione galvanizzata dal lockdown, responsabile di aver diffuso una consapevolezza oramai assodata: ovvero che oggi, senza la digitalizzazione, si va poco lontano.
“Altro progetto interessante su cui abbiamo investito recentemente è il Ies” aggiunge Jacopo Moschini. Acronimo di Italian Enablers of Sustainability, questo progetto ha inizio da Piazza della Scala, a Milano. Il famoso slargo antistante lo storico ed omonimo teatro viene mantenuto oggi attraverso cooperative che danno lavoro a persone fragili ed emarginate. “Noi abbiamo semplicemente aggiunto la tecnologia per rendere questo servizio scalabile” afferma Moschini. “Abbiamo creato una piattaforma in cui le aziende dedicano una percentuale annuale del fatturato per dare un contributo a queste cooperative per riqualificare le piazze di Milano. Ies certifica in blockchain il contributo e restituisce all’azienda un report che va ad incidere sui 17 SDG’s dell’Agenda 2030”. In più le imprese che contribuiscono possono avere accesso a fondi di finanziamento, maggiore visibilità e una migliore reputazione.
MyChicJungle, oggi, ha due anime. Una legata alla comunicazione, che rappresenta ancora la metà del fatturato. E l’altra improntata all’open innovation, da cui sono nate startup quali Japal e Ies. Ma l’obiettivo resta comunque sempre lo stesso: portare tecnologia, digitalizzazione e innovazione nelle aziende, soprattutto nelle Pmi. “Lavoriamo al 70% con le piccole e medie imprese, per il restante 30% con startup e multinazionali” aggiunge Moschini, convinto che quello in cui si stanno muovendo sia un mercato ancora tutto da fare, con grandi potenzialità e la possibilità di un ulteriore boost proveniente dal Pnrr, che ha stanziato importanti fondi in materia di innovazione.
Nel futuro l’obiettivo di MyChic Jungle è quello di “massimizzare le competenze che abbiamo consolidato in questi dieci anni, rendendo le due unit sempre più distinte. Così che un domani possano svilupparsi ulteriormente con uno spin off o con delle acquisizioni esterne, nella possibilità di progredire sempre più in maniera autonoma. Sono cresciute del 30% anno su anno: cercheremo di mantenere questo trend”.
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