Dopo 11 anni di lavori riapre la straordinaria collezione del Museo Reale di Belle Arti di Anversa, il KMSKA. Una storia che ha inizio nel 2004, quando allo studio di architettura KAAN di Rotterdam (lo stesso che ha progettato il nuovo terminal dello Schiphol, aeroporto fra i più grandi e rilevanti d’Europa) viene assegnato l’incarico. I lavori iniziano però davvero nel 2011, a museo chiuso, con un restauro che ha interessato l’edificio neoclassico nel suo complesso, a partire dagli spazi esterni, dove si sono rispettati i criteri della sostenibilità ambientale grazie alla schermatura solare del tetto e alla creazione di un giardino.
Quattro cortili interni sono invece stati trasformati in spazi espositivi. Una scelta che ha permesso di recuperare il 40% in più della superficie e una nuova ala, dove predomina il bianco, che contrasta con i colori caldi che avvolgono il piano nobile, quello dei grandi maestri, per intenderci. A cominciare da Rubens, che sta ad Anversa come Rembrandt sta ad Amsterdam.
Parliamo di un arco temporale compreso fra il XIV e il XX secolo, che ripercorre la pittura fiamminga dai primitivi al barocco (Jan van Eyck, Rogier van der Weyden, Hans Memling, Lucas Cranach, Peter Paul Rubens, Rembrandt, Antoon van Dyck, Jacob Jordaens), fino ai maestri del moderno come Grosz, Magritte, Basquiat. C’è inoltre una mostra che riunisce 22 artisti contemporanei e li mette in dialogo con le opere della collezione permanente.
A fare da trait d’union fra edificio storico e nuove sale è James Ensor, esposto in entrambi i contesti: qui è infatti conservato il suo corpus più importante a livello mondiale. Nel frattempo, merita un giro il nuovo quartiere di Anversa, il Nieuw Zuid, urbanisticamente pensato da Triple Living, con il nascituro mega parco, il lungofiume intelligentemente restituito ai cittadini, i recentissimi cluster di appartamenti, l’iconico museo d’arte contemporanea M HKA, il Palazzo di Giustizia firmato Richard Rogers e gallerie come Zeno X e Tim Van Laere.
Oggi il KMSKA diretto da Carmen Willems esibisce oltre 600 opere su un patrimonio di 8.440 a disposizione. Forbes Italia l’ha incontrata.
Ospitate la più grande collezione d’arte della regione delle Fiandre. Cosa rappresenta questa riapertura per voi e per il tessuto sociale ed economico del luogo?
La ristrutturazione della KMSKA rende onore al patrimonio storico della città di Anversa. Restaurando l’edificio del XIX secolo – uno degli ultimi esempi di architettura neoclassica della città – il museo porta investimenti pubblici e trasformazioni urbane nella regione, mentre amplia la sua posizione di leader investendo ulteriormente nella ricerca sui materiali tecnici, nella documentazione e nella condivisione delle conoscenze. Vogliamo essere un punto di riferimento per l’arte non solo nella regione delle Fiandre, ma in tutta Europa.
Con la vostra offerta interattiva e variegata quale pubblico volete raggiungere?
Il nostro obiettivo è mettere in contatto persone di diverse generazioni e culture e di sviluppare il museo come luogo di incontro per tutti. Nello stesso modo in cui il KMSKA unisce il passato e il futuro promuovendo il dialogo tra artisti contemporanei e opere d’arte classiche, così il museo ha l’ambizione di collegare le generazioni e a riunirle nello stesso spazio.
Anche l’esposizione permanente ha subito un ripensamento: nell’edificio storico, infatti, sono state collocate le opere precedenti al 1880 e nella nuova sezione quelle successive a questa data, per un totale di oltre 600 opere di arte fiamminga, barocca e moderna. Come siete arrivati a questa decisione?
I cittadini di Anversa conoscono bene gli antichi maestri esposti nel museo, ma conoscono molto poco la collezione dei maestri moderni, che è altrettanto impressionante. Il nostro obiettivo è presentare sette secoli di arte di alto livello in condizioni ottimali, tenendo conto sia del passato sia del futuro. Vogliamo invitare i visitatori a guardare in modo diverso e a vedere di più, e lo facciamo, tra l’altro, mostrando le opere in modo non convenzionale.
Le sezioni vecchie e nuove conferiscono al museo una dinamica forte ed emozionante. L’architettura rafforza l’esperienza. Il nuovo museo sarà una casa aperta dove ogni visitatore potrà godere, scoprire, partecipare e sperimentare. Può spiegare il suo concetto?
Il nuovo museo vuole essere un luogo di incontro in cui tutti si sentano i benvenuti; è fortemente impegnato nell’inclusione e nella partecipazione. Tutti gli aspetti del suo funzionamento e della sua programmazione dimostrano che l’eterogeneità contenuta è stata considerata nel modo più approfondito possibile. Lo si vede in ogni cosa, che si tratti dei testi delle sale o delle etichette degli oggetti, dei partner con cui la KMSKA lavora, della scelta degli artisti in residenza o della composizione del team. Durante il suo ‘sonno di bellezza’, il museo ha gradualmente acquisito un nuovo dna. Il restauro ha mostrato il massimo rispetto per l’architettura, rispondendo al tempo stesso in modo eccellente al contenuto della collezione del museo.
State lavorando su una mostra tra arte, architettura e un ironico contrasto tra le aspettative utopiche del futuro e la realtà urbana di oggi. Ci racconta?
Nel 2023 ospiteremo una mostra sulle teste di studio di Rubens, basata sulle ricerche del nostro curatore ed esperto di Rubens, Nico Van Hout. Ci concentreremo anche su importanti tappe storiche, come il 75° anniversario della scomparsa di James Ensor nel 2024. Per questo motivo organizzeremo una grande mostra in collaborazione con il Mu.ZEE di Ostenda e il FOMU di Anversa.
Come e perché avete deciso di contenere l’ampliamento all’interno dell’area del vecchio museo?
La KMSKA si adopera per unire innovazione e tradizione, mantenendo il nostro rilevante patrimonio attuale. La ristrutturazione del museo si è concentrata sull’obiettivo di rendere la tradizione artistica accessibile a un vasto pubblico all’interno della grandiosità di un edificio storico di grande ispirazione, quindi il tipico ampliamento da annettere all’edificio originale non era un’opzione praticabile. Lo studio olandese KAAN Architecten ha trasformato quattro patii dell’edificio esistente in un volume museale completamente nuovo, preservando la struttura storica originale senza perdere il suo carattere maestoso. Mentre l’esterno dell’edificio è stato conservato, le recenti aggiunte comprendono anche la creazione di un deposito interno, un nuovo mosaico all’ingresso, una facciata restaurata e un nuovo giardino. Il concetto architettonico conduce il visitatore in un viaggio attraverso due musei contrastanti, ma anche dialoganti, che rimangono in equilibrio e mettono in mostra il meglio della collezione KMSKA e un ambiente perfetto per vivere l’arte.
Farete dunque anche residenze d’artista?
Sì. Abbiamo un programma quinquennale di residenze d’artista, che vedrà coinvolti 22 artisti contemporanei in dialogo con la collezione.
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