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Dalla repressione dell’intelligenza emotiva alla mancanza di imprenditività: tutte le cose che intossicano gli ambienti di lavoro

La pandemia ha portato all’affermazione di modalità lavorative come smart working o telelavoro, che hanno permesso ai lavoratori di operare in totale autonomia e flessibilità per raggiungere gli obiettivi professionali concordati. Oggi questi concetti sono ormai superati e fanno parte del dna stesso di ogni impresa: è quanto emerge dal report Best Workplaces for Millennials 2022, condotto dalla società di consulenza Great Place to Work su un campionario di 16.453 collaboratori di aziende appartenenti ai millennials.

Un ambiente di lavoro sano per attrarre i millennials

Tra i fattori maggiormente attrattivi per i millennials lavoratori ci sono meritocrazia, assenza di favoritismi, comportamenti etici da parte del management e possibilità di lavorare divertendosi in un ambiente sano dal punto di vista psicologico. Questi elementi possono spingere i giovani a essere più felici di andare a lavoro fino al 24% in più rispetto a chi esercita in un contesto lavorativo in cui gli elementi sopra citati non sono prioritari.

“Basta poco per migliorare il proprio ambiente di lavoro: la ricetta perfetta combina ascolto attivo e fiducia. Noi di Fluentify lo sappiamo bene: dal 2018 operiamo come remote company con la settimana corta contrattualizzata. La nostra scelta va al di là del fattore produttività, è il benessere dei dipendenti la nostra vera priorità”, dichiara Sarah America, head of Customer Experience di Fluentify, piattaforma leader in Italia nella formazione linguistica per le aziende.

Tuttavia, ci sono comportamenti e tendenze capaci di intossicare gli ambienti di lavoro. Il tema è stato discusso nel corso del panel “Può esistere il workplace ideale? Idee, strumenti e cultura per migliorare il luogo di lavoro” organizzato nell’ambito del forum Risorse Umane tenutosi nei giorni scorsi. L’incontro è stato coordinato da Fluentify, premiata come Best Workplaces Europe 2022.

L’importanza di valorizzare i propri dipendenti

La repressione dell’intelligenza emotiva può essere un’arma distruttiva per tutto il team. L’ambiente di lavoro infatti è uno di quei contesti in cui il non saper instaurare rapporti costruttivi, l’affidarsi solo all’intuito, il non cogliere le correnti emotive positive che si stabiliscono tra le persone può rivelarsi dannoso.

Oltre all’aumento delle competenze e a possibili avanzamenti di carriera, la rotazione dei ruoli in azienda può prevenire eventuali cali di motivazione e contribuire a mantenere l’ambiente di lavoro stimolante. Imprigionare i dipendenti in un unico ruolo può creare un clima di competizione non sempre sano. Allo stesso tempo, lavorare in un contesto poco meritocratico non aiuta: quando un lavoratore modello si sente scavalcato da un collega oggettivamente meno competente e meritevole di promozioni, il team si divide e cala quel senso di appartenenza verso la propria azienda.

Un altro fattore da tenere in considerazione sono i premi da assegnare ai lavoratori sotto forma di aumenti di stipendio, buoni acquisto e altri benefit. Se da una parte infatti i complimenti dei superiori gratificano, dall’altra il dipendente si sente valorizzato solo quando qualcuno nota e premia il suo impegno.

Gioire per i successi altrui è un altro degli elementi che contribuisce a creare legami virtuosi con i colleghi. La celebrazione di certi risultati, di qualsiasi natura essi siano, stimola il team e alimenta lo spirito d’iniziativa di tutti. Il successo, se non condiviso, rimane solo il raggiungimento di un obiettivo personale.

Il dialogo tra le parti

Lavorare in un luogo poco accogliente, che sia per tre giorni a settimana o anche solo per una riunione, può portare il dipendente a spostarsi malvolentieri da casa e, di conseguenza, limitare la possibilità di costruire legami importanti tra colleghi. Fondamentale resta la fiducia verso il lavoratore: la mancata promozione di iniziative come lo smart working o la settimana corta può creare pericolose dinamiche di micro management.

Se la fiducia diventa dunque un fattore essenziale nel rapporto dipendente-manager, è altrettanto importante un dialogo costruttivo tra le parti. Sentirsi ascoltati in maniera attiva e partecipativa risulta decisivo per mantenere il giusto equilibrio. Allo stesso tempo, reprimere quel senso di imprenditività e di co-responsabilità dei collaboratori fa venir meno loro il senso di iniziativa, creatività e intraprendenza.

Non bisogna poi dimenticare l’importanza dell’adesione a una missione comune. Non sentirsi parte di un progetto impedisce di aderire ai valori dell’azienda per cui si lavora. Sono iniziative come una giornata dedicata alla raccolta dei rifiuti nella propria città insieme ai colleghi che alimentano all’interno del team il vero senso di appartenenza.

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