Più di otto italiani su dieci, quando cercano lavoro, scelgono il fai da te. La metà utilizza la candidatura diretta per proporsi alle aziende, circa un quarto sfrutta il passaparola. È uno dei risultati più significativi di uno studio condotto dall’università di Bergamo e dall’agenzia per il lavoro AxL, che ha analizzato i canali preferiti per cercare un impiego, le difficoltà e i bisogni dei candidati.
Gli studenti del master in Digital business development della Scuola di alta formazione dell’ateneo hanno intervistato, tramite un form digitale, 1.520 persone tra i 18 e i 65 anni, per sviluppare tecnologie e servizi in grado di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Hanno riscontrato che circa il 50% delle 1.520 persone intervistate ha già utilizzato LinkedIn, mentre il 33,6% si è affidato ad altre piattaforme. Il 52,6% si propone alle aziende tramite candidatura diretta, il 28,3 punta sulla sua rete di conoscenze. A scegliere le agenzie per il lavoro è il 34,2% del campione.
Le esigenze dei candidati
Il 72,4% delle persone vorrebbe capire come presentarsi e come migliorare il proprio curriculum. L’88,8% vorrebbe conoscere il modo per suscitare maggiore interesse verso il proprio profilo, l’82,9% come fare colpo al momento del colloquio. L’83,5% ritiene importante capire quale sia il modo migliore per candidarsi a un posto in una particolare azienda, il 79% quali siano i canali giusti per farlo.
Quanto alle competenze, il 74,4% vorrebbe comprendere quali siano quelle giuste per candidarsi a uno specifico lavoro, l’83,6% quale sia la migliore offerta formativa per accrescerle. Capire se un lavoro è adatto a sé rappresenta una priorità per il 78,3% del campione, sapere se l’azienda che interessa è un buon posto di lavoro per l’86,9%. Il 63,2% delle persone ha dichiarato di non avere trovato una soluzione a queste esigenze.
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La maggioranza degli intervistati si dice disposta a pagare per ottenere servizi utili a cercare o cambiare lavoro. Il 57,3%, in particolare, è disponibile a pagare una cifra tra i 5 e i 10 euro al mese. Il 23,6% è pronto ad arrivare fino a 20-30 euro al mese, mentre il 49,3% investirebbe fino a 50 euro una tantum per un pacchetto di servizi.
“Riteniamo molto importante indagare i nuovi bisogni dei candidati nel panorama attuale, in cui l’esperienza di ricerca del lavoro si è completamente ibridata tra online e offline”, ha dichiarato Lucio Oliveri, direttore generale di AxL. “In questo scenario così complesso, emergono nuove esigenze che non sono soddisfatte dai meccanismi fai da te. I talenti cercano soluzioni che li possano aiutare a presentarsi al meglio, capire quali sono le competenze adatte per fare colpo su una specifica azienda, quali siano i modi migliori per intercettare il lavoro dei loro sogni e molto altro”.
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