Come riportato da Bloomberg e dal Telegraph, JPMorgan Chase ha deciso di limitare l’uso di ChatGPT al suo personale. Si tratta solo dell’ultima società a limitare l’uso del chatbot di OpenAI sul posto di lavoro, dopo Amazon e diverse università statunitensi.
Aspetti principali
- Secondo Bloomberg, il divieto non è stato attivato da un evento particolare o da un incidente, ma fa parte dei “normali controlli dell’azienda sui software di terze parti”.
- La restrizione si applica ai dipendenti delle varie divisioni del colosso dei servizi finanziari, come scritto nel rapporto.
- Il Telegraph ha riferito che la decisione è stata motivata dalle preoccupazioni per la condivisione di informazioni finanziarie sensibili con il chatbot, che potrebbero portare a un’azione normativa.
- Gli utenti hanno dimostrato una moltitudine di casi d’uso per il chatbot, come la sintesi di documenti normativi e relazioni sugli utili, anche se la sua accuratezza rimane un problema.
- Non è chiaro se altre istituzioni finanziarie seguiranno JPMorgan Chase e porranno restrizioni simili all’uso di ChatGPT.
Sullo sfondo
Il mese scorso, Amazon ha messo in guardia i suoi dipendenti dal condividere qualsiasi codice o informazione riservata con il chatbot di OpenAI, che ha ricevuto investimenti miliardari da Microsoft.
Business Insider ha riferito che questa decisione è stata presa dopo che l’azienda ha trovato esempi di risposte di ChatGPT che assomigliavano a dati interni di Amazon.
Oltre alle aziende, diversi istituti scolastici negli Stati Uniti hanno vietato l’uso di ChatGPT nelle loro classi. Gli insegnanti hanno espresso il timore che certi strumenti possano facilitare imbrogli negli esami o nei compiti.
Retroscena
Il governo cinese vuole bloccare completamente l’accesso a ChatGPT in quanto non conforme alle leggi sulla censura del Paese.
Mentre il sito web di ChatGPT è stato bloccato dal “grande firewall” cinese, alcuni utenti sono riusciti ad aggirarlo utilizzando strumenti di terze parti su piattaforme web popolari come WeChat.
Le autorità di Pechino hanno ordinato ai giganti tecnologici, tra cui Tencent e Ant Group, di regolamentare questi strumenti.
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