La Cop28 di Dubai si è conclusa con un “accordo storico” che ha visto per la prima volta i paesi sottoscrittori prendere un impegno ad abbandonare tutti i combustibili fossili entro il 2050. Ad annunciarlo con soddisfazione il sultano degli Emirati Arabi Uniti e presidente della Cop Ahmed Al-Jaber, che ha aperto la sessione plenaria dei delegati:
“Abbiamo le basi per la trasformazione. E’ un obiettivo frutto della collaborazione di tutti e che coinvolge tutti. Per la prima volta in assoluto abbiamo scritto combustibili fossili nel testo. Siamo ciò che facciamo non quello che diciamo, quindi sono importanti le azioni che metteremo in campo”.
L’accordo tra i 198 delegati chiede ai paesi di allontanare rapidamente i sistemi energetici dai combustibili fossili in modo giusto e ordinato. Gli Stati sono chiamati anche a contribuire allo sforzo di transizione globale, anziché essere obbligati a compiere tale cambiamento da soli.
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Il testo finale di Cop28
L’accordo è arrivato dopo le modifiche alle precedenti versioni, criticate perché non contenevano riferimenti allo stop ai combustibili fossili. Nel testo definitivo non si parla di “phase out” (eliminazione graduale), ma di “transition away” (allontanamento graduale).
La transizione dovrebbe avvenire in modo da portare il mondo a zero emissioni nette di gas serra nel 2050. Per raggiungere questo obiettivo, si prevede che il mondo raggiunga il picco massimo di emissioni entro il 2025, ma si lascia un margine di manovra a singoli paesi come la Cina per raggiungere questo livello più tardi.
Il testo invita ad accelerare gli sforzi a livello globale verso sistemi energetici a zero emissioni nette, utilizzare combustibili a zero e a basso contenuto di carbonio ben prima o intorno alla metà del secolo.
La Cop28 è “una ragione per essere ottimisti in mondo di conflitti, in Ucraina e in Medio Oriente, è uno straordinario risultato, anche perché era complicato mettere insieme tutte le istanze e ottenere il consenso”, ha detto l’inviato Usa per il clima John Kerry parlando in plenaria a Dubai.
Verso la transizione energetica
Il testo contiene molteplici indicazioni per la transizione energetica: dall’invito a triplicare le capacità di energia rinnovabile e a raddoppiare il ritmo dei miglioramenti dell’efficienza energetica entro il 2030, fino all’impegno ad accelerare le tecnologie “zero carbon” e “low carbon”, come l’energia nucleare, l’idrogeno a basso contenuto di carbonio e la nascente cattura e stoccaggio del carbonio, in particolare nei settori ’hard to habate’.
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Il documento propone anche di accelerare e ridurre le emissioni a livello globale di metano entro il 2030 e di quelle derivanti dal trasporto stradale, anche attraverso lo sviluppo delle infrastrutture e la rapida diffusione di veicoli a zero e a basse emissioni. Infine, l’articolo 28 del testo chiede di eliminare gradualmente sussidi inefficienti ai combustibili fossili che non affrontano la povertà energetica o la transizione giusta.
“Fatto! L’accordo dimostra che Parigi offre risultati e che possiamo andare oltre”, ha postato su X Teresa Ribera, vice presidente della Spagna, paese che ha la presidenza di turno della Ue dopo l’approvazione della Cop28 del Global Stocktake alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Dubai.
Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha commentato così l’accordo: “L’intesa raggiunta a Dubai tiene conto di tutti gli aspetti più rilevanti dell’accordo di Parigi e delle istanze, profondamente diverse tra loro, dei vari Stati, che tuttavia riconoscono un terreno e un obiettivo comune, con la guida della scienza. Per questo, riteniamo il compromesso raggiunto come bilanciato e accettabile per questa fase storica, caratterizzata da forti tensioni internazionali che pesano sul processo di transizione. L’Italia, nella cornice dell’impegno europeo, è stata impegnata e determinata fino all’ultimo per il miglior risultato possibile”.
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