Prima batosta per Tesla. Nonostante l’importante rally azionario messo a segno nel 2023 – che ha permesso a Elon Musk di accrescere di oltre 100 miliardi di dollari il suo patrimonio secondo Forbes – il colosso americano non è riuscito a scavalcare Byd (“Build your dreams”, “Costruisci i tuoi sogni”), la compagnia cinese fondata dal miliardario Wuang Chuanfu che per il secondo anno consecutivo ha conquistato il titolo di maggior costruttore globale di veicoli elettrici.
Già leader nel mercato cinese e presente in oltre 70 paesi in 6 continenti, Byd nel 2023 è andata incontro a un incremento del 61,9% delle vendite rispetto al 2022, riuscendo a superare l’obiettivo annuale di 3 milioni di unità ed entrando, per la prima volta in assoluto, nella top 10 dei principali costruttori globali di auto.
I numeri di Byd
Come dichiarato dalla società, a dicembre Byd ha venduto 341.043 unità, con un aumento del 45%, portando il totale delle vendite dell’anno a 3.024.417 veicoli. Nel 2023, la presenza internazionale di Byd è cresciuta notevolmente, con un aumento delle esportazioni del 334,2%, che hanno raggiunto le 242.765 unità.
Nel 2023 ha portato a completamento il suo insieme di marchi che annovera le serie Dynasty, Ocean, Denza, Fangchengbao e Yangwang. Le prime due hanno raggiunto i 2.877.353 di unità vendute, per un aumento del 55,3% rispetto all’anno precedente; Denza ha venduto 127.840 unità nel 2023; mentre Yangwang e Fangchengbao, entrambi lanciati nel 2023 con consegne partite a novembre dello scorso anno, hanno ricevuto importanti segnali dal mercato: Yangwang U8 si è imposto come il veicolo più venduto nel segmento dei NEV da un milione di Yuan (126.000 euro), e Bao 5 si è affermato nel segmento dei fuoristrada.
“Con l’impegno a sfruttare innovazioni tecnologiche per una vita migliore, Byd continuerà ad accelerare la transizione verso un futuro più green e contribuirà alla sua visione di “raffreddare la Terra di 1°C”, ha aggiunto la società.
La storia del suo fondatore Wuang Chuanfu
Nato nel 1966 in un villaggio agricolo di una delle province più povere della Cina, Wuang Chuanfu ha fin da piccolo affrontato alcune delle sfide più dure che la vita può riservare. La Cnn, infatti, racconta che i suoi genitori – entrambi contadini – morirono quando Wuang non aveva ancora iniziato le scuole superiori. Furono così il fratello e la sorella maggiore a doversi occupare della sua crescita.
Negli studi, però, il ragazzo si applica e dimostra buone attitudini. Tanto da arrivare a laurearsi in chimica alla Central south industrial university of technology di Changsha, importante centro culturale della provincia di Hunan. Già ai tempi dell’università, però, l’attenzione di Wuang inizia a essere rivolta soprattutto alle batterie. Tanto che, riporta Forbes, dopo la laurea il giovane si sposta a Pechino, dove frequenta e completa un master dedicato proprio alle batterie e ottiene il primo lavoro: vice-supervisore del Beijing nonferrous research institute, istituto di ricerca governativo.
A metà anni ’90, però, come riferisce ancora la Cnn, Wuang intravede opportunità maggiori rispetto a quelle di una carriera da impiegato statale come chimico e ricercatore. Così convince i parenti – in particolare un cugino – a prestargli l’equivalente di circa 300mila dollari, che usa per affittare un edificio di circa 2mila metri quadrati e iniziare a produrre batterie ricaricabili. L’idea è di competere con quelle importate in Cina da colossi giapponesi come Sony, in quel momento leader del settore.
“L’importazione di batterie dal Giappone era molto costosa”, ricorda Wuang. “C’erano dazi e tempi di consegna lunghi. Studiai i brevetti di Sony, tra gli altri, e smontai le batterie per capire come fossero realizzate. Un processo che comportò innumerevoli tentativi e moltissimi errori”. L’intuizione, come riporta sempre la Cnn, è giusta: già nel 2002 uno studio condotto dalla Harvard business school stabilisce che Byd è uno dei primi quattro produttori mondiali di batterie ricaricabili e il più grande di tutta la Cina. La logica conseguenza della crescita è che i grandi marchi iniziano a servirsi dei prodotti di Byd: Motorola e Nokia prima, Apple e Samsung poi.
Con un’altra intuizione azzeccata, come ricorda Forbes, nel 2003 Wang decide di spostare le proprie attenzioni sul settore automobilistico. In quell’anno, infatti, acquista una piccola azienda cinese statale in decadenza, Tsinchuan Automobile. Una mossa che alimenta un processo di crescita, espansione e differenziazione che porta Byd a sbarcare in California nel 2013, con focus sui veicoli elettrici. Il resto è storia.
La scommessa di Warren Buffett
L’idea e il genio di Wuang Chuanfu hanno fin da subito colpito Charlie Munger, scomparso recentemente. Il quale ha convinto il suo storico amico e partner, Warren Buffett, a investire nel 2008 nell’azienda di Wang: 230 milioni di dollari per acquistarne una quota del 10%. Oggi, secondo Forbes, la sua Berkshire Hathaway possiede circa l’8% di Byd.
Il patrimonio di ‘Mr Byd’
Secondo Forbes, Wuang Chuanfu vanta un patrimonio di 14,7 miliardi di dollari. Cifra che lo piazza nella top 10 della classifica degli uomini più ricchi della Cina. Peraltro, il suo patrimonio è quasi triplicato nel giro di tre anni. Nel 2020, infatti, si attestava a 4,4 miliardi di dollari.
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