Articolo tratto dal numero di gennaio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Gli scenari geopolitici globali hanno riacceso il dibattito sull’energia, con un focus sull’indipendenza energetica dei paesi europei. Anche l’Italia negli ultimi anni si è scontrata con tutte le criticità. Il nostro Paese, però, potrebbe uscirne con un ruolo rinnovato e da protagonista, diventando uno snodo fondamentale per veicolare energia anche nei paesi limitrofi.
Una missione che Snam sta portando avanti con diversi progetti. Tra i protagonisti di questa rivoluzione c’è Nicolas Jennison, che si occupa di idrogeno verde per la società di infrastrutture energetiche.
Dieci anni fa, quando era studente, Jennison ha sviluppato metodi per migliorare l’efficienza dei pannelli solari in un laboratorio di ricerca di Oxford, contribuendo all’innovazione che ha permesso al solare di essere competitivo. Con il decollo del settore, aveva bisogno di una nuova sfida, che ha trovato durante un seminario alla Oxford Martin School: “Ricordo di essere stato colpito dalla ricchezza di risorse rinnovabili dell’Africa e dalla vicinanza geografica all’Europa, ma sapevo che trasportare tutto quel potenziale da noi attraverso cavi elettrici sarebbe stato inefficiente”.
La svolta è arrivata quando si è imbattuto in un documento di ricerca di Snam che parlava di trasportare l’energia rinnovabile dal Nord Africa all’Europa usando l’idrogeno come vettore. “Il concetto mi è sembrato molto logico: vaste aree del Sahara, con abbondanza di energia eolica e solare, un collegamento con un gasdotto già esistente e la possibilità di creare posti di lavoro in Africa con mezzi sostenibili. Mi sento molto fortunato a lavorare su questa iniziativa, che stiamo sviluppando in uno dei quattro principali corridoi di importazione dell’idrogeno in Europa e che è stato riconosciuto come un progetto d’interesse comune per l’Europa”.
Jennison fa parte del team che guida questa iniziativa per Snam. L’obiettivo è sfruttare i gasdotti che oggi trasportano gas naturale: domani trasporteranno idrogeno. “Una soluzione preziosa dal punto di vista dei costi e della sostenibilità. Il progetto prevede lo sviluppo di energie rinnovabili nel Sahara, riducendo al minimo l’impatto sulla natura e creando opportunità di sviluppo tangibili per la Tunisia e l’Algeria”.
La Germania e l’Austria hanno manifestato interesse per il progetto, perché lo considerano un modo per decarbonizzare: “Questi paesi guardano all’Italia come uno snodo importante, in grado di veicolare energia rinnovabile, e l’idrogeno verde soddisfa molte loro esigenze, poiché sfrutta i prezzi di produzione competitivi del Nord Africa”.
Il ritorno della geopolitica e la collaborazione tra paesi europei sono cruciali per il nostro futuro energetico: “Credo che il SoutH2 Corridor sia un esempio eccellente, sostenuto dei governi italiano, tedesco e austriaco, oltre che dell’Ue. Dobbiamo fare in modo che la concorrenza tra i paesi non si metta di traverso, in modo da unire le forze per questa sfida globale”.
Jennison nel tempo libero pratica corsa e alpinismo. Sul lavoro il pensiero è alla transizione energetica: “Sono generalmente ottimista, ma il prezzo della decarbonizzazione è alto. Per questo dobbiamo continuare a innovare, soprattutto nella scalabilità delle tecnologie verdi. La sfida oggi è garantire allo stesso tempo sicurezza, sostenibilità e competitività. È una questione chiave per il futuro del continente, che, nel breve periodo, ha davanti la sfida improcrastinabile della diversificazione delle fonti di approvvigionamento e, nel medio-lungo, quella di centrare gli obiettivi di decarbonizzazione”.
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