Beretta family
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Pietro Beretta Selection, l’ultima creazione di una delle dinastie industriali più antiche del mondo

Articolo tratto dal numero di gennaio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

Pare uscita da un quadro preraffaellita la fanciulla che fugge, da non si sa cosa, in un bosco tenebroso. Si avverte il panismo dannunziano, da Pioggia nel Pineto o Sera fiesolana, per via di una natura che si fa essere umano e viceversa. Poi l’atmosfera surreale del film si spezza, entra in scena un’arma Beretta. La cinepresa si sposta sugli interni di un palazzo rinascimentale, per poi riprendere il dietro le quinte di un mondo che da secoli produce bellezza: le mani use a un lavoro che l’IA non potrà usurpare e che contribuiscono a fare di quest’azienda bresciana, Fabbrica d’Armi Pietro Beretta, una delle più importanti del settore.

Sono le mani degli artigiani metalmeccanici capitanati fin dal 1526 – di qui il palazzo storico della pellicola – dall’omonima famiglia, la più antica dinastia industriale del mondo. Pietro Gussalli Beretta è alla presidenza della holding, mentre il fratello Franco, presidente di Confindustria Brescia, è vicepresidente esecutivo, oltre che presidente del cuore del gruppo, la Fabbrica d’Armi.

Beretta presenta Pietro Beretta Selection

Con questo film di Andrea Marini, Beretta ha presentato la sua Pietro Beretta Selection durante una cena di gala nella storica sede di Gardone Val Trompia. Di qua le tavole imbandite, di là – a vista – i laboratori dove prendono forma i manufatti. L’evento ha attratto nella valle dei metalli, tale dalla notte dei tempi, amanti dell’arte venatoria, punte del giornalismo milanese (da Alessandro Sallusti a Ferruccio De Bortoli), campioni dello sport (Vincenzo Nibali) e del lusso (Leonardo Ferragamo e consorte), dirigenti (tra cui Maurizio Arrivabene), rampolli di un sangue blu sempre più rosso per via del referendum che, nel 1946, portò alla nascita della Repubblica.

C’era il top del collezionismo d’Italia, Agostino e Patrizia Re Rebaudengo. La stessa Umberta Gnutti Beretta, moglie di Franco, brilla in questo consesso d’arte: a lei si deve l’ingaggio dell’artista Christo, la cui installazione fece conoscere a livello internazionale quella gemma che è il Lago d’Iseo. Gli ospiti erano 140, i più con brillanti percorsi professionali.

Finale di serata con la presentazione in anteprima mondiale del fucile 486 Copernico, in un unico esemplare: un tributo a Niccolò Copernico, padre della teoria eliocentrica poi dimostrata da Galileo Galilei. Un pezzo unico plasmato sul parallelo 486, esito di 800 ore di lavoro dei maestri artigiani e di mesi di studio nei reparti ricerca & sviluppo, design e marketing. Perché la sapienza manuale in Beretta fa tutt’uno con le conquiste dell’azienda 4.0.

Grazie a un trattamento di tartarugatura, la bascula dal profilo arrotondato e la croce del 486 hanno sfumature bluastre, verdi e rosse per riprodurre le scie luminose dello spazio. Incisioni estese anche sul calcio con piccole stelle rimesse in rame e argento a creare una continuità con bascula, astina e manicotto.

La storia di una delle aziende più antiche del mondo

E dire che, racconta Franco Gussalli Beretta, “durante i primi anni in azienda, mio prozio, allora presidente, mi suggerì di visitare il reparto di manifattura di lusso. Credeva che il livello di produzione artigianale sarebbe scomparso con quell’ultima generazione di armaioli”.

Non è stato così perché il tesoro di competenze secolari non solo è arrivato a oggi, ma è stato potenziato “grazie al contributo della ricerca e sviluppo e di una tecnologia all’avanguardia che il marchio Beretta è in grado di offrire. Pb selection racconta le nostre radici, parla del nostro futuro. È la condensazione di tutti i piccoli gesti quotidiani dei nostri artigiani più abili e dell’esperienza secolare maturata nel settore delle armi pregiate. In questo angolo della Val Trompia vediamo realizzati i sogni di tanti estimatori, che con le loro idee ci permettono di sfoggiare creatività e manualità distintive del nostro marchio, fuse con le più alte tecnologie applicate alla lavorazione e al trattamento del materiali. Ciascun pezzo racchiude la nostra eredità, come un manifesto che ha la possibilità di raggiungere ogni angolo del mondo”.

Gussalli Beretta è al timone di un’azienda che fabbrica armi – tra l’altro dal 1915 in dotazione alle Forze armate italiane e per 30 anni a quelle statunitensi – che da sempre ha il suo quartier generale alle porte di Brescia, una terra doverista e cattolica, a un soffio dalla casa in cui nacque e crebbe Papa Montini. Sta nell’eccellenza del capitale umano la radice dei successi di uno dei più importanti gruppi produttivi di armi portatili, per l’80% destinate a caccia, tiro, competizione. Si aggiunge poi il segmento lusso, quindi quelle impiegate nella difesa. Fabbrica d’Armi è tra i leader mondiali in termini di fatturato (317 milioni di euro), addetti (974, dei quali 57 assunti nel 2023), quantità e tipologia del prodotto, investimenti (12 milioni nel 2022).

Alla cena di gala c’erano anche alcuni dipendenti, che, con il dono della sintesi di questa terra, sono intervenuti illustrando il 486 Copernico. Valligiani operosi e tenaci, “ma ancora prima”, aggiunge Gussalli Beretta, “con competenze speciali, che spesso passano di padre in figlio. Abbiamo casi di famiglie che lavorano qui da quattro o cinque generazioni. Il successo del marchio si deve alla qualità delle persone, al rapporto che si è andato consolidando. Noi siamo la proprietà, è vero, ma sentiamo che la forza viene dal basso. Per esempio, le visite al nostro museo sono condotte dai dipendenti in pensione: chi meglio di loro conosce la fabbrica?”. 

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