Fondata come azienda para-governativa nel 1997, Chery è ufficialmente diventata una casa automobilistica il 18 dicembre 1999, quando la sua prima auto, la Chery Fulwin (realizzata un telaio costruito in licenza per la Seat Toledo), ha lasciato il suo stabilimento stabilimento di Wuhu, in Cina. Da lì è iniziata una storia ultra ventennale che, che nel corso degli anni ha permesso alla società di diventare, come dicevamo, la prima casa automobilistica cinese ad esportare i propri prodotti, oltre che la prima per numero di vetture esportate. Basti pensare che nel 2023, la società ha venduto oltre 1,88 milioni di automobili (una crescita annua del 52,6%), e ha aumentato del 50% i propri ricavi, che hanno sfondato il muro dei 300 miliardi di yuan, ossia 42,25 miliardi di dollari.
Diretta da Yin Tongyue, presidente e ceo della società, la Chery Automobile ha sin da sempre avuto l’obiettivo di essere tra le top case automobilistiche al mondo. Non è un caso se nel corso degli anni ha dapprima fondato (nel 2003) un gruppo di ricerca e di sviluppo, e ha poi iniziato a collaborare con i grandi consulenti stranieri per migliorare la propria tecnologia e la propria qualità. Da un ingegnere giapponese proveniente dalla Mitsubishi, fino ad arrivare ai progettisti italiani del calibro di Bertone e Pininfarina, noti ovviamente per aver disegnato modelli per marchi come Ferrari e Lamborghini.
Diverse, inoltre, sono le partnership attivate con altri brand: dall’austriaca AVL, fino ad arrivare a Bosch, Lotus Engineering, alla joint venture con il gruppo Jaguar Land Rover per la produzione delle autovetture inglesi in Cina in un nuovo stabilimento a Changshu (un investimento pari a 3 miliardi di dollari nell’arco dei primi cinque anni) e quello molto attuale, di gennaio 2024, con Nio per stabilire una cooperazione negli standard delle batterie, nella tecnologia di scambio delle batterie, nella costruzione di reti di servizi di scambio delle batterie e nel funzionamento.
Peraltro, Chery debutterà in Italia alla fine dell’anno con il Suv Omoda 5, già disponibile sul mercato cinese oltre che in Russia, Israele, Sudafrica, Australia, Messico e Indonesia. L’obiettivo del brand Omoda è abbastanza chiaro: offrire berline e Suv in grado di coprire tutti i segmenti di mercato, con alimentazioni 100% elettriche, ibride, elettriche con range extender e anche a idrogeno.