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Innovation health e digitalizzazione: così Seven Holding punta a creare un nuovo servizio assistenziale per i pazienti

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“La sanità italiana può crescere soprattutto se si crea un’integrazione forte tra pubblico e privato, migliorando l’assistenza garantita dal servizio pubblico, ma valorizzando allo stesso tempo l’attività dei privati, guardando all’innovazione, riducendo l’ospedalizzazione attraverso l’offerta di un’assistenza domiciliare integrata efficiente, essenziale per un paese come il nostro in cui aumentano gli over 65. L’esperienza del Covid ha cambiato l’approccio culturale alle cure e si è visto che il sistema sanitario non è in grado di reggere da solo alla domanda e di rispondere a tutte le necessità, non solo in situazioni di stress. In questo la sanità privata gioca un ruolo fondamentale, affiancandosi al pubblico e supportandolo, anche in tema di ricerca, per favorire lo sviluppo di format assistenziali che migliorino l’aspetto terapeutico”.

Il nuovo servizio assistenziale pensato da Seven Holding

Guarda così al futuro della sanità Riccardo Starace, imprenditore della salute, fondatore e amministratore delegato della Seven Holding, che controlla dieci società impegnate in ambito socio-sanitario. Una realtà imprenditoriale in ascesa che pone al centro dell’attività due elementi chiave: innovation health e digitalizzazione.

“Guardare al futuro è inevitabile per pianificare l’organizzazione sanitaria”, aggiunge Starace. “C’è bisogno di innovazione ed è necessario sfruttare al meglio il contributo che possono darci le nuove tecnologie. Abbiamo ancora una visione ospedale-centrica, ma la digitalizzazione dei sistemi ci aiuta in una valutazione del paziente già a domicilio, riducendo il carico per il sistema ospedaliero e gli accessi non necessari dei pazienti cronici ai pronto soccorso. Esistono già strumenti sofisticati e testati che ci permettono di intercettare i bisogni dei pazienti nelle loro case, ma bisogna utilizzarli al meglio, integrandoli in un nuovo servizio assistenziale”.

Il progetto Xte

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Riccardo Starace

Ed è proprio dallo studio delle nuove tecnologie che è nato il progetto di ultima generazione Xte, completamente made in Italy. Si tratta di un format assistenziale e di prevenzione, frutto di un’accurata analisi dei bisogni della popolazione italiana.

“Il progetto di assistenza”, spiega Starace, “ha l’obiettivo di prendersi cura delle persone su vari piani. Dopo aver eseguito un’accurata anamnesi, attraverso un telemonitoraggio, è in grado di verificare 12 parametri relativi alla salute, che diventeranno 24 nel giro di un anno. Il tutto grazie a un device, certificato e validato anche dal ministero della Salute, realizzato da Advanced Processing, startup acquisita dalla Xte e guidata dal fisico e ricercatore Raffaele Ciavarella”.

I parametri rilevati sono tenuti sotto stretto controllo, in ogni momento della giornata, da personale sanitario presente in una centrale operativa attiva 24 ore al giorno, sette giorni su sette. I medici della centrale sono in grado di verificare le condizioni di salute della persona, anche nello svolgimento delle sue normali attività quotidiane, allertandola se risultano livelli fuori soglia.

Un posto nello spazio

Oltre al personale medico sempre a disposizione, c’è anche la possibilità di attivare, se occorre, servizi di assistenza sanitaria domiciliare e un ricovero o altri servizi ospedalieri in strutture convenzionate con Xte. “La nostra tecnologia ha superato anche l’esame della Nasa, conquistandosi un posto nello spazio”, dice ancora Starace.

“Il nostro è l’unico device non americano approvato dalla Nasa con tutte le certificazioni necessarie ed è stato utilizzato nella missione spaziale del 17 gennaio, alla quale ha partecipato il colonnello dell’Aeronautica militare Walter Villadei. Il nostro dispositivo, interamente made in Italy, ha monitorato i suoi parametri di salute. La tecnologia Xte era inserita in diverse parti della tuta spaziale e le condizioni dell’astronauta sono state rilevate 24 ore su 24. È stato un grande privilegio per l’azienda partecipare a una missione nello spazio”.

Lo sviluppo di nuove tecnologie

Starace parla anche di ricerca. “Abbiamo investito moltissimo in questa direzione, realizzando un centro per l’innovazione e lo sviluppo diretto da Ciavarella, nel quale lavorano 15 ricercatori internazionali. Qui stiamo sviluppando nuove tecnologie per potenziare ulteriormente i nostri servizi, anche grazie all’attività del gruppo Olidata, che si occupa di ricerca e sviluppo della digitalizzazione dei dati sanitari e di algoritmi di intelligenza artificiale. Olidata è partner e socio di Xte grazie all’intuizione del suo ad, Cristiano Rufini. Siamo entrati in una nuova era della sanità digitale, ma ancora troppo poche persone vi hanno accesso. Il nostro obiettivo è offrire servizi per la salute di alta qualità per tutti i cittadini. Per questo stiamo lavorando a una rivoluzione della sanità digitale”.

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